Dalle novità nella Legge di Bilancio 2024 appena entrata in vigore, alla riforma fiscale, a tematiche d'attualità come l'agrivoltaico e le Cer, le Comunità Energetiche Rinnovabili, alle novità Pac: il convegno annuale di ConsulenzaAgricola.it che si è tenuto il 20 dicembre scorso a Cervia (Ra) ha fatto chiarezza su tanti aspetti economici di cui le aziende agricole devono tenere conto.

 

Sul palco del Club Hotel Dante c'erano i massimi esperti nazionali. Durante l'evento, il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida ha inviato un messaggio mentre era presente il viceministro dell'Economia e delle Finanze Maurizio Leo. Il compito di illustrare le principali novità della Legge di Bilancio 2024, poi approvata in via definitiva il 29 dicembre 2023, è stato affidato ad Alessandra Caputo, commercialista dello Studio Associato Tosoni (tutte le slide delle relazioni illustrate si possono scaricare a questo link).

 

La coperta è corta, il viceministro Leo lo ha sottolineato più volte durante il convegno, questo probabilmente uno dei motivi per i quali le novità specifiche per l'agricoltura nella nuova Legge di Bilancio (Legge n. 213, 30 dicembre 2023) non sono moltissime, ma ci sono anche altre novità che potenzialmente possono interessare gli agricoltori.

 

"Il legislatore - ha detto Alessandra Caputo - dato il momento di crisi, l'aumento dei costi per lo svolgimento delle attività, la concorrenza con i mercati esteri, ha deciso di aiutare il settore ortofrutticolo con un sostegno". Nella Legge di Bilancio è prevista la concessione da parte di Ismea di prestiti cambiari per l'ortofrutta. L'ammontare può arrivare a un massimo di 30mila euro, pari al 50% dei ricavi registrati nel 2022. Ciò significa che se la metà dei ricavi 2022 supera i 30mila euro, il prestito per l'impresa che ne faccia richiesta non potrà comunque essere maggiore di quel tetto.

 

Sempre specificamente per il mondo agricolo, la Legge ha istituito un Fondo per le emergenze destinato a situazioni di crisi. La dotazione è di 100 milioni di euro all'anno per gli anni 2024, 2025 e 2026. Attraverso uno o più decreti del Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (Masaf) saranno definite le condizioni di crisi, i beneficiari e le modalità di erogazione delle risorse del Fondo.

 

"Le misure specificamente per l'agricoltura finiscono qui - ha detto Alessandra Caputo - ma è importante sottolineare anche ciò che non c'è in questa Legge di Bilancio". Non è stata rinnovata infatti l'agevolazione che riguarda la detassazione Irpef, la norma ha permesso dal 2017 al 2023 compreso di non pagare l'Irpef sui redditi dominicali e agrari. "L'anno 2023 è coperto - ha detto - ma nel 2025, quando si pagheranno le imposte 2024, gli agricoltori non potranno più contare su questa misura fiscale di favore".

 

La Legge di Bilancio 2024 segna anche l'addio alla decontribuzione per i giovani agricoltori che si iscrivono per la prima volta alla gestione previdenziale. Fino al 31 dicembre 2023 chi si fosse iscritto non avrebbe pagato i contributi per due anni. Non essendoci stato il rinnovo dell'agevolazione, il giovane agricoltore iscritto dal primo gennaio 2024 pagherà i contributi in maniera regolare.

 

Alessandra Caputo ha poi focalizzato l'attenzione su novità che non riguardano esclusivamente l'imprenditoria agricola ma che coinvolgono comunque le aziende. La nuova Legge prevede l'obbligo di stipulare un contratto di assicurazione per essere coperte in caso di eventi catastrofali. "La norma dice che le imprese sono tenute a stipulare entro il 31 dicembre 2024 un'assicurazione, non che devono. Dalla lettura della relazione illustrativa però capiamo che è un obbligo. Non è prevista una sanzione ma ci sono penalità", ha spiegato la commercialista dello Studio Associato Tosoni. Quali penalità dunque? Il mancato adempimento penalizzerà le imprese nell'assegnazione di contributi, sovvenzioni o agevolazioni di carattere finanziario anche con riferimento a quelle previste in occasione di eventi calamitosi e catastrofali. Il pensiero corre subito ad eventi come le alluvioni 2023, "se le aziende inadempienti saranno escluse dagli aiuti o relegate in fondo alla lista al momento non è dato sapere".

 

Poi la conferma di una notizia che già nelle settimane precedenti l'approvazione della Legge di Bilancio 2024 aveva allarmato il mondo del fotovoltaico e dell'agrivoltaico, perché la Legge interviene sulla tassazione del diritto di superficie, contratti largamente utilizzati per regolare i rapporti fra le aziende che realizzano impianti per l'energia rinnovabile e gli imprenditori agricoli proprietari di terreni: "Houston, abbiamo un problema!".

 

Sostanzialmente, dal primo gennaio 2024 la costituzione di diritti reali di godimento, compreso anche il diritto di superficie, sarà tassata quale "reddito diverso" al quale si applica l'aliquota fiscale corrispondente alla fascia Irpef del caso specifico. Purtroppo la norma si applica anche ai contratti preliminari del 2023 e che, nel 2024, diventano definitivi. "Quando è stato sottoscritto il preliminare - ha sottolineato Alessandra Caputo - la scelta di sottoscriverlo è stata probabilmente dettata anche da un calcolo fatto sull'aspetto fiscale", ora però le carte in tavola sono cambiate.

 

E dopo le note dolenti, c'è una buona notizia: la Legge di Bilancio ha rifinanziato con altri 100 milioni di euro per il 2024 la Nuova Sabatini. "Si tratta di misure di sostegno agli investimenti in beni strumentali che sono state concesse per la prima volta nel 2013. La Sabatini interessa sempre molto, prova ne è che le risorse a disposizione vengono sempre prenotate in brevissimo tempo. Sottolineo fra l'altro che precedentemente era stato prorogato di sei mesi il termine per poter concludere gli investimenti, con riferimento ai finanziamenti stipulati anche nella seconda parte del 2023".

 

Il convegno non ha trascurato di analizzare la Legge Delega Fiscale (Legge n. 111/2023). Vale la pena ricordare che, in generale, nell'ordinamento italiano una legge delega fissa i contorni generali, la cornice entro cui successivi provvedimenti disciplineranno, nel dettaglio, la materia in questione. A mettere sotto la lente d'ingrandimento le principali novità d'interesse agricolo nella Legge Delega n. 111/2023, c'era l'avvocato Vanni Fusconi, dell'Ufficio Studi di ConsulenzaAgricola.it.

 

Con la Legge n. 111/2023 il legislatore ha dato mandato al Governo di riordinare la disciplina fiscale anche del settore agricolo, con particolare attenzione alle nuove forme di coltivazione che non necessariamente si portano avanti in terreno agricolo (vedi le vertical farm) o che non fanno uso di suolo, come per esempio aeroponica o idroponica.

 

"Dal punto di vista fiscale siamo indietro - ha detto Fusconi - la finalità della Legge Delega è quella di definire un sistema organico e di inserire nel reddito agrario anche queste nuove forme di coltivazione. Ad oggi il reddito agrario è una tariffa che è determinata sulla base della potenzialità del terreno, nel momento in cui non usi la terra il reddito agrario non può più essere applicato". Sempre più spesso infatti non solo si coltiva in serre tradizionali ma si coltiva in fabbricati che sono in aree urbane o artigianali. "Spero che l'intervento venga portato a termine, sarebbe un passo avanti enorme, anche queste coltivazioni dovranno generare reddito agrario, probabilmente con un intervento ministeriale. Si dovrà attribuire una rendita catastale a queste nuove forme di coltivazione, una rendita che inevitabilmente sarà più elevata perché la resa di queste è decisamente maggiore rispetto alla coltivazione in campo aperto".

 

La realtà, si sa, corre sempre più veloce della normativa ma, per una volta, visto il profilarsi della possibilità di integrare il reddito delle aziende agricole con futuri crediti di carbonio, la Legge Delega n. 111/2023 cerca di correre ai ripari in tempo prevedendo che si possano ricondurre i crediti di carbonio come diretta emanazione dell'attività agricola principale.

 

L'obiettivo è quello di ampliare la nozione di attività agricola comprendendo all'interno della definizione di imprenditore agricolo, (articolo 2135 del Codice Civile) anche chi produce beni immateriali, in questo caso chi ottiene una remunerazione per la sua attività di stoccaggio del carbonio, con conseguente impatto positivo sull'ambiente. "Nel 2020 tramite risposta a un interpello, l'Agenzia delle Entrate ha detto che i crediti di carbonio non possono rientrare in attività agricole connesse. Il legislatore va oltre e dice che è un'attività agricola principale e che va considerata come reddito agrario, sia ai fini civilistici che fiscali. Mi auguro - ha concluso Vanni Fusconi - che questi interventi siano portati a termine".