Agronomia, enologia ed economia. Ovvero i tre volti della viticoltura di qualità. Syngenta ha voluto riunire i tre differenti aspetti intorno al medesimo tavolo di discussione, organizzando un incontro tecnico incentrato sulla botrite della vite. Nel corso dell’evento, tenutosi presso la tenuta Contadi Castaldi in Franciacorta, sono stati infatti condivisi con gli oltre cento convenuti importanti aggiornamenti tecnici relativi alla biologia del patogeno, come pure sono state messe a confronto differenti situazioni di campo per come sono state rilevate nelle passate stagioni. Infine, sono stati sviscerati anche gli aspetti economici a carico dei viticoltori in caso la difesa antibotritica fosse condotta seguendo approcci inappropriati.
 
All’incontro tecnico sono convenuti ricercatori ed esperti di fama nazionale, come Annamaria Vercesi, dell’Universita` degli Studi di Milano, la quale ha riassunto le caratteristiche salienti della botrite e ne ha ricordato la complessità del ciclo e del controllo, condividendo con la platea gli aggiornamenti sulla biologia e sulla epidemiologia della malattia.

Annamaria Vercesi dell'Università degli Studi di Milano

Ciro Lazzarin, della società Agri 2000, ha da parte sua approfondito gli impatti della botrite nei risultati economici del vigneto e della cantina (leggi l'articolo su Agronotizie), evidenziando come le perdite quali-quantitative siano di gran lunga superiori ai costi necessari per i trattamenti fitosanitari, stimabili in pochi centesimi di euro per litro di vino. La sessione dedicata alle problematiche di cantina ha visto invece l’intervento di Christian Fabrizio, di “Autoctono”, il quale ha permesso di soppesare con una serie di assaggi comparativi gli impatti aromatici delle infezioni da Botrytis cinerea e dei marciumi secondari correlati (leggi l'articolo su Agronotizie).
 
Gli aspetti tecnici legati al controllo della botrite in campo sono stati invece condivisi tramite una tavola rotonda, la quale ha permesso il confronto fra diverse esperienze maturate in areali vinicoli italiani di pregio. Gli interventi hanno visto infatti i contributi di Albino Morando e Simone Lavezzaro, di VitEn, di Gabriele Posenato, di Agrea, e di Massimo Scannavini, di Astra (leggi l'articolo su Agronotizie sugli antibotritici naturali). Le loro testimonianze hanno permesso di acquisire differenti prospettive tecniche che abbracciano rispettivamente i vigneti del Piemonte, del Veneto e dell’Emilia-Romagna, ovvero le aree dove la botrite può arrecare danni fra i più seri. Da parte sua Domenico D’Ascenzo, del Servizio Fitosanitario della Regione Abruzzo, ha fornito invece i più recenti aggiornamenti in materia di disciplinari regionali di lotta integrata, tema questo in continua evoluzione e d’importanza strategica per chi produca vini in un’ottica di qualità.

 I partecipanti alla tavola rotonda. Da sinistra: Gabriele Posenato, Domenico D'Ascenzo, Simone Lavezzaro e  Massimo Scannavini

Il contributo di Syngenta contro la botrite

 
Da sempre Syngenta offre ai viticoltori soluzioni efficaci per la protezione dei vigneti dalle numerose patologie che li affliggono. Fra queste vi è la botrite, malattia i cui danni si ripercuotono negativamente sulle produzioni non solo dal punto di vista quantitativo, ma anche qualitativo. La botrite apre infatti la via ad altri microrganismi saprofiti capaci di produrre sostanze dal profilo tossicologico negativo, come le ocratossine, come pure sapori e odori sgradevoli che deprezzano gravemente il vino. La botrite presenta quindi risvolti che vanno oltre la semplice lotta in vigneto contro la patologia, bensì implica anche la conoscenza dei potenziali risvolti negativi su prodotti ad altro valore aggiunto come i vini italiani d’eccellenza.
 
 
Nel corso dell’evento sono state quindi presentate anche le linee tecniche di Syngenta contro questa pericolosa malattia, la quale trova in SWITCH il prodotto capace di controllarla in ogni fase fenologica della coltura. Grazie al duplice meccanismo d’azione delle sue due sostanze attive, ciprodinil e fludioxonil, SWITCH protegge i grappoli dalle infezioni agendo per via translaminare, offrendo al contempo una preziosa azione di vapore che consente di diffondere anche sulle parti del grappolo non raggiunte durante il trattamento. Un pregio che si valorizza soprattutto nelle varietà di uve a grappolo compatto. Inoltre, grazie all’azione mostrata contro i funghi saprofiti, fondamentalmente aspergilli e penicilli, SWITCH previene la formazione di ocratossine e di sostanze foriere di gusti e odori sgradevoli, come per esempio la geosmina.
Grazie infine all’ampio orizzonte registrativo su scala globale, SWITCH risulta funzionale anche alle logiche commerciali finalizzate all’esportazione, potendo contare su residui armonizzati a livello mondiale e sulla Import Tolerance americana.