Di grande interesse per il mondo agricolo la sentenza della Corte di Cassazione dello scorso 9 aprile. Una sentenza che chiude una lunga partita fra una tenace produttrice pugliese di uva da tavola (viva le donne…) e un grande breeder multinazionale.

Secondo la Corte di Cassazione il produttore agricolo è ora libero di commerciare con chi vuole i propri prodotti, anche se si tratta di varietà coperte da brevetto e per cui sono stati firmati contratti contenenti clausole di commercio esclusivo.

 

Il caso ha riguardato l'uva da tavola, una specie frutticola che sta radicalmente cambiando la propria offerta passando dalle varietà tradizionali (e libere da diritti) alle varietà apirene, spesso proprietà di grandi gruppi multinazionali. Nel caso in Puglia, il 40% delle uve apirene è detenuto da 5 grandi gruppi multinazionali (fonte: uvadatavola.com) che oltre a farsi pagare legittimamente le royalty imponevano con clausola contrattuale anche la vendita in esclusiva in canali da loro precedentemente selezionati.

Tale tecnica è utilizzata anche per altre specie ortofrutticole (per es. le mele) ed è nota come sistema di distribuzione "a club".

 

Bisogna doverosamente dire che, per i produttori, il sistema a club può comportare dei vantaggi in termini di vendita a prezzi più elevati. Per mantenere alto il prezzo l'offerta di varietà club può venire limitata in maniera centralizzata dal costitutore che può, inoltre, organizzare attività di marketing e di merchandising a sostegno del prodotto. Quindi se da una parte, come ha dichiarato un assessore pugliese, si rendevano gli agricoltori "mezzadri a vita" - dall'altra potrà venire a meno un sistema che in genere ha assicurato una certa programmazione distributiva e quindi una certa tranquillità ai produttori.

 

Ora sarà necessario per i produttori di uva da tavola pugliesi procedere celermente a un rafforzamento degli accordi di filiera: regolare l'offerta, promuovere e valorizzare il prodotto attraverso la costruzione di relazioni solide con i distributori.

Questo ovviamente non vale solo per l'uva da tavola ma per tutto il settore ortofrutticolo nazionale che soffre da anni di una sostanziale anarchia produttiva e commerciale che provoca, in ultima istanza, gravissimi danni particolarmente al mondo produttivo.

Drupacee docet….