L'Annuario dell'Agricoltura Italiana 2020 del Crea parla chiaro: dal 2010 al 2020 l'affidamento delle operazioni agricole ad imprese agromeccaniche è salito (il 47% delle aziende agricole si avvale di servizi contoterzi) e anche le superfici lavorate dagli agromeccanici, in particolare sulle colture specializzate, sono in aumento. La crescita del valore del contoterzismo professionale prosegue da anni e solo all'inizio della crisi di coronavirus ha registrato una lieve contrazione dovuta perlopiù alla scontistica applicata in seguito al crollo dei costi energetici nel 2020.

L'affermazione dei contoterzisti rappresenta una nota positiva per l'agricoltura, poiché tali operatori, disponendo di conoscenze specialistiche e macchine particolarmente moderne, contribuiscono a diminuire gli infortuni sul lavoro e a ridurre il rischio di impresa per i proprietari di aziende agricole. In questi anni, gli agromeccanici hanno fornito un importante supporto ad imprese di ogni dimensione, sia grandi sia piccole.

Un Albo per migliorare ancora

I dati del Crea sono incoraggianti, ma condizionati dalla mancanza di un censimento delle aziende contoterzi. "La stessa Istat, interpellata dall'Unione, considera necessario avviare una puntuale analisi del contoterzismo in Italia" afferma Aproniano Tassinari, presidente di Uncai.

L'Annuario riconosce l'importanza delle imprese che svolgono lavorazioni agromeccaniche in modo professionale, concentrandosi sulle richieste dei clienti. Il riconoscimento del ruolo degli agromeccanici passa dalla creazione di un Albo Nazionale che attesti professionalità, formazione e competenze degli iscritti, come quelli regionali di Lombardia ed Emilia Romagna.
"Fortemente richiesto da Uncai, l'Albo renderebbe possibili forme di finanziamento specifiche, utilizzabili dagli agromeccanici per l'acquisto di mezzi, e - aggiunge Tassinari - forme di sostegno alle aziende agricole che si avvalgono di servizi contoterzi certificati e gestiti con tecnologie innovative".