Scende in campo il Governo alla Fiera Internazionale del Vino. I capisaldi su cui si punta sono il made in Italy, l'informazione corretta contro le fake news, la cultura del nostro Paese, e il turismo. Il Vinitaly 2023 - presentato a Roma nel corso di una conferenza lo scorso 22 marzo - è in programma a VeronaFiere dal 2 al 5 aprile prossimi e guarda ormai in modo strutturale alle imprese e alla competitività del mercato.

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Al centro del ragionamento del Governo la necessità di chiarire gli aspetti più importanti dell'agroalimentare: per esempio quelli fatti emergere da ultimo dalla guerra in Ucraina oppure la querelle esplosa con la decisione dell'Irlanda di apporre sugli alcolici, incluso il vino, in etichetta messaggi in stile pacchetto di sigarette, ma anche il tema ancora in ballo del Nutriscore.

 

I numeri del vino italiano - secondo l'analisi dell'Osservatorio Uiv-Vinitaly e Prometeia - ci raccontano di un valore che arriva a superare i 31 miliardi di euro, di 530mila aziende e quasi 900mila lavoratori. Inoltre, dall'analisi di oltre quaranta settori più rappresentativi il vino con un attivo della bilancia import-export di +7,4 miliardi si piazza al primo posto per saldo commerciale. In Italia ci sono 29,4 milioni di consumatori di vino (55% della popolazione), di questi il 42% è quotidiano. La crescita media annua dei consumatori fino a 44 anni (il 34% del totale) è diminuita del 2,1% dal 2008 al 2021.

 

Il tratto caratteristico dell'industria enologica viene ritenuto il livello di internazionalizzazione. Con 7,9 miliardi di euro esportati nel 2022, le vendite estere hanno toccato il massimo storico, generando oltre il 54% del fatturato settoriale e confermando l'industria vinicola nettamente in testa al ranking dell'export dei settori alimentari. Secondo l'analisi dell'Osservatorio Uiv-Vinitaly e Prometeia questo tratto export-oriented strutturale determina un ruolo di apripista anche a beneficio degli altri comparti dell'agroalimentare. Emerge infatti come, negli ultimi quindici anni, ad ogni punto in più di crescita delle esportazioni di vino corrisponda - due anni dopo - una crescita di 0,8 punti percentuali in media per gli altri prodotti alimentari. In evidenza anche i rischi derivanti dai cambiamenti climatici; la risposta però arriva dalla stessa filiera vitivinicola che - viene spiegato - "potrebbe dover destinare, su base annua, risorse pari a circa lo 0,7% del proprio fatturato da qui al 2050. Per un controvalore di oltre 100 milioni di euro l'anno e un investimento complessivo di circa 2,7 miliardi".

 

"Quest'anno sul vino è entrata una partita dannosa - osserva il ministro dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e Forestale Francesco Lollobrigida - a partire dalla proposta di etichette salutistiche chieste dall'Irlanda. Vinitaly sarà la nostra trincea di controinformazione positiva, e su questo il Governo sarà massicciamente presente con una compartecipazione attiva alla manifestazione internazionale più importante per il vino italiano". Anche la premier Giorgia Meloni è attesa.

 

Poi Lollobrigida rivela l'evento "Bacco divino" annunciando "l'arrivo per la prima volta a Vinitaly di due dipinti" come "il Bacco di Caravaggio e il Bacco fanciullo di Guido Reni. Due capolavori dal valore incalcolabile portati a VeronaFiere a zero spese, grazie alla collaborazione del Ministero della Cultura, della Galleria degli Uffizi, di Assicurazioni Generali, per rendere ancora più evidente che il vino non è un fattore di rischio alcolico ma piuttosto un'espressione di una cultura secolare che ha permeato anche le belle arti, oltre che se consumato con moderazione la dieta mediterranea". "Quest'anno poi - spiega ancora Lollobrigida - c'è il coinvolgimento degli studenti delle scuole di agraria e degli istituti alberghieri".

 

Il Vinitaly del 2023 è come "la più grande ambasciata del vino italiano al servizio delle 4mila aziende espositrici presenti". Sono previsti arrivi per oltre mille top buyer (+43% sul 2022) da 68 Paesi, ospitati da VeronaFiere, in collaborazione con Ice Agenzia. Su oltre 100mila metri quadrati di esposizione sono anche previsti due saloni professionali: Enolitech con Vinitaly Design e Sol&Agrifood con B-Open e Xcellent Beers. Un piccolo antipasto, meglio un super assaggio, sarà OperaWine dove il giorno prima dell'apertura ufficiale ci sarà una degustazione con 130 produttori selezionati del nostro Paese.

 

"Troppo spesso il vino non è considerato dalla comunità economica per la sua reale dimensione - dice l'amministratore delegato di VeronaFiere, Maurizio Danese - il settore, con le sue imprese, è cresciuto ed ha affinato la propria managerialità fino a diventare un capitale strategico del prodotto Italia. Siamo convinti che il vino sia una ricchezza straordinaria per l'Italia e che la strada per l'ulteriore crescita debba necessariamente passare dall'export. È questo anche il traguardo di un Vinitaly che ha destinato gran parte delle proprie risorse in funzione di un allargamento globale della platea business e per il radicamento all'estero sui mercati emergenti e maturi".

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