Intelligenza artificiale. Sì, proprio lei, quella di cui si sente parlare sempre più spesso, anche nel settore agricolo, tanto da essere ormai la protagonista indiscussa di numerosi convegni e incontri online.

 

Ma partiamo dalla definizione. La Treccani la definisce quella "disciplina che studia se e in che modo si possano riprodurre i processi mentali più complessi mediante l'uso di un computer. Tale ricerca si sviluppa secondo due percorsi complementari: da un lato l'intelligenza artificiale cerca di avvicinare il funzionamento dei computer alle capacità dell'intelligenza umana, dall'altro usa le simulazioni informatiche per fare ipotesi sui meccanismi utilizzati dalla mente umana".

 

Recentemente è stata al centro del convegno "Agricoltura e intelligenza artificiale: un nuovo approccio tra sviluppo economico e sostenibilità" organizzato da Confagricoltura Rovigo sotto la guida di Frame - Divagazioni Scientifiche e che si è svolto sia in presenza presso il Salone del Grano a Rovigo, sia in diretta streaming, lo scorso 8 marzo. Il primo degli appuntamenti del Food&Science Festival Lab del 2024, il format che tappa dopo tappa porta in giro per l'Italia i contenuti del Food&Science Festival (dal 17 al 19 maggio prossimi a Mantova). Un incontro che ha coinvolto imprenditori, esperti e tanti altri ospiti per una riflessione sugli sviluppi e sulle applicazioni dell'intelligenza artificiale nel settore agricolo tra ricerca, industria e politica, in una prospettiva sia nazionale che europea.

 

Intelligenza artificiale, presente e futuro in agricoltura

"L'intelligenza artificiale è un tema di grande attualità e molto importante che influenzerà la nostra vita quotidiana e quindi anche l'agricoltura" ha affermato in apertura dei lavori Lauro Ballani, presidente di Confagricoltura Rovigo. "Sarà qualcosa che modificherà il nostro lavoro, ci permetterà di difendere le nostre aziende e il nostro territorio".

 

Viviamo in un momento storico in cui l'agricoltura è tornata ad avere una posizione di centralità, in quanto sono tantissimi i temi che ruotano attorno a questo settore, come per esempio la qualità e la sicurezza dell'agroalimentare, l'impatto delle nuove tecnologie, la sostenibilità ambientale, sociale ed economica, la Politica Agricola Comune (Pac) e la sovranità alimentare, tema particolarmente sentito e inserito anche nel nome del Ministero agricolo dall'attuale Governo.

 

E l'agricoltura di domani parlerà sempre più la lingua della robotica, della blockchain, dell'Internet of Things (Iot) e dell'intelligenza artificiale, proprio per garantire la produzione di prodotti sicuri e di qualità, ridurre gli sprechi, usare meno input chimici, meno acqua e meno carburante agricolo. Tutti strumenti che hanno ampi spazi di crescita e sviluppo e che nel settore primario hanno trovato terreno fertile, visto che quest'ultimo da sempre è "stato sede delle principali innovazioni e da sempre ha visto le maggiori implementazioni tecnologiche", come fatto presente da Cristiano Corazzari, assessore a Territorio, Cultura, Sicurezza, Flussi migratori, Caccia e Pesca della Regione Veneto.

 

Ma attenzione ai rischi, perché se da un lato i vantaggi che le tecnologie possono portare sono numerosi, dall'altro è fondamentale non tralasciare i pericoli che si possono correre se non si applicano in modo corretto. Ecco quindi che, come sostiene Paolo Benanti, presidente della Commissione AI per l'Informazione, professore di Etica delle Tecnologie alla Pontificia Università Gregoriana e membro dell'High-level Advisory Body on Artificial Intelligence dell'Onu, la vera sfida è quella di rendere le tecnologie "potabili". "Quando parliamo di potabilità - ha spiegato - parliamo di un qualcosa che è compatibile con il nostro sistema vivente. Se l'acqua, che è fondamentale per la vita, non è potabile, invece di aiutarci nella nostra sopravvivenza diventa qualcosa che ci avvelena. Queste tecnologie sono strumenti che possono essere utilizzati in una maniera utile o in una maniera pericolosa. Rendere potabile l'intelligenza artificiale significa renderla compatibile con i valori fondanti della coesione umana".

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Trend e innovazioni: focus sulla ricerca

Ma come sta impattando l'innovazione sul settore primario e quali sono i trend emergenti?

 

A questa domanda ha risposto Marianna Lo Zoppo, coordinatrice dell'Agri Lab - Romeo ed Enrica Invernizzi Agribusiness Research Iniziative e lecturer di Operations & Supply Chain Management presso SDA Bocconi School of Management, un centro di ricerca che studia tutta la filiera agroalimentare, con focus sul mondo agricolo. Marianna Lo Zoppo ha presentato una ricerca condotta in questi anni volta a capire come l'agricoltura possa rappresentare un investimento interessante per i fondi infrastrutturali. Oggi infatti alcuni "fondi che investono in infrastrutture guardano all'agricoltura come un asset interessante e da qui la richiesta di capire come si sta muovendo l'innovazione in questo settore e come l'innovazione si parla con quelli che sono i mega trend: quelle forze che impattano sull'agroalimentare" ha affermato.

 

Per prima cosa sono stati mappati i mega trend, ovvero quelle forze di cambiamento trasversali di lunga durata che impattano sul business e che si possono classificare in base alla seguente terminologia: società (per esempio il trend dell'espansione della classe media e il cambiamento delle abitudini di consumo nei Paesi in via di sviluppo), politica (come l'inasprimento delle tensioni e dei conflitti internazionali), economia (la crescita economica di alcuni Paesi e la globalizzazione economica), ambiente (cambiamento climatico), normativa (per esempio norme che si devono adattare alle nuove tecnologie e leggi a protezione dei consumatori) e tecnologia (esplosione di alcune tecnologie, come appunto l'intelligenza artificiale). "Questi mega trend si influenzano, rafforzano e incidono l'uno sull'altro" spiega Marianna Lo Zoppo.

 

Venendo nello specifico, quelli che impattano sul settore agroalimentare sono i seguenti: la crescita della domanda e le nuove abitudini alimentari, il cambiamento climatico e quindi la pressione che l'attività umana sta avendo sugli ecosistemi, l'innovazione tecnologica e l'iperconnettività, la globalizzazione e la povertà e le disuguaglianze.

 

A fronte di tutto questo, le sfide dell'agribusiness si possono riassumere in quattro punti:

  • aumentare la produttività del settore primario e ridurre gli sprechi lungo tutta la filiera;
  • incrementare l'efficienza nell'uso delle risorse e preservare i servizi ecosistemici;
  • migliorare la nutrizione e la salute pubblica;
  • distribuire in modo più equo il valore lungo la catena di fornitura.

 

Le sfide dell'agribusiness a partire dai mega trend

Le sfide dell'agribusiness a partire dai mega trend

(Fonte foto: Presentazione di Marianna Lo Zoppo, coordinatrice dell'Agri Lab - Romeo ed Enrica Invernizzi Agribusiness Research Iniziative e lecturer di Operations & Supply Chain Management presso SDA Bocconi School of Management)

 

Ma quindi, come può l'innovazione dare una risposta a queste sfide? Domanda che ha guidato la ricerca e che ha portato ad individuare otto trend di innovazione nel comparto: energie rinnovabili, agritech, proteine alternative, biotecnologie e avanzamenti della chimica, nuovi sistemi per produrre e allevare (per esempio il vertical farming), tracciabilità e tecniche per conservare più a lungo gli alimenti, innovazioni nell'acquacoltura ed ecommerce.

 

Ognuna di queste tecnologie risponde a una o più sfide di quelle precedentemente elencate. In particolar modo, il 67% delle innovazioni identificate mira a ridurre l'impatto delle attività umane sull'ambiente per preservare le risorse naturali e ripristinare gli ecosistemi; il 56% aumenta la produttività agricola e la disponibilità di cibo, con conseguenti impatti positivi sulla sicurezza alimentare; il 39% riduce le inefficienze lungo la catena alimentare e affronta il problema dello spreco alimentare; il 33% aumenta la resilienza dell'agricoltura ai cambiamenti climatici; infine, il 28% ha un impatto positivo sulla food safety.

 

In conclusione, la maggior parte di queste innovazioni rappresenta opportunità di business o innovazioni di processo per agricoltori e produttori, e di conseguenza l'innovazione rappresenta un passaggio indispensabile per costruire un futuro sempre più sostenibile.

 

Semplicità e formazione in primis

Spazio poi al punto di vista delle imprese, tutte concordi nell'affermare che l'intelligenza artificiale rappresenta un'alleata per gli agricoltori. Questi ultimi infatti da sempre sono aperti al nuovo, a tutto ciò che può aiutali a risolvere i loro problemi e a semplificare il loro lavoro, ma un aspetto su tutti è fondamentale: la formazione.

 

Sapere cosa serve all'agricoltore, guidarlo nella scelta della giusta tecnologia e successivamente affiancarlo nell'uso della stessa sono i tre passi da compiere per avere successo. A questi si devono aggiungere due parole chiave: semplicità e interoperabilità. La tecnologia deve essere semplice da usare e al tempo stesso intuitiva; mentre per interoperabilità si intende la necessità di far dialogare tutte queste tecnologie e questi strumenti per ottimizzare l'uso dei dati, migliorare la tracciabilità, semplificare la vita all'agricoltore, abbattere i costi e allo stesso tempo aumentare i margini e la sostenibilità e ridurre la burocrazia.

 

Progetti ad alto tasso di innovazione

Tra i partecipanti all'evento di Rovigo c'era anche Raffaele Giaffreda, ricercatore senior della Fondazione Bruno Kessler e coordinatore europeo di AgrifoodTEF, un progetto che ha l'obiettivo di sviluppare infrastrutture di test dedicate a nuovi prodotti e servizi di intelligenza artificiale e robotica nel settore agroalimentare.

 

Con un budget totale di 60 milioni di euro e un orizzonte temporale di cinque anni, rivolge i propri servizi ad aziende e sviluppatori di tutta Europa che vogliono validare le proprie soluzioni innovative in condizioni di utilizzo reale, velocizzandone la transizione al mercato. Vuole infatti "validare le soluzioni delle aziende tecnologiche, soprattutto piccole e medie imprese, per contribuire a capire come aiutare le aziende agricole con innovazioni che effettivamente sono state testate in campo" ha spiegato Giaffreda.

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Per conoscere meglio il progetto AgrifoodTEF è possibile ascoltare il podcast di seguito realizzato dalla giornalista Barbara Righini per il progetto CAP4AgroInnovation.

 

Ascolta l'intervento di Raffaele Giaffreda, ricercatore senior della Fondazione Bruno Kessler e coordinatore del progetto AgrifoodTEF.
Puoi trovare tutti i podcast della playlist "Coltiviamo innovazione" in questa pagina

 

Credere nell'innovazione. Sempre

Le conclusioni dell'intensa mattinata di lavori sono state affidate al presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, il quale ha parlato ancora una volta dell'importanza delle nuove tecnologie per il mondo agricolo, focalizzandosi sul ruolo che ha l'associazione nel consentire una loro corretta diffusione.

 

"Credere nell'innovazione e nella tecnologia è la sfida che ci attende - ha affermato - di fronte a noi c'è una strada enorme da percorrere. Bisogna crederci".

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