Quello che Joachim Rukwied, il presidente della DBV, l'Associazione degli agricoltori tedeschi, ha raccomandato, è stato di "manifestare pacificamente", dopo che nei giorni scorsi un gruppo di contadini ha impedito al vicecancelliere e ministro (verde) dell'Economia, Robert Habeck, di sbarcare dal traghetto al porto di Schlüttsiel, mentre faceva ritorno a casa dall'Isola di Hogge, nel profondo Nord vicino alla Danimarca. Il segnale che l'esasperazione è molto forte, dopo che il Governo guidato da Martin Scholz ha previsto lo stop al diesel agevolato per i trattori, scatenando già nella seconda metà di dicembre una lunga protesta alla porta di Brandeburgo a Berlino.

 

Per questa settimana sono state annunciate manifestazioni di protesta da parte degli agricoltori, che coinvolgeranno in maniera organizzata tutta la Germania (da Berlino a Monaco di Baviera, ma anche ad Amburgo, Brema, Göttingen, Potsdam, Magdeburgo, Dresda, Kassel, Bonn, Düsseldorf), secondo un programma che la DBV, la Deutscher Bauernverband, il sindacato agricolo più importante nel Paese teutonico, ha diffuso sul proprio sito. "A livello nazionale, in tutti i Länder si svolgeranno oltre cento azioni per mettere in guardia la popolazione e i politici dal mettere a repentaglio la competitività e l'esistenza degli agricoltori e delle imprese di trasporto di medie dimensioni" scrive la DBV. "Per un'agricoltura competitiva, il sostegno al diesel agricolo e l'esenzione fiscale sui veicoli sono essenziali".

 

E a manifestare insieme al mondo agricolo saranno anche l'Associazione federale della logistica e dello smaltimento dei trasporti merci (BGL) e - per oggi 8 gennaio 2024 - coi macchinisti delle ferrovie.

 

Joachim Rukwied, numero uno della DBV, ritiene inadeguati i miglioramenti apportati dal Governo federale ai previsti tagli al diesel agricolo e alla tassa sui veicoli, relativamente ai quali, dopo sondaggi politici decisamente preoccupanti, si è smarcato nei giorni scorsi lo stesso ministro dell'Agricoltura tedesco, il verde Ozdemir Cem.

"La nostra posizione resta invariata - ha insistito Rukwied - : entrambe le proposte di taglio devono essere rimosse dal tavolo. Si tratta evidentemente anche della sostenibilità futura del nostro settore e della questione se la produzione alimentare nazionale sia ancora auspicabile. Continueremo quindi a mantenere la nostra settimana di azione".

 

Già a metà dicembre gli agricoltori erano scesi in piazza, invadendo Berlino con 10mila imprenditori e circa 3mila trattori. Il messaggio della DBV era stato chiarissimo. "La prevista abolizione delle agevolazioni per il gasolio agricolo e dell'esenzione dalla tassa sugli autoveicoli per i mezzi agricoli è inaccettabile, è una dichiarazione di guerra alle famiglie contadine tedesche", aveva tuonato Rukwied.

 

La decisione del Governo di eliminare i sussidi per il gasolio e l'esenzione dall'imposta sugli autoveicoli per le macchine agricole e forestali rientra - secondo quanto aveva spiegato il mese scorso Frankfurter Allgemeine Zeitung - nel Piano di risanamento del bilancio a seguito della sentenza della Corte Costituzionale Federale, che a novembre aveva giudicato incostituzionale la decisione del Governo di trasferire 60 miliardi di euro presi a debito, inizialmente destinati alla lotta contro la pandemia, al Fondo per il Clima e la Transizione.

 

Il Governo con la decisione contro il diesel agricolo ipotizzava di risparmiare circa 900 milioni di euro all'anno, ma la decisione ha fatto infuriare il mondo agricolo, alle prese con l'incertezza del futuro, il blocco degli investimenti per l'incertezza delle entrate e le pressioni legate alla transizione ecologica, non sempre efficaci, ma molto spesso guidate da un'ideologia verde che sembra aver segnato il passo in Europa, dopo le dimissioni del commissario Ue, Frans Timmermans, bocciato alle ultime elezioni olandesi con il contributo determinante del partito degli agricoltori.

 

Il quadro delle esenzioni in Germania

Secondo l'elaborazione del quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, in Germania "finora le aziende agricole hanno potuto ottenere un rimborso parziale della tassa sul gasolio pari a 21,48 centesimi al litro a fronte di un'aliquota ordinaria di 47,04 centesimi al litro. Gli agricoltori beneficiano dunque di un'aliquota ridotta di 25,56 centesimi al litro; inoltre, i veicoli agricoli e forestali sono esenti dalla tassa automobilistica".

 

Secondo le stime, con i tagli previsti, "le aziende agricole dovrebbero pagare in media ogni anno 4mila euro di tasse aggiuntive. Nell'anno finanziario 2022-2023, un agricoltore della Bassa Sassonia, ad esempio, ha speso mediamente per l'acquisto di carburante e lubrificanti circa 21mila euro, ottenendo un rimborso per il gasolio agricolo pari a circa 3.500 euro (...). Ma gli agricoltori non possono trasferire ai consumatori i costi aggiuntivi che dovranno sostenere, e questo - criticano i rappresentanti del settore - si tradurrà inevitabilmente in una riduzione dei profitti".

 

Sul fronte delle esenzioni relative al gasolio agricolo, non tutti sembrano avere la medesima posizione. Peter Breunig, docente di Economia Agraria all'Università di Scienze Applicate di Weihenstephan-Triesdorf, afferma che "continuare a sovvenzionare i combustibili fossili è anacronistico".

 

La questione, però, a ben vedere è un'altra. La transizione dal diesel all'elettrico o all'idrogeno appare ancora lontana e, al momento, costosa. Eliminare i sussidi al gasolio agricolo agevolato sembra, pertanto, un accanimento sulla marginalità degli agricoltori, più che una decisione ispirata alla transizione green.

 

Uno scenario, fra ribassi dei cereali, costi di produzione che potrebbero impennarsi nuovamente sia sul fronte energetico che per altri fattori esogeni (fertilizzanti, benessere animale, manodopera, eccetera), che preoccupa e non poco gli agricoltori tedeschi, avvicinati in questa fase - da quanto si legge - anche dal partito di estrema destra AfD, che punta a raccogliere consensi.

 

Sul tema, pur senza menzionare l'AfD, nei giorni scorsi è intervenuta l'Associazione degli agricoltori tedeschi. Nel discorso di fine anno agli associati della DBV, infatti, il presidente Joachim Rukwied aveva dichiarato: "Vediamo che la nostra immagine democratica di noi stessi sta seriamente vacillando, non solo a livello globale, ma anche in alcuni Paesi europei. Siamo a un punto critico. Ciò potrebbe essere evidente anche nelle cabine elettorali di diversi Stati federali e nelle elezioni europee di quest'anno. In considerazione di ciò, come europei e democratici convinti, è importante restare uniti, difendere i nostri valori e prendere chiaramente le distanze da qualsiasi radicalizzazione".

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Da oggi via a una settimana di protesta. Vedremo come andrà a finire. Alla finestra ci sono gli agricoltori di tutta Europa.