Da un lato il mercato delle macchine agricole in calo, dall'altro gli incentivi per supportare le vendite che stentano a decollare. Il panorama della meccanizzazione agricola italiana sta affrontando un periodo di crisi.

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Eppure la necessità di nuove macchine e tecnologie in campo non è mai stata così forte: gli agricoltori si trovano impreparati nell'affrontare cali di resa, aumento dei costi, politiche più stringenti e forti spinte ambientaliste.

 

In un momento storico in cui il potere d'acquisto cala ma la necessità di investire rimane, ecco che per un agricoltore saper sfruttare al meglio gli incentivi diventa fondamentale. Da AgroNotizie® un'analisi delle principali fonti di contributo per il settore definita con il contributo di Simona Rapastella, direttore generale di FederUnacoma, e Andrea Borio, presidente di Federacma.

 

In sintesi: tutte le agevolazioni (nazionali) per la meccanizzazione

Ma quali possibilità sono a disposizione del'agricoltore nel 2024? Il primo bando Ismea si è concluso e a "breve" partirà il prossimo, i bandi regionali del Pnrr sono in scadenza, il Credito 4.0, dopo il boom registrato nel 2021-2022, è stato ridimensionato. Rimangono disponibili la Nuova Sabatini e i bandi Isi e, all'orizzonte, si delinea timidamente il credito 5.0 del Pnrr.

 

"Il parco macchine nel nostro Paese è molto vecchio e questo è un limite serio alla competitività delle imprese agricole. A fronte di questo, tutti gli strumenti di incentivazione sono preziosi, ed è un bene che ve ne siano diversi e con differenti caratterizzazioni" spiega Rapastella. 

 

"Avere incentivi è sempre positivo per gli agricoltori e per noi rivenditori perché ciò, testimonia quantomeno un’attenzione da parte delle Istituzioni politiche verso la meccanizzazione e l’innovazione" aggiunge Borio.

 

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Simona Rapastella, direttore generale di FederUnacoma, e Andrea Borio, presidente di Federacma
(Fonte foto: AgroNotizie)

 

Per la meccanica agricola non mancano interventi e finanziamenti

Il Fondo per l'innovazione in agricoltura erogato da Ismea che prevede una dotazione di 225 milioni di euro (+ 25 recentemente aggiunti) per il triennio 2023-2025, ha già messo a disposizione ed esaurito la prima tranche di finanziamenti pari a 75 milioni di euro. Nel 2024 - in modalità ancora da chiarire - saranno invece 100 i milioni di euro a disposizione.

 

Degli oltre 6 miliardi di euro del Pnrr destinati al settore primario, ben 400 milioni sono dedicati all'ammodernamento delle macchine agricole. Questi a loro volta, sono stati suddivisi tra le singole regioni. Ognuna ha poi messo a disposizione, entro fine marzo 2024, i contributi a fondo perduto nell'importo massimo di 35 mila o 70 mila euro, a seconda dell'investimento.

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Il Piano Nazionale Transizione 4.0, conosciuto anche come Credito d'imposta 4.0, è ancora disponibile per l'intero 2024. Ma se fino al 2023 gli agricoltori potevano contare su un credito pari al 40% del costo per investimenti fino a 2,5 milioni di euro, al 20% per spese da 2,5 a 10 milioni e al 10% per quelli fino ai 20 milioni, ora e fino al 2025, le aliquote scendono rispettivamente al 20, 10 e 5%.

 

A questo si affianca il nuovissimo Piano Transizione 5.0 che per il biennio 2024-2025 prevede un credito d'imposta fino al 45% per coloro che investono in macchine interconnesse e dell'impatto positivo sui consumi energetici aziendali.

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Il rifinanziamento da 100 milioni di euro della misura Beni strumentali (Nuova Sabatini), prevede anche per il 2024 un finanziamento agevolato dalla durata massima di 5 anni, compreso tra 20 mila e i 4 milioni di euro, con la possibilità di garanzie fornite dal Fondo di Garanzia per le PMI fino all'80% dell'importo richiesto.

Il Bando Isi Inail 2023 - valido per l'anno 2024 - sovvenziona progetti per il miglioramento delle condizioni di salute e di sicurezza sul lavoro e volti alla riduzione delle emissioni. Per l'anno corrente è disponibile un fondo perduto da 90 milioni di euro destinato all'acquisto di trattori e attrezzature, fino ad un massimo di 130 mila euro per singolo contributo.

 

Consigli per l'acquisto: Pnrr e Ismea, opportunità o occasione persa?

Insomma, anche per il 2024 gli agricoltori, almeno sulla carta, dispongono di un cospicuo tesoretto a cui attingere. Con il contributo di FederUnacoma - unione dei costruttori - e Federacma - associazione dei rivenditori e distributori - facciamo il punto sui due principali fondi (Ismea e Pnrr) identificandone ostacoli e opportunità.

 

Soluzioni finanziate: molte, tante, troppe?

Con Ismea e Pnrr gli agricoltori hanno avuto la possibilità di acquistare, grazie ai contributi erogati, diversi tipi di macchine, attrezzature e sistemi di precisione (un elenco dettagliato qui) in grado di aumentare la capacità produttiva delle aziende.

 

"Tra i progetti finanziabili con il Pnrr, riteniamo più importanti soluzioni come gli apparati telemetrici (di secondo impianto solo se periziabili, ovvero conformi ai principi dei bandi) e le macchine per l’agricoltura di precisione e l'ottimizzazione dell’irrigazione" sottolinea Borio.

 

Ma non tutto è finanziabile. "La tipologia di mezzi che ha rischiato di essere penalizzata è, paradossalmente, quella delle trattrici. Vale a dire quelle macchine che rappresentano il perno della meccanizzazione agricola. Il Pnrr, infatti, prevede incentivi per le sole trattrici a metano o elettriche, cioè tecnologie ancora in divenire che sono attualmente una quota minima del mercato" spiega Rapastella. 

 

"All’appello mancano anche le macchine di minima lavorazione - continua Borio - che sono però finanziabili con i bandi Isi Inail. Mentre per l'acquisto dei trattori (solo se stage V, ma oramai tutti i nuovi mezzi lo sono ndr.) il Governo ha opportunamente introdotto il Fondo Innovazione affidato a Ismea, ed infatti lo sportello relativo alla prima annualità è stato letteralmente preso d’assalto".

 

"Questo nuovo strumento (fondo Ismea) finanzia tipologie di trattrici realmente presenti sul mercato e può dunque avere un impatto effettivo sul rinnovo del parco macchine" aggiunge Rapastella.

 

Tuttavia, il numero di progetti finanziati nel 2023 si aggira intorno a 1.900 e si prevede un andamento simile nei prossimi due anni. Il reale impatto sul vetusto parco macchine italiano (circa 2 milioni di unità), anche ipotizzando che un progetto finanziato corrisponda ad un nuovo trattore, risulta essere molto basso.

 

Nelle campagne italiane circolano ancora una grande quantità di trattrici con età superiore ai 35 anni

Nelle campagne italiane circolano ancora una grande quantità di trattrici con età superiore ai 35 anni
(Fonte foto; Wikimedia Commons)

 

Cosa pensano costruttori e rivenditori?

Gli incentivi legati alla meccanizzazione agricola, coinvolgono non solo gli agricoltori ma l'intera filiera produttiva e commerciale che, a sua volta, ha interesse nella buona riuscita dei bandi.

 

"Per quanto riguarda l’efficacia dei singoli strumenti, noi (FederUnacoma ndr.) guardiamo sempre con favore alla continuità nell’erogazione dei fondi. Quindi a piani che abbiano una valenza pluriennale perché consentono la pianificazione degli investimenti, e che evitino quei picchi di domanda che si sono sempre verificati, ad esempio con i provvedimenti di rottamazione, che vanno a svantaggio anche dei costruttori" commenta Rapastella.

 

Tuttavia vi sono sempre delle controindicazioni che possono verificarsi, come ci spiega Borio. "Con il moltiplicarsi degli strumenti, si è generato un mercato 'drogato' che pone il cliente in una condizione mentale tale per cui senza incentivo non è più possibile investire. Anche nell'approccio agli incentivi non mancano le complessità di partecipazione che spaventano e allontanano i potenziali beneficiari".

 

Complessità che devono essere considerate anche al livello di tempistiche. "Anche se in questo momento non è facile capire quali sono gli aspetti da rivedere per i Fondi Pnrr, è chiaro che andrebbe già considerata una possibile proroga delle scadenze per presentare domanda di finanziamento, affinché i ritardi in partenza possano essere recuperati" fa notare Rapastella.

 

Un importante effetto collaterale della spinta verso il nuovo è il proliferare del mercato dell'usato: l’immatricolazione di una nuova macchina comporta spesso il ritiro del mezzo usato che, se non destinato alla rottamazione, in genere viene rivenduto. Nel nostro Paese, il volume dell'usato agricolo è pari al doppio di quello delle immatricolazioni annue di mezzi nuovi.

 

"Insomma, promuovendo eccessivamente il mercato del nuovo si rischia involontariamente di alimentare anche quello dell’usato, e questo contraddice la strategia di rinnovo del parco macchine che, come detto, è necessaria" prosegue Rapastella.

 

Siamo sbarcati nell'era post 4.0

Il boom vissuto con il Credito 4.0 sembra essere terminato e il mercato sta vivendo un duro contraccolpo, ma cosa è cambiato rispetto a soli due anni fa

 

"Purtroppo, le diverse complicazioni elencate fanno sì che spesso, siano sempre gli stessi a partecipare ai bandi. Mentre, chi ne avrebbe maggiormente bisogno non è in grado di partecipare o non è stimolato a farlo. Del resto, tra domande, graduatorie e acquisto, i tempi sono davvero lunghi. Talvolta si superano i 18 mesi" sottolinea Borio.

 

"Siamo in una fase di transizione verso un assestamento definitivo dei vari incentivi. In questa fase il mercato non soltanto non può riattivarsi ma tende a ridursi ulteriormente, perché tutte le imprese aspettano l’arrivo dell'incentivo migliore" spiega Rapastella. "Il ricambio fisiologico dei mezzi viene così congelato causando un danno all’intera filiera agromeccanica". 

 

"Il credito d’imposta (nella versione 4.0 e in quella 5.0, attesa con il Dl Pnrr appena emanato), è uno strumento immediato, caratterizzato da pratiche evase in poco tempo sempre che il mezzo sia disponibile" commenta Borio, che aggiunge: "anche per noi rivenditori c’è un grande vantaggio che è quello di ricevere in acconto almeno il 20%. Con il proliferare dei bandi click day, invece, abbiamo un mercato che si muove a singhiozzo, con tutti che credono di poter essere loro a staccare il biglietto vincente".

 

"Confidiamo che i nuovi strumenti possano essere presto attivati e ci auguriamo che nel secondo semestre dell’anno, il mercato possa dare segnali di ripresa" aggiunge Rapastella. 

 

Nel mondo che vorrei: l'incentivo ideale 

"Con i fondi a disposizione si potrebbe imporre prioritariamente la sostituzione dei mezzi immatricolati ante ’87 e quindi privi di rollbar e cinture di sicurezza (ricordiamo i 120 decessi l’anno legati a ciò). Oppure - chiarisce Borio -, si potrebbero rafforzare la misura relativa al credito d’imposta e la Zes Sud o, ancora, potenziare l’abbattimento degli interessi spalmandoli su un periodo di più lungo, passando da finanziamenti della durata di 5 anni a 8, più congrui al reale ammortamento delle macchine" commenta Borio.

 

"Le tecnologie agromeccaniche si sono sviluppate moltissimo in questi anni, con l’introduzione massiva di sistemi digitali di precisione. Ma i reali benefici di queste tecnologie, si apprezzano solo se messe a sistema: l’innovazione non può essere realizzata a macchia di leopardo" sostiene Rapastella.

 

Costruttori e rivenditori hanno accesso ai tavoli istituzionali dove i finanziamenti vengono costruiti e confezionati, ma verso quale forma di incentivo ci si sta dirigendo? E cosa troveranno gli agricoltori nei bandi futuri?

 

"Lo strumento che stiamo promuovendo sui tavoli istituzionali è un credito d’imposta almeno al 50%, che incentivi la sostituzione dei mezzi più vetusti e, pertanto, più inquinanti e pericolosi e che duri per almeno 5-7 anni" aggiunge Borio.

 

"Come FederUnacoma auspichiamo che, in prospettiva, i sistemi di incentivazione siano non soltanto strutturati sul medio e lungo periodo ma organizzati in forma di 'pacchetti tecnologici' che comprendano più tipologie di mezzi in grado di operare in modo integrato, realizzando proprio quel salto di qualità di cui l’agricoltura ha bisogno" conclude Rapastella.

 

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