Con la nuova Politica Agricola Comune (Pac) cambia radicalmente il sistema dei pagamenti diretti, i fondi cioè del Primo Pilastro. Se il budget per la nuova programmazione rimane sostanzialmente invariato rispetto alla precedente Pac (36,6 miliardi di euro), a cambiare sono gli interventi a sostegno degli agricoltori europei.

 

Il 48% delle risorse viene infatti assorbito dai pagamenti base (sostegno al reddito di base). Ci sono poi gli Ecoschemi (Regimi per il clima e l'ambiente), che assorbono il 25% delle risorse, e più giù troviamo il pagamento accoppiato, con il 15%. Il Sostegno ridistributivo al reddito arriva al 10%, mentre per i giovani agricoltori è stato allocato il 2% delle risorse.

 

Ripartizione del plafond di pagamenti diretti

Ripartizione del plafond di pagamenti diretti

(Fonte foto: Università degli Studi di Perugia)

 

Il pagamento accoppiato rappresenta dunque una importante voce della nuova Pac, pari a 524,43 milioni di euro all'anno, che vengono distribuiti agli agricoltori che coltivano particolari specie di interesse agrario o svolgono particolari attività zootecniche.

 

Vediamo ora i principali interventi.

 

Focus sul pagamento accoppiato

 

Il sostegno accoppiato in zootecnia

Il settore zootecnico è uno di quelli che ha risentito maggiormente del fenomeno della convergenza, con il quale l'Italia ha voluto ridurre il gap che esisteva tra i valori dei diversi Titoli Pac. Da quest'anno, infatti, si è proceduto ad un ricalcolo di tutti i Titoli, mettendo un tetto di 2mila euro e prevedendo una graduale riduzione dei valori.

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Visto che la zootecnia, in generale, ha perso risorse da questo provvedimento, le regioni e lo Stato hanno voluto sostenere il reddito degli allevatori attraverso il pagamento accoppiato, che per la zootecnia assorbe il 42% delle risorse, pari a oltre 218 milioni di euro l'anno.

 

Nelle tabelle che seguono, elaborate sui dati forniti da Angelo Frascarelli, presidente di Ismea, sono riassunte le stime dei pagamenti a capo. Si tratta di stime in quanto il plafond è fisso e viene ridistribuito tra quanti agricoltori hanno diritto a fare domanda.

 

Tabella: Destinatario dell'intervento ed euro a capo (stima)

Destinatario dell'intervento ed euro a capo (stima)

(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)

 

Si va dunque dai 123 euro a capo per chi produce latte in montagna, ai 33 del settore bufalino, fino ai 67 delle vacche da latte in pianura. Nel complesso il settore del latte assorbe il 42% delle risorse, pari a oltre 92 milioni di euro.

 

Il 52% dei fondi è invece destinato al settore della carne bovina (pari a 112 milioni di euro). Si va da 118 euro per le vacche nutrici da carne e a duplice attitudine iscritte ai Libri Genealogici o al Registro Anagrafico, scendendo fino ai 39 euro per i capi bovini macellati di età compresa tra 12 e 24 mesi. Infine il 6% delle risorse, pari a 13 milioni di euro, è destinato al settore della carne ovina.

 

Il sostegno accoppiato nelle produzioni vegetali

Se invece si guardano le produzioni vegetali salta agli occhi come la coltivazione della barbabietola da zucchero sia quella maggiormente sostenuta, con ben 658 euro ad ettaro. Questo per una scelta politica volta a preservare quello che rimane della filiera dello zucchero italiano. Segue poi il riso, con 336 euro ad ettaro. Anche in questo caso si è voluto sostenere un settore che ha perso molto sui pagamenti di base a causa del fenomeno della convergenza.

 

Con 173 euro troviamo al terzo posto il pomodoro da industria, mentre al quarto gli agrumi con 150 euro. Al quinto ci sono i produttori di soia, con 136 euro ad ettaro. In questo caso l'Italia ha convenuto che il settore delle proteine vegetali fosse strategico per il Paese e quindi andasse potenziato.

 

Più giù l'olio Dop e Igp, con 116 euro/ettaro, e le proteoleaginose (girasole e colza), con 101 euro ad ettaro. 93 euro invece sono destinati ai produttori di grano duro. In fondo alla classifica le leguminose in generale (lenticchia, cece, pisello proteico, eccetera), con 40 euro ad ettaro.

 

Tabella: Destinatario dell'intervento ed euro ad ettaro (stima)

Destinatario dell'intervento ed euro ad ettaro (stima)

(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)

 

Sostegno accoppiato, attenzione ai dettagli

Il sostegno accoppiato rappresenta una importante fonte di reddito per alcuni agricoltori. All'interno del Piano Strategico Pac (Psp) sono tuttavia elencati alcuni obblighi che le aziende devono assolvere per vedersi riconosciuti i premi.

 

Occorre fare valutazioni caso per caso, ma in generale tutti gli agricoltori devono completare il ciclo colturale: per il grano equivale alla maturazione delle cariossidi, per la barbabietola si parla di radici, mentre per il pomodoro da industria si guarda ai frutti.

 

Dal 2024 è richiesto l'impiego di sementi certificate. Per il grano duro ad esempio deve essere utilizzata "la semente della categoria di base o della categoria certificata (di I o II riproduzione ), appartenenti a varietà iscritte nei Registri delle Varietà o nel Catalogo Comune Europeo". Le aziende bio possono utilizzare sementi convenzionali qualora quelle biologiche non siano disponibili sul mercato.

 

Per molte colture viene richiesta la stipula di un contratto di filiera con l'industria di trasformazione. È il caso ad esempio della barbabietola da zucchero, come anche del pomodoro da industria o delle oleaginose.

 

In tutti i casi il pagamento accoppiato è subordinato al rispetto della condizionalità rafforzata, che è il prerequisito per accedere al pagamento di base.