Rendere più produttive le aziende agricole ad alto potenziale nelle aree montane svantaggiate del Nord Albania, grazie all'accesso a servizi efficaci di assistenza agricola e rurale, formazione professionale qualificata e ad asset concreti e sostenibili per farsi spazio sul mercato ed essere competitivi. È questo l'obiettivo del progetto triennale Ruralbania finanziato da Aics, Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e promosso da Volontari nel Mondo Rtm in partenariato con Cia - Agricoltori Italiani e Regione Emilia Romagna, presentato a Cesena lo scorso 21 ottobre 2022, in occasione dell'evento di lancio nella sede di Cia Romagna.

 

L'incontro è stato anche la tappa conclusiva della prima visita studio che, per una settimana, ha visto tra aziende, agriturismi e uffici sul territorio, rappresentanti del Ministero dell'Agricoltura albanese e di associazioni e reti di categoria operanti a Scutari, Kukes e Dibra.

 

"Puntiamo a massimizzare l'impatto socioeconomico del progetto sulle comunità interessate - hanno detto Francesco Gradari, responsabile Area Balcani di Volontari nel Mondo Rtm e Cristina Chirico, responsabile Ufficio Internazionalizzazione di Cia - lavorando affinché conquistino, nel triennio, maggiore produttività e, quindi, reddito, capacità di nuovi investimenti e un calo deciso della povertà. Riteniamo, per questo, strategico un partenariato costruito sull'apporto concreto delle migliori esperienze italiane di settore, quali i Caa, Centri di Assistenza Agricola, e la valorizzazione delle produzioni tipiche locali".


Oggi in Albania le associazioni agricole sono poco strutturate per la realizzazione dei servizi agricoli di cui i piccoli imprenditori hanno bisogno, in termini sia di accesso ai finanziamenti pubblici che di consulenza agronomica. Mancano anche i Centri di Assistenza Agricola e Rtm con Cia ne hanno fatto il motore dell'iniziativa di cooperazione, quali strumenti alla base del processo di sviluppo sostenibile dell'imprenditoria agricola albanese, soprattutto nelle aree più fragili e rurali.


Primo step del progetto, infatti, la messa in condivisione di conoscenze e competenze, da una parte, attraverso la formazione, l'assistenza tecnica e finanziaria in materia di buone prassi Ue dei Centri di Assistenza Agricola e per l'avvio di tre sedi pilota nelle aree target. È a cura del Caa-Cia per associazioni e istituzioni albanesi. Dall'altra con l'aggiornamento professionale per formatori sui servizi, guidato dall'Associazione Agricoltura è Vita-Cia per la Formazione, la Ricerca e la Divulgazione. Inoltre, alla Regione Emilia Romagna, di fama internazionale per la valorizzazione delle produzioni agroalimentari tipiche, è affidata la formazione di attori pubblici e privati albanesi in materia di marchi di qualità geografici e disciplinari di produzione.

 

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Azienda apistica Zambelli

(Fonte foto: Cia - Agricoltori Italiani)

 

Faro di riferimento, l'Agenda 2030 e l'adesione dell'Albania all'Europa (dalla candidatura del 2013, negoziati avviati lo scorso luglio) che incoraggiano il Paese delle Aquile alla promozione di un'agricoltura sempre più sostenibile e all'adeguamento del sistema produttivo locale ai pilastri dalla Pac.


Nel mezzo, il territorio albanese prevalentemente montuoso e con oltre il 40% della superficie vocata all'agricoltura (frutticoltura di montagna, allevamenti ovicaprini e apicoltura), tra i più importanti settori economici del Paese che fa il 23% del Pil nazionale ed è fonte di reddito per la maggior parte della popolazione. Un potenziale importante, ma comunque precario e, per questo, in cerca di strategie per crescere e affermarsi. La produzione agricola, infatti, è aumentata in modo significativo nell'ultimo decennio, ma non abbastanza perché l'Albania possa agganciare la transizione green, visto il ruolo ancora predominante delle importazioni e la debolezza strutturale del comparto che conta circa 350mila aziende, ma di cui l'86% è di piccoli produttori con meno di 2 ettari.

 

Le zone remote del Nord del Paese sono le più arretrate, ma possono contare su aziende agricole a conduzione familiare e organizzate in filiera, forti di produzioni trainanti il cambiamento. A loro guarda, non a caso, Ruralbania che coinvolge come alleati principali degli interventi di cooperazione, dai sopralluoghi degli esperti alle esperienze di job shadowing, associazioni di categoria e piccoli produttori, agenzie pubbliche regionali per l'assistenza agricola e istituzioni comunali, mentre ingaggia, in modo particolare, aziende agricole e affini all'agriturismo, gestite da donne, giovani e migranti di ritorno per attivare la transizione possibile in chiave sostenibile della società rurale.