Nel Mezzogiorno d’Italia i Programmi di sviluppo rurale 2014-2020 delle cinque regioni in ritardo di sviluppo stanno accelerando la spesa rendicontata a Bruxelles. E il dato di Agea sull’avanzamento della spesa pubblica al 31 agosto 2017 - pari in media per le regioni in ritardo di sviluppo al 10,73% - mettono in evidenza un incremento dell’avanzamento della spesa dell’8,7% rispetto al 30 giugno 2017, pur persistendo ancora una situazione a macchia di leopardo, tra eccellenze di efficienza della spesa - è il caso della Regione Calabria che si attesta ad un avanzamento complessivo del 15,73% e della Sicilia che in valore assoluto e con 319 milioni è la prima regione d’Italia - ed evidenti e persistenti situazioni di ritardo, come la Campania, ancora ferma al 5,49%.

Un capitolo a parte lo descrivono Molise ( 9,31%) e Sardegna (17,05%), regioni in transizione, che con avanzamenti di spesa distanti, raccontano storie molto diverse sul fronte della qualità della spesa.

Il dato delle regioni in ritardo di sviluppo - Campania, Calabria, Basilicata, Puglia e Sicilia - è chiaro: su oltre 7 miliardi e 470 milioni di euro di budget in conto spesa pubblica (di questi 4 miliardi e 419 milioni in capo al Fondo europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale) sono stati spesi e rendicontati a Bruxelles tra il 1° gennaio 2015 ed il 31 agosto 2017 circa 801,8 milioni di euro (481,9 in conto Feasr), contro i 737,6 milioni di euro (443,7 milioni in conto Feasr) rendicontati al 30 giugno scorso. Lo sprint in atto è del tutto evidente.

A questo avanzamento si contrappone l’esigenza di documentare ulteriore spesa pubblica complessiva entro il 31 dicembre 2018 per ben 473,8 milioni di euro (erano 536,9 milioni di euro al 30 giugno scorso), necessari ad azzerare il rischio disimpegno automatico del Feasr, che al momento è proiettato su quella data per 286,7 milioni di euro (erano 324,8 milioni al 30 giugno scorso), pari ad un rischio disimpegno del fondo europeo per l’agricoltura del 6,34%.


Calabria, spesa più efficiente del Sud, ma si apre il dibattito sulla qualità

Il Psr Calabria, con un avanzamento complessivo della spesa pubblica attestato al 15,73% si pone ben al di sopra della media nazionale (11,25%) e di quello della media delle regioni meridionali (10,73%). Con 173,6 milioni di euro di spesa pubblica rendicontata, la Calabria si conferma in valore assoluto la quarta regione d’Italia dopo Veneto, Sardegna e Sicilia. Interessante appare anche il dato relativo al disimpegno automatico, che verrà contabilizzato al 31 dicembre 2018. Il rischio disimpegno per l’Italia è pari al 6,47% delle somme, mentre per la Regione Calabria la somma a rischio è pari al 1,34%.

La Calabria a questo punto può ben preoccuparsi del dibattito interno sulla qualità della spesa, avendo a portata di mano i target di spesa imposti da Bruxelles.
 

Sicilia, prima in Italia in valore assoluto

Anche la Sicilia corre nella spesa del Psr: negli ultimi 14 mesi ha messo a bando 1200 milioni di quello che resta il primo Psr d’Italia - 2.212 milioni di dotazione complessiva - e i risultati si vedono.

Al 31 agosto 2017 la Regione Siciliana ha messo a segno un avanzamento della spesa pubblica sul Psr del 14,46% e insegue la Calabria in termini percentuali. La spesa rendicontabile a Bruxelles della Sicilia è pari a 319,8 milioni di euro (192,8 milioni in conto Feasr ) - che ne fa la prima in Italia davanti al Veneto in valore assoluto - producendo un rischio disimpegno automatico in conto Feasr di appena 34,8 milioni di euro al 31 dicembre 2018.

Tutti numeri in miglioramento sul dato Agea al 30 giugno 2017, quando l’assessorato Agricoltura della regione Siciliana era in grado di rendicontare a Bruxelles 302,3 milioni di euro di spesa pubblica totale (182,4 milioni in conto Feasr) producendo un rischio disimpegno automatico in conto Feasr di 45,1 milioni di euro al 31 dicembre 2018. Un rischio virturale, visto che il solo bando sul pacchetto giovani, pur di recente emanazione, mette in gioco una somma complessiva di 235 milioni di euro, che fra 17 mesi dovrebbe verosimilmente essere stata già spesa.
 

Continua il testa a testa tra Basilicata e Puglia

"Sul Psr Basilicata 2014-2020 abbiamo oltre 165 milioni di euro impegnati, pari al 24% del programma e oltre 44 milioni di euro già liquidati (6,5% di avanzamento della spesa)" - dichiarava Luca Braia, assessore lucano alle Politiche agricole durante un incontro con i giornalisti del 26 aprile scorso. E i dati Agea al 31 maggio 2017 parlavano di una Basilicata che, con 47,5 milioni di euro già liquidati, sfiorava il 7% di avanzamento della spesa.

Nel mese di agosto la spesa pubblica complessiva in Basilicata si è finalmente portata ad 62 milioni, segno che l’atteso sprint si sta diluendo nel tempo, anche se l’avanzamento ora tocca il 9,28% del budget, cosa che lascia il rischio disimpegno automatico al 31 dicembre 2018 al 7,83%.

E non va meglio in Puglia che al 30 agosto porta l’avanzamento della spesa al 8,82% e riesce a contenere il rischio disimpegno automatico nell’ordine del 9,30%, pur avendo speso nel bimestre ben 16,3 milioni, quanto la Sicilia. Ma l’arretrato da recuperare è piuttosto elevato. E pesa il blocco degli investimenti provocato dalla Xylella.
 

Campania ancora in ritardo

La Regione Campania negli ultimi mesi ha emanato una parte dei bandi necessari ad attivare 1.200 milioni di euro entro dicembre 2017 e la possibilità di spendere ingentissime risorse entro lo stesso termine è sempre più bassa, dati i tempi attesi di gestione degli avvisi. Al 31 agosto 2017 la situazione sul fronte dell’avanzamento della spesa -  appena il 5,49% dell'intero budget - è seccamente descritta dai numeri.

Su un Psr Campania 2014-2020 da 1836 milioni di euro - il secondo d’Italia per budget dopo quello della Regione Siciliana - la spesa è stata fino ad ora di appena 100,8 milioni, che sul piano del rischio disimpegno imporrà una spesa pubblica totale da rendicontare a Bruxelles di 212,4 milioni di euro entro il 31 dicembre 2018, per evitare di perdere 128,5 milioni di fondi europei: l’11,57 di quanto stanziato dal Feasr per la Campania.
 

Sardegna e Molise, la transizione non è indolore

La Sardegna, con ben 223,1 milioni di euro di spesa pubblica rendicontata al 31 agosto, ben il 17,05% di avanzamento della spesa non ha problemi di performance: ha infatti azzerato il rischio disimpegno automatico al 31 dicembre 2018. Semmai c’è un problema di qualità della spesa, che vede ancora i bandi delle misure a investimento fermi e quelli sulle misure a capo e superficie assorbire impegni della passata programmazione. Non a caso, per la recente siccità e per la crisi del settore ovino, Regione Sardegna è stata costretta ad integrare il bilancio degli agricoltori con aiuti diretti pronta cassa e attinti direttamente dal proprio bilancio.
Il Molise su 210,4 milioni di euro di budget fino ad oggi ne ha spesi solo 17,4: ma è spesa vera ribattono da Campobasso, dove non perdono occasione di ricordare che nella passata programmazione la regione fu l’unica in Italia a centrare l’obiettivo di spesa del 100% delle risorse. Ma con un rischio disimpegno all’8,69% non è chiaro se i bandi a calendario basteranno a centrare nuovamente l’obiettivo del 31 dicembre 2018.


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