La concia del seme è una pratica utile alla difesa della plantula e alla sua crescita. I semi vengono trattati dalle ditte sementiere con agrofarmaci, fertilizzanti o biostimolanti che hanno lo scopo di proteggere la coltura nei primi stadi di sviluppo, soprattutto dall'attacco di funghi, fornire il nutrimento necessario e proteggere i tessuti dagli stress abiotici aumentando al contempo la capacità di assorbimento delle sostanze nutritive.

La concia delle sementi con i neonicotinoidi sta però attraversando molte polemiche perchè è stata ritenuta la causa della moria delle api. Ancora oggi l'Unione europea ha confermato il bando per il 2017 di questa classe di insetticidi. L'accusa è che le sementi conciate e seminate attraverso seminatrici pneumatiche favoriscano la creazione di polveri che avvelenano le api.

"L'utilizzo di bioplastica per ricoprire le sementi può eliminare questo problema", spiega ad AgroNotizie Cesare Accinelli, ricercatore dell'Università di Bologna che sta portando avanti una ricerca sul film coating in collaborazione con l'Usda, il Dipartimento dell'Agricoltura Usa. "Con la tecnologia che abbiamo messo a punto siamo in grado di ricoprire i semi con un sottile strato di bioplastica a cui aderiscono gli agrofarmaci desiderati, come i neonicotinoidi. In questo modo non si creano polveri potenzialmente dannose per gli insetti".

Basf e Monsanto sono aziende all'avanguardia nell'utilizzo di questa tecnologia che permettono un utilizzo mirato dei prodotti chimici. Il futuro però sarà inserire microrganismi utili alla pianta nella copertura del seme. Monsanto, insieme alla danese Novozymes, ha sviluppato un sistema di copertura per i semi con un fungo benefico che aiuta le piante di mais nelle prime fasi di crescita. Il fungo, il Penicillium bilaiae, cresce lungo le radici della pianta aiutandola ad assorbire azoto e fosforo dal suolo. Le prove in campo hanno evidenziato un aumento significativo della produttività. "Sfruttando la potenza dei microrganismi presenti in natura gli agricoltori saranno in grado di produrre di più", ha dichiarato Colin Bletsky, vice presidente di Novozymes.

Anche in Italia la ricerca va in questa direzione. "Per la difesa del mais dall'Aspergillus flavus, un fungo che produce le pericolose aflatossine, abbiamo messo a punto una bioplastica che contiene il ceppo non tossigeno dell'aspergillus", racconta Acinelli. "Questa bioplastica viene poi spruzzata sulla pianta aderendo alle foglie ed evitando che si diffonda nell'ambiente. Il passo successivo su cui stiamo lavorando è mettere a punto una macchina che individui la spiga e la colpisca in maniera precisa con la bioplastica".

Uno studio pubblicato da Accinelli rivela come l'utilizzo di bioplastiche contenenti le spore del Trichoderma harzianum abbiano stimolato significativamente la crescita del mais e della colza. Nel mais, i germogli e le radici hanno registrato una crescita più sostenuta rispettivamente del 29% e 44%. Nella colza la lunghezza delle radici nate da semi trattati con la bioplastica è stata maggiore del 20% e dei germogli del 19%.


Il viaggio di Image Line per raccontare l'AgroInnovazione in Italia è iniziato!

Scopri l'AgroInnovation Tour,

le nuove opportunità del digitale per l'agricoltura di oggi e di domani!

AgroInnovation Tour di Image Line - scopri le tappe!

Questo articolo fa parte delle collezioni: