Cresce in controtendenza alla disoccupazione giovanile il numero di under 35 assunti nelle campagne, che ha fatto registrare un incremento record del 14 per cento nel secondo trimestre del 2014 rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno.

E’ quanto è emerso da una analisi di Coldiretti Giovani Impresa nel dossier “Nella green economy c’è lavoro per i giovani” presentato in occasione della consegna degli Oscar Green, i premi per l’innovazione con l’Alto Patronato del presidente della Repubblica.

Le opportunità di lavoro nel settore agricolo, sebbene diffuse su tutto il territorio nazionale, sono più presenti nelle regioni del Centro Italia, dove si registra una crescita boom del 39 per cento, mentre al Nord i giovani occupati sono in salita del 19 per cento. Più limitato, ma ugualmente positivo, il risultato del Mezzogiorno dove l’aumento è del 2 per cento.

Numeri confermati anche dalle scelte universitarie dei giovani, con una crescita del 72 per cento dall’inizio della crisi per le Facoltà di Scienze agrarie, forestali ed alimentari. Una tendenza confermata anche nelle scuole secondarie, con gli istituti agrari che fanno segnare un aumento record del 39 per cento nello stesso periodo. Non a caso, secondo un sondaggio Coldiretti/Ixe’ il 57 per cento dei giovani oggi preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (18 per cento) o fare l’impiegato in banca (18 per cento) mentre 4 genitori su 10 consiglierebbero al figlio di fare l’agricoltore.

L'impiego dei giovani nel settore agricolo è facilitato dal sistema dei voucher che durante l’estate possono servire per remunerare anche i giovani lavoratori dai 16 ai 25 anni di età regolarmente iscritti ad un ciclo di studi. Un ulteriore incentivo viene dalla pubblicazione della circolare Inps e dalla definizione delle istruzioni operative che dal 10 novembre 2014 permettono di accedere alle misure di agevolazione previste dal Decreto “Campolibero” per le assunzioni di “giovani lavoratori agricoli”. E un nuovo segnale incoraggiante per battere la disoccupazione viene anche dal fatto che nel secondo trimestre 2014 - ha ricordato la Coldiretti - c’è stato un aumento del 2,6 per cento nel numero di imprese agricole condotte da giovani under 35 per un totale di 48.620 unità produttive.

Le campagne possono offrire prospettive di lavoro sia per chi vuole intraprendere con idee innovative che per chi vuole trovare una occupazione anche temporanea” ha spiegato il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel sottolineare che “l’esperienza dimostra che molti giovani hanno saputo riconoscere ed incarnare le potenzialità del territorio trovando opportunità occupazionali, ma anche una migliore qualità della vita”.
"Ora la sfida - ha aggiunto Moncalvo - è portare il valore della trasparenza nelle filiere fino alla grande distribuzione per garantire a tutti gli agricoltori la giusta redditività”.

In un momento in cui il mercato del lavoro è in crisi ed è venuta meno la stessa idea che l’industria possa dare a tutti un posto, con le situazioni drammatiche cui stiamo assistendo – ha concluso  il delegato nazionale di Coldiretti Giovani Impresa, Maria Letizia Gardoni - l’agricoltura moderna e multifunzionale consente oggi ai giovani di avviare un’attività imprenditoriale nella quale esprimere le proprie idee e il proprio vissuto di esperienza e cultura”.

Tuttavia, un giovane che voglia avviare una propria aziend agricola deve fare i conti con ostacoli importanti: primi fra tutti, l'accesso al credito e quello al suolo. In Italia il costo della terra ha superato i 20mila euro in media, un valore superiore a quello di Germania e Francia; si segnala però una forte variabilità, con valori che partono dai mille euro all'ettaro dei pascoli della provincia di Catanzaro con un ettaro di frutteto o vigneto nelle zone di produzione più celebri, dalla Toscana al Trentino Alto Adige, che può andare da 500mila a oltre un milione di euro ad ettaro 

In particolare, Coldiretti stima che dalla vendita o dall’affitto dei terreni agricoli pubblici possono nascere oltre diecimila nuove imprese agricole condotte da giovani con un concreto impulso positivo alla crescita del Pil in Italia.

"Sono questi gli effetti – sottolinea la Coldiretti - del protocollo d'intesa appena firmato dalla Conferenza delle Regioni, dal ministero delle Politiche agricole, l'Ismea, l'Anci e l'Agenzia del Demanio che prevede la cessione ai giovani dei terreni agricoli che fanno capo a regioni ed enti locali".

Si tratta secondo il dossier della Coldiretti di oltre 140mila ettari di superficie agricola utilizzata censiti dall’Istat per un valore stimato - precisa  la Coldiretti - in 2,8 miliardi di euro sulla base dei valori fondiari medi in Italia. La cessione di questi terreni - continua la Coldiretti - toglierebbe a Comuni, Regioni e allo Stato il compito improprio di coltivare la terra, renderebbe disponibili risorse per lo sviluppo e la crescita del Pil ma soprattutto avrebbe il vantaggio di calmierare il prezzo dei terreni, stimolare la crescita, l’occupazione e la redditività delle imprese agricole che rappresentano una leva competitiva determinante per la crescita del Paese.

Dal ritorno delle terre pubbliche agli agricoltori che le coltivano possono nascere nuove imprese o, in alternativa, essere ampliate quelle esistenti. Il programma di dismissione è già in atto  con il Demanio che ha appena pubblicato online i bandi che riguardano i primi 500 ettari dei 5.500 resi disponibili dalla Stato mentre alcune Regioni hanno creato le “'banche della terra” dove censire i terreni pubblici disponibili ma in alcuni casi anche i terreni incolti dei privati.
Nel dettaglio sono ben otto le Regioni (Abruzzo, Campania, Liguria, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto) che hanno approvato leggi per favorire l’accesso ai terreni pubblici dei giovani imprenditori agricoli mentre in altre cinque sono in itinere (Calabria, Lazio, Lombardia, Marche e Molise).

Ai terreni alienati o locati, prevede il progetto, non potrà essere attribuita una destinazione urbanistica diversa da quella agricola prima di 20 anni dalla trascrizione dei contratti nei pubblici registri immobiliari.

La dismissione della proprietà pubblica dei terreni agricoli non solo toglie allo Stato, alle regioni e ai Comuni il compito improprio di coltivare la terra e rende disponibili risorse per lo sviluppo, ma soprattutto dà un impulso alla crescita, all’occupazione e alla redditività delle imprese che realizzano performance migliori in agricoltura quando sono condotte da giovani" ha commentato il presidente Moncalvo.