In questo periodo in cui si parla sempre di più di Pan e uso sostenibile degli agrofarmaci in molti si chiedono: ma questo benedetto “registro dei trattamenti” viene realmente compilato e poi controllato a tutela del consumatore?
Moltre altre domande assillano chi si appresta ad attuare la direttiva… Chi deve controllare? Usl, Nas, Repressione frodi, Regione, Provincia, Comune?

Siamo in piena vendemmia e quest’anno nei centri di conferimento del gruppo CeViCo quanto è stato previsto dal D. Lgs. 150 del 14 agosto 2012 (recepimento italiano della Direttiva uso sostenibile agrofarmaci) in fatto di registro dei trattamenti è stato preso alla lettera. Ed  è entrato a far parte delle buone pratiche di cantina e vinificazione fino ad essere parte integrante dei sistemi di certificazione.
Cosa dice la legge?  “Sul registro devono essere annotati i trattamenti fitosanitari utilizzati in azienda (omissis…) ENTRO IL PERIODO DELLA RACCOLTA”
Cosa esige la cantina? Alla consegna dell’uva deve essere conferito anche il registro dei trattamenti.
Il presupposto è semplice: l’azienda agricola deve avere questo registro e i dati riportati rappresentano una vera e propria garanzia di trasparenza per tutta la filiera produttiva.
Ed ecco che la cantina esige il documento già al momento del conferimento delle uve.

In questo modo gli addetti al ritiro, oltre a controllare varietà, zona di origine e grado zuccherino, sanno esattamente con quali tecniche colturali e con quali trattamenti fitosanitari è stata ottenuta ogni singola partita.
La normativa è in vigore dal 14 settembre del 2012 per cui già da questa vendemmia la procedura è in vigore.

Il sistema è semplice, poco costoso per tutti (l’agricoltore non rischia la sanzione prevista che può raggiungere i 1.500 euro per mancata tenuta del registro) e molto efficace (tutti gli agricoltori portano i registri… altrimenti non conferiscono l’uva!).
Secondo Riccardo Castaldi, responsabile tecnico agronomico del gruppo CeViCo la procedura di ritiro, comunicata ai viticoltori soci già all’inizio della stagione produttiva, è prassi consolidata e fattore determinante per accettare il ritiro delle uve.
E’ questo quanto voluto sia dal direttore di Le Romagnole, Maurizio Castori,  sia della cantina Colli Romagnoli, Igor Barnabè. Che ci hanno confidato come “la trasparenza sula salubrità delle materie prime utilizzate è l’elemento base per garantire qualità e sicurezza alimentare dei consumatori. Esattamente come richiede la normativa e il mercato”.
Un esempio pratico, ci dice Castori: “noi ritiriamo ancora prima della vendemmia i registri dei trattamenti dei produttori che conferiscono uve rosse per gli stabilimenti di Alfonsine e Bagnacavallo”. In pratica la consegna di queste informazioni è un pre-requisito per potere poi conferire queste tipologie di uva.
L’agricoltore non deve solo produrre bene, ma accompagnare il proprio prodotto con dei “servizi aggiunti”… e raccontare al resto della filiera come produce è un servizio importantissimo. Per la cantina, per il consumatore e, in primis, per il suo portafoglio!

Appartengono al Gruppo CeViCo le cantine “Le Romagnole” e “Cantine dei colli Romagnoli” - Le cantine associano 4.500 famiglie di viticoltori e 9 grandi cooperative di conduzione terreni. L’80% del vigneto è a Denominazione di Origine Controllata o a Indicazione Geografica Tipica. La produzione media annuale ammonta a 130.000 tonnellate di uva.