Il microbiota del suolo è l'insieme di funghi, batteri, protisti e altri microrganismi che vivono nel terreno. Le pratiche agronomiche adottate ad oggi hanno messo a dura prova la sopravvivenza e la proliferazione di questo comparto invisibile ad occhio nudo, ma di fondamentale importanza per il benessere delle viti. Il compattamento dei suoli, le sostanze utilizzate per la difesa e l'abuso di fertilizzanti minerali hanno impoverito in modo preoccupante la biodiversità e la fertilità microbiologica dei suoli.

 

Spesso si parla di struttura del suolo ma come possono i microrganismi aiutare in quest'ambito, evitando problemi di erosione e ruscellamento, sempre più frequenti con il cambiamento climatico? Molti microrganismi naturalmente presenti nei suoli sani e con un buon contenuto di sostanza organica (non inferiore al 2%), producono dei "collanti" che uniscono le diverse particelle del terreno, limo, argilla, sabbia, carbonati, andando a creare una fitta rete in grado di trattenere l'acqua formando dei micro pori dove anche le sostanze nutritive possono essere protette dal rischio della lisciviazione.

Anche le eccessive lavorazioni del terreno possono portare una significativa diminuzione e di conseguenza un cambiamento delle popolazioni microbiche. Secondo recenti studi la lavorazione del terreno nell'interfila ridurrebbe le popolazioni microbiche del 20-45% rispetto ad un vigneto inerbito. Questo porterebbe alla distruzione della fitta rete di ife fungine e batteriche che producono molti ormoni tra i quali auxine, citochinine e giberelline che sono promotori della radicazione delle piante e favoriscono la creazione di un impianto radicale secondario più sviluppato e profondo, aiutando la pianta a superare ad esempio la siccità dei mesi estivi, problema che ha afflitto tutti i viticoltori d'Italia nel corso della passata stagione.


L'utilizzo di letami maturi, stabili e fermentati naturalmente va ad integrare le popolazioni microbiche già presenti nei terreni ed incrementa la sostanza organica e apporta i nutrienti necessari per la proliferazione di batteri e funghi della rizosfera utili alle viti che saranno meno soggette alle malattie, alle carenze nutrizionali e agli stress termici.

 

Per ottenere vini di qualità elevata è fondamentale iniziare dalle viti e ancora più a monte dalla gestione del suolo del vigneto. Questo tipo di interventi, unito alle buone pratiche agronomiche, porteranno i vigneti del futuro ad essere resilienti, ovvero a sopportare tutte le avversità che nei prossimi decenni si dovranno affrontare dovute principalmente al cambiamento climatico.