Un vero Highlander, metalaxyl. E' sopravvissuto perfino all'azienda che lo ha scoperto e sviluppato. Sovvertendo ogni iniziale pronostico è infatti ancora sugli scaffali delle rivendite sotto forma di ben 27 differenti formulazioni (vedi tutti i prodotti a base di metalaxyl cliccando qui). Metalaxyl fu introdotto per la prima volta sul mercato da Ciba-Geigy, trasformatasi poi in Novartis grazie all'acquisizione di Sandoz ed evolutasi infine in Syngenta Crop Protection a seguito dell'unione di Novartis con Solplant. Una Solplant che a sua volta era costola di Astra Zeneca. Mentre però Syngenta Crop Protection ha compiuto di recente il suo decimo compleanno, metalaxyl nel 2011 ha potuto accendere ben 32 candeline. Era infatti il 1979 quando metalaxyl venne registrato la prima volta negli Stati Uniti e da allora ha fatto la storia delle difesa fitosanitaria. Prodotto fortemente sistemico, rivoluzionò l'approccio alla difesa di numerose colture, a partire da quella vite che ha sempre fame di novità e di nuovi mezzi di difesa. Ma non solo la vite ne può beneficiare. Anche colture orticole come cucurbitacee, solanacee e leguminose compaiono tra quelle su cui metalaxyl può essere impiegato.

 

Radici tecniche robuste


Appartenente alla famiglia delle acilalanine metalaxyl agisce interferendo sui processi della sintesi dell'Rna, indispensabile all'ifa fungina per trasmettere le informazioni genetiche alla fabbrica metabolica cellulare. Si mostra particolarmente efficace su patogeni del genere Pythium e Pythophthora, agenti di marciumi radicali e del colletto, ma anche su Ficomiceti e Oomiceti. Ciò lo ha reso uno degli antiperonosporici più di grido degli Anni 80 e 90. Circa il suo meccanismo d'azione, la sostanza attiva penetra nei tessuti vegetali trattati e viene trasportato e distribuito con la linfa nelle diverse parti della pianta. Dall'interno dei tessuti garantisce quindi il contenimento dei funghi inibendone la crescita e la riproduzione del micelio.
Per citare solo alcuni esempi di formulati oggi in commercio, possiamo ricordare Combi Cop (Makhteshim Agan), Kasko R (Gowan), Mevaxil R (Agrowin), Qubic R (Cheminova), Replay (Terranalisi) e Planet C (Cerexagri), tutti a base di metalaxyl e rame. In miscela con mancozeb lo troviamo in Kasko Mz (Gowan), Mevaxil M (Agrowin), Qubic Mz (Cheminova), Tonic 8-64 (Terranalisi) e Tecnometa M 8-64 (Tecniterra). Unico rappresentante in fatto di miscela con folpet è il Folmak Combi (Makhteshim Agan), mentre in Tribord (Agrimport) il metalaxyl è miscelato sia con mancozeb, sia con cymoxanil.

 


Ridomil Gold: l'evoluzione di metalaxyl

 

Sinonimo di metalaxyl è stato per lungo tempo il marchio Ridomil di Syngenta Crop Protection, che oggi conta però sul solo isomero "M" (metalaxyl-M), derivante dalla purificazione del racemo originale. In chimica un racemo è la miscela 1:1 degli opposti enantiomeri di un composto chirale. Un processo di purificazione che è quindi reso abbastanza lungo e raffinato dalla somiglianza chimica dei due enantiomeri, ma che è riuscito a isolare dal racemo il solo isomero "M", il più funzionale tra i due presenti nelle vecchie formulazioni. La "nuova" gamma Ridomil appare estremamente completa e consta di Ridomil Gold SL, un liquido idrosolubile a 465 g/l di metalaxyl-M; Ridomil Gold R, un polvere bagnabile a base di metalaxyl-M (2,4%) e rame ossicloruro (40%); Ridomil Gold Mz Pepite, un granuli idrodispesibili al 3,9% di metalaxyl-M e al 64% di mancozeb; infine Ridomil Gold Combi Pepite, altro granuli idrodispersibili a base di metalaxyl-M (4,85%) e folpet (40%).

A quanto pare quindi, e per fortuna, sebbene abbia già oggi 32 anni di onorato servizio, pare proprio che il veterano dei fungicidi sistemici non abbia alcuna intenzione di andarsene in pensione.

 

Nota: i formulati selezionati fra i diversi disponibili in banca dati sono stati scelti in funzione della presenza di materiali scaricabili messi a disposizione delle aziende. Questo per favorire eventuali necessità di specifici approfondimenti da parte del lettore