Con circa 1.500 ettari coltivati tutti in Calabria, negli ultimi quindici anni sono cresciute del 3% le coltivazioni di bergamotto nella regione. È quanto emerge da un'analisi della Coldiretti che precisa come nella regione si concentri la totalità della produzione nazionale e ben il 90% di quella mondiale.

 

Tra le realtà calabresi che coltivano questo agrume (Citrus bergamia) appartenente alla famiglia delle Rutaceae c'è Koramare, guidata da Valeria Ileana Siciliano. "In realtà - precisa - ha cominciato mio nonno oltre sessanta anni fa e poi mio padre. Io ho studiato, viaggiato e lavorato in Italia e in giro per l'Europa, ma una volta tornata per le vacanze estive, nel 2013, qualcosa mi ha trattenuta e, senza averlo mai deciso, non sono più andata via".

 

Dopo aver acquisito un minimo di esperienza, timidamente è iniziata la sua avventura nella coltivazione del bergamotto, ma anche in quella di arance, limoni, cedri, alberi da frutto, ortaggi di stagione e ulivi; "ho anche pascoli in corso di miglioramento al fine di introdurre l'ambito zootecnico in Azienda, e seminativi che desidero destinare al recupero di cereali antichi o convertire in colture arboree tropicali ove possibile".

 

Koramare è specializzata nella coltivazione del bergamotto, ma anche in quella di arance, limoni, cedri, alberi da frutto, ortaggi di stagione e ulivi

Koramare è specializzata nella coltivazione del bergamotto, ma anche in quella di arance, limoni, cedri, alberi da frutto, ortaggi di stagione e ulivi

(Fonte foto: Koramare)

 

Cosa sapere per coltivare il bergamotto

È un albero sempreverde alto tra i 3 e i 4 metri, il fiore è la profumatissima zagara, mentre il frutto è giallo ed ha una forma rotonda leggermente schiacciata. Le piante sono alquanto rustiche, tuttavia i patogeni tipici degli agrumi possono rappresentare problemi talvolta gravi. "Possono dipendere dal periodo, dal clima, dalla presenza di alberi già colpiti nelle zone limitrofe e soprattutto dallo stress che subiscono le piante. Uno stress - precisa Ileana - che può essere dovuto a varie cause: mancanza di acqua, di nutrimento, ma anche di predisposizione della pianta fatta crescere in un terreno non proprio adeguato alle sue caratteristiche. Anche la scelta di un innesto rispetto ad un altro può rendere le piante più o meno predisposte ad ammalarsi".

 

È necessario quindi intervenire puntualmente e tempestivamente adottando buone pratiche per tutelare la piantagione: mantenere un afflusso costante di acqua, concime e nutrimento corretto, analisi del terreno, controllo periodico delle piante e cura e isolamento di piante infette. "I prodotti utilizzati sono esclusivamente biologici, e questo spesso non permette cure immediatamente efficaci, ma con attenzione e pazienza si riesce comunque a risolvere la maggior parte dei problemi" spiega Ileana.

 

Oltre ai patogeni, anche le temperature possono giocare un ruolo molto importante perché, nonostante le piante crescano in un microclima che va da 0°C a 40°C, quando queste temperature arrivano in un periodo diverso dal normale possono seriamente danneggiare il frutto e spesso anche la pianta. "Il vento caldo che colpisce i frutti, ma anche le gelate nel periodo delle nuove foglie o delle gemme che crescono normalmente alla fine della raccolta, in primavera, sono a volte dannosi e si ripercuotono sul raccolto dell'anno successivo".

 

Soffrono quindi gli eccessi, le ondate improvvise di caldo e quelle di freddo. "L'adozione di tecniche di potatura costanti e limitate nell'incisività - racconta la titolare - contribuisce a limitare l'azione del caldo. Per i freddi improvvisi, causa di gelate alla ripresa vegetativa, seminate di erbacee da sovescio aiutano a proteggere le piante più giovani dalla diretta esposizione. Per quelle più grandi si prediligono frangivento naturali negli appezzamenti: il più comune è l'ulivo, ma talvolta essenze forestali a lento accrescimento potrebbero contribuire ad agevolarne la protezione".

 

Venendo alla potatura, sarebbe auspicabile annualmente, nel periodo primaverile tra due fioriture, mentre per quanto riguarda l'irrigazione, durante il periodo caldo è bene farla circa due volte a settimana, meno quando piove naturalmente.

 

In particolare, guardando la realtà di Koramare, Ileana Siciliano ci spiega che le sue piante hanno non poche necessità agronomiche perché sono state recuperate da uno stato di semiabbandono e quindi sono state sottoposte ad uno stress che avrà sempre delle conseguenze sulla loro vitalità.

 

Il bergamotto è una pianta sempreverde

Il bergamotto è una pianta sempreverde

(Fonte foto: Koramare)

 

Bergamotto, i segreti di una Dop

Gli impianti possono entrare in produzione anche l'anno successivo al trapianto, ma chiaramente il primo anno la pianta può fare pochi di frutti. "Possiamo dire - spiega Valeria Ileana Siciliano - che dal quinto anno si può considerare una buona produzione per arrivare a produrre in media negli anni a seguire dai 100 chilogrammi ai 200 chilogrammi di frutto a pianta".

 

A Koramare si coltivano tutte e tre le varietà esistenti: Castagnaro, Fantastico e Femminello. La prima è meno presente ed ha un frutto meno sferico e più rugoso, con la buccia più spessa; la seconda è ricca di olio essenziale e produce i frutti esteticamente migliori; la terza ha i frutti un po' più piccoli e con la buccia più liscia. "L'interesse commerciale per il frutto promuove anche il Femminello, con piante più contenute e compatte e con frutti a pezzatura più piccola, idonei al consumo per spremute fresche e casalinghe. Inoltre questa cultivar consente di anticipare il calendario di raccolta rispetto alle altre due, senza eccessive perdite quantitative legate all'ingrossamento non completato. Anche il contenuto in succhi ha raggiunto livelli tali da far procedere con raccolte già ad ottobre".

 

A proposito di raccolta, negli ultimi anni, a causa del cambiamento climatico, in Azienda si affidano ad una valutazione visiva piuttosto che a una data fissa sul calendario. Si inizia a raccogliere da metà autunno fino a metà inverno: "verso fine ottobre, primi di novembre iniziamo ad organizzarci per la raccolta di un frutto ancora verde, mentre la maturazione e la comparsa del colore giallo le possiamo osservare verso fine dicembre, primi di gennaio, quest'anno ha un po' anticipato. I frutti vengono raccolti a mano, si usano delle forcine di legno per arrivare ai rami alti; il frutto viene poi riposto nelle cassette di plastica che poi vengono ritirate giornalmente e trasportate in fabbrica", racconta la titolare.

 

I frutti vengono raccolti a mano e per arrivare ai rami più alti si usano delle forcine di legno

I frutti vengono raccolti a mano e per arrivare ai rami più alti si usano delle forcine di legno

(Fonte foto: Koramare)

 

L'Azienda condotta da Ileana, una delle oltre 202mila imprese agricole in Italia guidate da donne che hanno fatto "entrare" l'agricoltura nella top five dei settori con il più alto tasso di femminilizzazione nella classifica stilata dall'Osservatorio per l'Imprenditorialita Femminile di Unioncamere e Infocamere, trovandosi in provincia di Reggio Calabria a due passi dal Mar Ionio, nel cuore dell'area Grecanica, è compresa nell'area della Dop. "Un'area rappresentata dalla fascia ionica reggina litoranea che da Villa San Giovanni raggiunge Caulonia Marina". Più precisamente Koramare si divide tra Bova Marina, nella vallata di San Pasquale, tra le colline ai piedi dell'Aspromonte, e Condofuri Marina che si affaccia sul paesaggio dell'Amendolea; nel totale il terreno conta circa 60 ettari tra Bova e Condofuri, ma per ora solo una parte è coltivata.

 

Facendo parte di quest'area ci sono determinate regole da rispettare nella coltivazione, come qualità del prodotto, grado di maturazione del frutto e ovviamente sesti d'impianto di tipo tradizionale e regime biologico come basi di partenza.

"Attualmente - spiega Ileana - può essere certificabile Dop solo l'olio essenziale di bergamotto, ma ci sono lavori in corso per 'applicare' la Dop anche al frutto fresco".

 

L'agrume dai mille usi e dalle mille proprietà

In fase di maturazione potrebbe aumentare il grado zuccherino, ma sia acerbo che maturo il frutto è sempre molto aspro. Contiene vitamina A, è ricco di vitamina C e polifenoli che aiutano il sistema immunitario e agiscono come antiossidanti. Grazie all'elevato contenuto di vitamine del gruppo B e di vitamina C, il succo di bergamotto migliora l'assorbimento del ferro. L'aroma di bergamotto, infine, risulta utile per combattere ansia e depressione e per questa ragione è spesso utilizzato in aromaterapia.

 

"L'olio essenziale, ingrediente principale per i profumi, viene ricavato dalla buccia, il succo può essere utilizzato per fare succhi di frutta puri o miscelati con altra frutta, mentre la polpa e lo scarto della buccia, chiamati 'pastazzo', possono essere recuperati sia come mangime per animali che, previa una piccola lavorazione, usati come sostanza organica concimante per gli stessi agrumi".

 

L'olio essenziale viene ricavato dalla buccia

L'olio essenziale viene ricavato dalla buccia

(Fonte foto: Koramare)

 

Grazie al suo sapore penetrante e intenso, il frutto recentemente è stato anche riscoperto da molti chef che lo hanno inserito in numerosi piatti, dai primi ai dolci.

 

Oltre alla vendita diretta del frutto fresco, grazie all'aiuto di un'industria di trasformazione i prodotti realizzati sono olio essenziale, composte e succhi di frutta da destinare a clienti privati e negozi alimentari e non. Perché del bergamotto non si butta via niente!

 

Le composte vengono realizzate grazie a un'industria di trasformazione

Le composte vengono realizzate grazie a un'industria di trasformazione

(Fonte foto: Koramare)

 

Bergamotto e reddito, qual è il rapporto?

Nonostante quanto già realizzato, per Ileana c'è ancora tanto da fare e le idee sono moltissime. Da quelle di carattere sociale, come attività ricreative destinate ad anziani e diversamente abili o ludico formative per gli studenti e che, magari, permettano un avvicinamento dei giovani al mondo agricolo, a quelle di carattere ambientale, come l'impiego di sistemi per il risparmio energetico, idrico e per l'incremento della biodiversità.

"Attualmente siamo in fase di ristrutturazione dei ruderi che fanno parte di un vecchio borgo, all'interno dei miei terreni, che a breve diventeranno un laboratorio di trasformazione di composte e succhi".

 

Accanto alla passione non bisogna però trascurare l'aspetto economico perché, nonostante si possa definire redditizia rispetto ad altre coltivazioni, non si possono tralasciare i costi abbastanza elevati per avere un buon prodotto biologico e una adeguata produzione. Valeria Ileana Siciliano ama definirla una coltivazione "elitaria nel panorama agrumario mondiale", anche in considerazione della circoscritta area di produzione che richiede molte più tutele per evitare contraffazioni che si tradurrebbero in un minor prezzo della materia prima.

 

Valeria Ileana Siciliano e la sua passione per il bergamotto

Valeria Ileana Siciliano e la sua passione per il bergamotto

(Fonte foto: Koramare)

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