Tutti dicono che va male ma il Cema, l'associazione europea dei costruttori di macchine agricole, spiega che in fondo in fondo poi così male non va

Se ci fermiamo al dato, 177.300 trattrici immatricolate in Europa nel 2018 (il 22 per cento circa al di sotto dei 50 cavalli) con un calo di 12 punti percentuali sul 2017, un po' male va.
Ma, spiega il Cema, se consideriamo il picco di immatricolazioni avuto a dicembre 2017 - per l'entrata in vigore il primo gennaio 2018 della MR - e il fatto che questi trattori poi venduti (o svenduti?) nel 2018 non rientrano nel totale delle sue immatricolazioni, poteva andare peggio.

Il grafico 1 (sotto), elaborato dal Cema, mostra che le immatricolazioni hanno raggiunto un picco massimo nell'ultimo trimestre del 2017 e, di conseguenza, hanno subito una frenata nel primo quarto del 2018. Se andiamo a valutare il trend scorporando questi due insoliti e consequenziali eventi, "diventa più chiaro - scrive il Cema - che la domanda di trattori in Europa nel 2018 ha leggermente recuperato".
Grafico andamento immatricolazioni Europa 2015-2018
Immatricolazioni di trattori agricoli dal 2015 al 2018
(Fonte: Cema)

 

Maggiore il calo nella basse potenze

Se poi andiamo ad analizzare il trend per categorie di potenza, le performance dei trattori con più di 175 cavalli sono - anche se leggermente - superiori al risultato del 2017 (grafico 2 sotto).
Ad essere precipitate, si evince dal grafico, sono le potenze più basse. Un dato che, nella lettura del Cema, evidenzia come l'effetto MR abbia interessato maggiormente le potenze sotto i 75 cavalli. Osservando il grafico si vede anche come il segmento di trattori con potenze dai 100 cavalli in giù sia in generale maggiormente esposto alla volatilità della domanda.
 
Grafico andamento immatricolazioni per potenza EU
Immatricolazioni dal 2015 al 2018 per categorie di potenza
(Fonte: Cema)

 

Uno sguardo all'Europa

Germania e Francia si confermano i maggiori mercati europei aggiudicandosi rispettivamente il 16 (27.700 unità immatricolate) e il 14 per cento (24.700 unità immatricolate) delle immatricolazioni europee del 2018, pur a fronte di cali del 18% la prima e del 9% la seconda. Una frenata, analizza FederUnacoma, che pesa sulle esportazioni italiane.
 
Suddivisione mercato immatricolazioni Europa
Suddivisione delle immatricolazioni europee per paese
(Fonte: Cema)

"Il calo delle vendite in Francia - commenta Alessandro Malavolti, presidente FederUnacoma - è particolarmente penalizzante per l’industria italiana, che ha nel paese transalpino il primo mercato d’esportazione. L’andamento dei prezzi agricoli in Francia potrebbe favorire nel 2019 una ripresa del mercato", pur a fronte del trend di riduzione delle immatricolazioni francesi.
Negli ultimi cinque anni abbiamo subito un calo costante dell'export verso i cugini francesi passando da un valore complessivo 631 milioni di euro del 2013 a 565 milioni nel 2017 455 milioni di euro (dati Istat) nei primi dieci mesi del 2018 (meno 6,8% rispetto allo stesso periodo 2017). Se il mercato tedesco non dà segni positivi sul 2019, quello francese anche secondo il Cema ha qualche possibilità di crescita grazie ad un livello reddituale maggiore degli agricoltori.

Per quanto riguarda l'Italia, al terzo posto con il 10% della "fetta europea", il risultato di 18.400 unità segna un passo indietro di 18 punti percentuali. Secondo l'associazione dei costruttori europei, la poca fiducia degli agricoltori italiani si traduce in una scarsa propensione all'investimento e prelude ad un 2019 con risultati vicini al 2018. "Il lieve miglioramento dei prezzi agricoli - conferma FederUnacoma - potrebbe incoraggiare gli investimenti ma l’andamento generale dell’economia italiana e i nodi critici sullo scenario mondiale prospettano un 2019 difficile".
Tutt'altro che immune dalla richiesta di macchine agricole, il mercato italiano vive una forte crescita dell'usato: su un mercato interno di 58mila unità, oltre 35mila sono usate. A salvare i costruttori nazionali è il forte orientamento all'esportazione: il 70 per cento della produzione made in Italy è destinato all'export.
 
Al quarto e quinto posto per importanza in Europa, Regno Unito e Spagna (8 e 6 per cento della torta europea) portano come risultato un più 1% per il primo e un meno 8% per la Spagna dove le normative europee hanno avuto un forte impatto anche se, analizza il Cema, per il 2019 è prevista una crescita del mercato.
In quanto all'Uk, se il 2018 sarebbe potuto andare davvero bene non fosse per la famigerata MR, il 2019 è avvolto nella nebbia londinese per via della negoziazione sulla Brexit il cui esito non mancherà di influenzare l'anno in corso.
 
Immatricolazioni Europa 2017_2018_Cema
Immatricolazioni Europa 2017/2018. Fonte: Cema

Infine, molto male l'Austria, la Cina che risente della riduzione dei sussidi e perde 26 punti percentuali e la Turchia. Quest'ultima, perde il 34% delle immatricolazioni passando da 74mila macchine nel 2017 a 48mila circa del 2018.
Bene per gli Stati Uniti che crescono di 8 punti (235mila unità) e per l'India che prosegue la corsa alla meccanizzazione agricola e raggiunge il livello record di 800mila unità vendute sul territorio nazionale. 

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