Prosegue il ciclo di convegni organizzati da Roma Drone e dedicati a diffondere la conoscenza del mondo dei droni per usi e funzioni professionali. L’ultimo appuntamento è stato a Roma, con una giornata sul tema "Droni per l’agricoltura. L’utilizzo degli Apr per il monitoraggio e negli interventi di precisione nelle coltivazioni”, nel corso del quale si è fatto il punto sulle tecnologie di rilevamento e mappatura già note ponendo l’accento sulla loro evoluzione, quale la ricerca sui rilevamenti multispettrali e il lavoro di sviluppo software necessario alla correlazione dei dati raccolti.

Gli interventi dei diversi relatori, tra i quali rappresentanti delle principali associazione di agricoltori, periti agrari e agrotecnici, hanno confermato l’importanza dell’uso dei droni tanto nelle fasi precolturali che di diagnostica, evidenziandone il ruolo fondamentale nella preparazione delle mappe di “vigore” e di “prescrizione” e decantandone le capacità e le funzioni nelle applicazioni di precision farming.
 
La vera novità della giornata è saltata fuori quasi timidamente, nel pomeriggio, nel corso del focus dedicato ai mezzi più leggeri dell’aria, quali palloni e dirigibili. Tra questi è stato presentato un mezzo ibrido, una chimera dalle caratteristiche molto interessanti e dalle potenziali molteplici applicazioni agricole: il metaplano.

Sostanzialmente si tratta di un Apr ad ala fissa, in cui la struttura alare non è assemblata con materiale rigido ma gonfiabile ad aria. La portanza non è interamente statica, come con i palloni, né totalmente aerodinamica, come per gli aeroplani e i vantaggi sono diversi: rispetto a palloni e dirigibili, a parità di payload, i metaplani richiedono volumi minori, minore manutenzione e minori infrastrutture a terra, mentre vantano maggiore manovrabilità e velocità. Rispetto ai droni ad ala fissa, invece, consentono una velocità di crociera più bassa, decollano e atterrano sostanzialmente ovunque e in spazi minimi e, soprattutto, posseggono un payload (che può essere scaricato in volo) assolutamente talmente superiore alla media dei droni da essere stato definito dai suoi stessi costruttori un “drone cargo”. Il vantaggio che questi elementi possono portare nelle operazioni di rilevamento e colturali è evidente e la sperimentazione è già in corso nelle applicazioni del precision farming.

All’incontro è stato possibile vedere due modelli di metaplano: il Nimbus Eos, dell’omonima azienda torinese, che ricorda nelle forme un dirigibile, ha un’autonomia di tre ore e un payload di 22 kg, e il 2KO del consorzio italosvizzero Next Fly, che a seconda degli allestimenti ha un payload variabile dai 13 ai 1200 Kg.