Spenti i riflettori sulla Giornata Mondiale dell'Acqua, cosa resta? Nella settimana che porta alla Pasqua bisognerebbe essere forse più misericordiosi, magari anche meno lapidari, ma i dati e la cronaca ci spingono ad essere realisti, al limite della scortesia.

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Le piogge abbondanti e le nevicate di marzo dovrebbero scongiurare il rischio siccità nel Nord Italia, almeno per la prima parte della stagione, diciamo fino a fine giugno. Poi saremo in balìa del meteo e delle probabili ondate di calore, che si hanno quando per almeno tre giorni di fila la temperatura supera i 30 gradi. Un fenomeno che è aumentato progressivamente in tutta Italia (l'anno scorso nelle città del Nord ci sono stati in media diciannove giorni consecutivi oltre i 30 gradi in più rispetto al 2010, 6,4 ondate di calore da tre giorni ciascuna), per un totale di 47,4 giorni di caldo consecutivo: in pratica 15,8 ondate rispetto alle 9,4 del 2010, ha rilevato Il Sole 24 Ore.

 

Al Sud siamo già in emergenza, con i bacini idrici scarsamente approvvigionati e in alcuni casi il ricorso alle autocisterne per la distribuzione dell'acqua. E con il rischio di essere in balìa di aumento delle temperature nel corso dell'estate.

 

Secondo i dati dell'Osservatorio Europeo sulla Siccità, rilanciati ancora una volta da Il Sole 24 Ore, il 15% dell'intero territorio dell'Unione Europea è oggi in allerta arancione per la siccità, mentre per un ulteriore 1% siamo all'allarme rosso. C'è da stare poco allegri.

 

Parlare di acqua, in effetti, significa parlare di siccità, scarsità di acqua, ma anche di bombe d'acqua o di emergenza alluvioni (9 miliardi di danni provocati nel maggio scorso dall'esondazione di ventuno fiumi in Romagna e altrettante, in termini economici, le perdite subìte in Toscana lo scorso novembre), vale a dire acqua non proprio fonte di vita, ma di calamità naturali, sciagure e morte.

 

A provare a mettere in fila i danni ci ha pensato la European Environment Agency (Eea), tra il 1980 e il 2022 gli eventi estremi legati al tempo e al clima hanno provocato perdite in Italia pari a 111 miliardi di euro, cifra che sale a 650 miliardi se si estendono i calcoli a tutti gli Stati membri dell'Unione Europea.

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Bisogna prendere atto che il clima è cambiato e che, proprio per rispondere alle nuove esigenze dell'agricoltura - che assorbe il 41% della domanda idrica e che è una priorità, insieme all'uso umano, per la centralità della produzione di cibo - è necessario agire su più fronti. Non basta lamentarsi.

 

Il quadro degli interventi lo si può desumere da diversi studi e analisi di settore. La rete idrica dovrebbe essere ampiamente ristrutturata. Ogni anno, secondo il rapporto dell'Istat, vengono sprecati 3,4 miliardi di metri cubi di acqua potabile, questo significa 157 litri pro capite al giorno (avete letto bene, al giorno!). I disservizi più pesanti, al Sud, al Centro, nelle isole, ma lo scenario non è certo confortante al Nord, dove in alcune regioni gli sprechi si aggirano intorno al 30%.

 

L'Anbi, l’Associazione Nazionale dei Consorzi di Bonifica, più volte in passato ha sollecitato interventi, presentando anche un progetto per la realizzazione di laghetti e bacini di contenimento per lo stoccaggio delle acque, con l'obiettivo di passare dall'11% al 50% della raccolta dell'acqua piovana. Allo stesso tempo, l'associazione guidata da Francesco Vincenzi (un imprenditore attivo, competente e instancabile) ha censito oltre settecento progetti di manutenzione straordinaria delle infrastrutture idriche nazionali, per un investimento complessivo di 2,3 miliardi di euro.

 

Manutenzione delle reti e dei canali, stoccaggio delle acque, pulizia dei bacini idrici e delle infrastrutture, ma anche gestione corretta dell'utilizzo dell'acqua. Sarà essenziale ricorrere a strumenti di irrigazione di precisione, a sensori per il rilevamento dell'umidità, a centraline meteo e collegarle in rete (sulla razionalizzazione delle risorse idriche il Canale Emiliano Romagnolo è all'avanguardia, ma non è il solo a dotarsi di soluzioni innovative). Altrettanto fondamentale sarà individuare tecnologie idonee per sostenere il riutilizzo delle acque e la desalinizzazione, due temi che coinvolgono non solo i soggetti dell'area agricola.

 

Le idee non mancano e nemmeno i progetti. I fondi sono disponibili e, anche se non saranno forse sufficienti per ripristinare la funzionalità dell'intera rete idrica italiana dai consorzi di bonifica alle infrastrutture per le acque potabili, si può cominciare a mettere in opera i vari cantieri.

 

Bisogna essere consapevoli che la questione acqua non riguarda solamente l'Italia, ma è un'emergenza a livello mondiale, fra scarsità, necessità di gestire le eccedenze, inquinamento. Bisogna agire in fretta e responsabilmente. Le giornate mondiali dovrebbero avere anche questa finalità: spronare all'azione e non solo costituire il megafono per sterili lamentele.