Il report dell'Osservatorio sulle Risorse Idriche dell'Anbi, Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue, conferma la situazione delle settimane scorse, evidenziando come, tra un Nord Italia dai corpi idrici al colmo ed un Meridione in sofferenza idrica già dall'inverno con la Sicilia in emergenza siccità, ci sia il limbo delle regioni centrali che, di fronte ai molti segnali preoccupanti per la tenuta idrica nella prossima stagione estiva, sperano in piogge primaverili che possano garantire le necessarie riserve d'acqua per i mesi più caldi. A complicare i risultati di marzo 2024 - che strappa il record globale di marzo più caldo di sempre (Copernicus) -  ci sono le temperature medie italiane registrate nel periodo dicembre 2023-marzo 2024, con un altro record storico in fatto di temperature, tutte più elevate della media di riferimento: +2,20° al Nord, +2,07 al Centro, +1,87° al Sud (Isac-Cnr).

 

Francesco Vincenzi, presidente Anbi, sulla situazione idrologica taglia corto: "È questa fotografia idrica dell'Italia a confermare la necessità di dotare il territorio di infrastrutture capaci di calmierare l'imprevedibilità di eventi meteo, che quest'anno stanno premiando il Nord altresì colpito da siccità nello scorso biennio. La grande quantità di risorsa idrica, che stiamo rilasciando in mare per mancanza di bacini, è l'immagine di un Paese incapace di programmare il proprio futuro".

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Sud, in Sicilia è emergenza siccità

A Sud c'è stato un incremento nei volumi idrici invasati dalle dighe di Puglia (+1,68 milioni di metri cubi), che hanno raggiunto il 58% della capacità, ma registrano un deficit di 98 milioni di metri cubi rispetto all'anno scorso. Mentre è sempre più grave l'emergenza idrica in Sicilia dove, oltre allo stato d'emergenza già dichiarato dalla Regione ed al razionamento dell'acqua per centinaia di migliaia di abitanti, l'imminente inizio della stagione turistica - secondo Anbi - acuirà la grave situazione, comportando la penalizzazione delle necessità irrigue delle campagne sottoposte già ora ad uno straordinario stress termico.

 

"È doloroso assistere al destino segnato per l'isola, dove paradossalmente la ricchezza turistica si riverbererà negativamente su un'eccellente economia agricola, già assetata. Ancora una volta si rincorrono eventi prevedibili in un territorio, dove il primo obiettivo dovrebbe essere l'efficientamento dell'esistente. Dopo decenni di commissariamenti, il ritorno all'autogoverno dei consorzi di bonifica in un chiaro quadro di compatibilità economiche deve essere la chiave di volta per la progressiva soluzione dei problemi, valorizzando le professionalità esistenti" sottolinea Massimo Gargano, direttore generale di Anbi.

 

Al momento, il Governo non ha ancora votato la concessione dello stato di emergenza nazionale per siccità richiesto dalla Regione Siciliana con un atto della Giunta presieduta da Renato Schifani, finalizzato ad ottenere - tra l'altro - risorse per mobilitare acqua per il settore agricolo. Intanto Schifani ha varato una Cabina di Regia per ottimizzare l'utilizzo delle risorse idriche pure ancora presenti sull'isola e trovarne di nuove.

 

La situazione è particolarmente grave nel trapanese e nell'agrigentino, dove l'acqua per gli agricoltori arriverà con la solidarietà tra enti. Infatti il Consorzio di Bonifica 3 di Agrigento può contare adesso su una motopompa che permetterà di sollevare le acque del fiume Verdura verso la diga Castello consentendone l'uso per l'irrigazione nel corso della stagione estiva.

 

L'attrezzatura è stata concessa in comodato d'uso gratuito dal sindaco del Comune di Lucca Sicula, Salvatore Dazzo, su richiesta avanzata nei giorni scorsi dall'assessore regionale all'Agricoltura, Luca Sammartino, e dal commissario straordinario del Consorzio, Baldo Giarraputo.

 

"Voglio esprimere gratitudine al sindaco di Lucca Sicula per la collaborazione. Un gesto - afferma l'assessore Sammartino - che dimostra l'utilità di fare lavoro di squadra davanti a una situazione difficile. Una bella risposta per tutta la comunità siciliana".

 

E grazie ai lavori effettuati dall'Amap, che gestisce il servizio idrico a Palermo, sulla scorta delle indicazioni dell'Osservatorio sulle Risorse Idriche della Regione si è registrato - giusto ieri sera - un altro risultato positivo: evitare un ulteriore razionamento agli abitanti della città di Palermo: per il capoluogo dell'isola le risorse attualmente disponibili possono bastare fino a gennaio 2025.

 

Inoltre, secondo l'europarlamentare siciliana Annalisa Tadino, che riferisce di aver avuto una interlocuzione con il ministro per le Infrastrutture e i Trasporti, Matteo Salvini, il Ministero "ha già anticipato il Piano Straordinario per le Infrastrutture Idriche per finanziarie entro giugno i progetti prioritari e cantierabili".

 

Centro, aspettando la pioggia

Nell'Italia centrale - secondo Anbi - è l'Abruzzo la regione che appare in maggiore sofferenza idrica: situazione critica soprattutto sulle colline teramane (a Cellino Attanasio il deficit pluviometrico da ottobre ad oggi è di oltre 100 millimetri) ed anche se nel mese di marzo si è registrato sulla regione un surplus di pioggia pari a circa il 16%, le temperature eccezionalmente alte (circa 3 gradi superiori alla media) hanno aggravato il bilancio idroclimatico soprattutto nella provincia de L'Aquila e nei territori settentrionali della provincia di Teramo.

 

Avvisaglie di potenziali difficoltà idriche si riscontrano anche sulle aree adriatiche, che non hanno finora beneficiato di piogge abbondanti: si va da alcune zone della pianura romagnola sotto il fiume Reno (da inizio d'anno sono caduti solamente 163 millimetri d'acqua, vale a dire circa la metà di quanto registrato sulle pianure piacentine e parmensi) fino al Sud delle Marche, dove molti comuni nelle province di Fermo ed Ascoli guardano con preoccupazione i prossimi mesi a causa delle precipitazioni scarse e delle sorgenti ancora compromesse dal sisma del 2016. In questa regione, le portate dei corsi d'acqua sono in calo e registrano livelli più bassi rispetto agli anni scorsi (male soprattutto Esino, Sentino e Tronto), mentre restano cospicue le riserve idriche negli invasi.

 

In Umbria, il mese di marzo, con una cumulata di pioggia media, superiore ai 110 millimetri, è stato il più piovoso del recente quinquennio; ciò nonostante, i fiumi registrano portate in calo (unica eccezione, il Chiascio) ed il livello del lago Trasimeno non raggiunge il livello minimo vitale (-120 centimentri), rimanendo ancora 81 centimetri sotto la media. L'invaso di Maroggia cresce di 470mila metri cubi d'acqua.

 

Anche il Lazio registra una significativa riduzione nei flussi dei fiumi, dove spicca la performance negativa del Tevere, che in sei giorni perde il 28% della portata e si attesta attorno al 42% della media del periodo; calano anche Aniene, Velino e Fiora. Tra i laghi, stabile è il livello del Sabatino, mentre quello di Nemi cresce di 3 centimetri, ma resta 26 centimetri più basso dell'anno scorso e l'acqua nel bacino di Albano si alza di solo 1 centimetro in due settimane.

 

Risalendo verso Nord, un segnale confortante arriva dalla Sardegna, dove le piogge di marzo hanno portato oltre 209 milioni di metri cubi d'acqua negli invasi regionali, permettendo di abbandonare la condizione d'emergenza e di raggiungere percentuali tra il 60% ed il 70% di riempimento; fanno eccezione purtroppo i bacini del territorio dell'Alto Cixerri (solo al 17,35% del riempimento).

 

In Toscana si segnala una netta riduzione delle portate fluviali, pur mantenendosi abbondanti (solamente l'Ombrone scende leggermente sotto la portata media del periodo).

 

Nord, acqua a volontà

A Nord l'acqua non manca, ma i dati parlano già di un netto abbassamento dei livelli dei fiumi che si registra per esempio in Liguria, dove l'Entella scende al di sotto della media del periodo.

 

L'Emilia Romagna si conferma regione spartiacque, con la portata del fiume Reno in aumento e quella dell'Enza in marcata decrescita. Pure in Veneto si registra una contrazione dei flussi nella gran parte dei fiumi, che però continuano a mantenersi sopra le medie; eccezione rilevante è la portata dell'Adige, che segna un incremento di ulteriori 125 metri cubi al secondo, salendo a 403,93 metri cubi al secondo, cioè il 135% in più sulla media. D'altronde il mese di marzo sulla regione è stato ricco di precipitazioni piovose (+156%), nonché nevose: sulle Dolomiti, il manto è superiore alla media. Da inizio 2024, sulla fascia prealpina insiste una condizione di umidità estrema e, fatta eccezione per l'alta pianura veronese, le falde sotterranee sono ora ricche d'acqua.

 

Anche in Lombardia vi è sovrabbondanza di risorsa idrica, grazie allo spesso manto nevoso (indice Swe, Snow Water Equivalent: 3.918 milioni di metri cubi) ed ai bacini colmi; nel complesso si stima +59% di riserva idrica rispetto alla media. La portata del fiume Adda si mantiene da settimane largamente al di sopra delle medie del periodo, grazie alle massime erogazioni (oltre 300 metri cubi al secondo) dal lago di Como.

 

Dopo le apprensioni per le ondate di piena, i fiumi del Piemonte tornano a regimi più rassicuranti, mantenendo comunque portate molto al di sopra delle medie mensili (Toce +92%, Tanaro +22%). Grazie ai 280 millimetri di pioggia caduti in marzo (+317% sulla media e surplus anche per l'anno idrologico: +50%) e ad oltre 3642 milioni di metri cubi d'acqua rappresentati dalla neve presente (i bacini idrografici hanno registrato fino al 412% di coltre in più rispetto alla media), la falda idrica sotterranea, da anni in sofferenza, è tornata quasi ovunque a rimpinguarsi, con la sola eccezione di Alessandria.

 

I grandi laghi (Maggiore, Iseo e Garda) si mantengono ai livelli massimi del periodo con percentuali di riempimento rispettivamente pari a 110,9%, 93,6% e 100,7%.

 

In Valle d'Aosta, le alte temperature dei giorni scorsi (a 2.280 metri registrati oltre 10° medi) hanno iniziato a sciogliere l'abbondante manto nevoso, senza però intaccare troppo gli imponenti accumuli, che questa generosa primavera ha regalato alla catena alpina insieme a precipitazioni, che a marzo sono state le più copiose da 20 anni (203 millimetri, cioè quattro volte la media mensile sulla regione). I corsi d'acqua mantengono portate importanti.

 

Infine, il fiume Po, pur registrando una riduzione di portata, mantiene un flusso medio nel tratto piemontese e fino all'emiliana Boretto, di +75% sulla media, crescendo poi ulteriormente in prossimità del delta dove, a Pontelagoscuro, ha segnato una portata di ben 3.695,67 metri cubi al secondo (+137% sul consueto del periodo) dopo aver toccato, sul finire della settimana scorsa, il valore più alto da novembre 2019: 4.810,26 mentri cubi al secondo).