Non c'è pace nel mondo dell'olio in Italia. Saranno presentati oggi, 5 luglio 2018, ufficialmente a Bari nella sede della Coldiretti Puglia tutti i termini del contratto di filiera sull'olio di oliva siglato da Coldiretti, Unaprol, FederolioFiliera agricola italiana.
Presenti, oltre ai rappresentanti dei produttori aderenti alle Op pugliesi, il presidente della Coldiretti Puglia Gianni Cantele ed il direttore regionale Angelo Corsetti.
Saranno così presentati i dati della filiera e gli effetti dell'accordo sottoscritto sul comparto olivicolo-oleario dal presidente di Unaprol David Granieri.

Intanto, nella mattinata di ieri due lunghi comunicati stampa di Assitol e Cno prendono le distanze dal contratto di filiera siglato a Roma il 28 giugno scorso da Coldiretti Unaprol, Federolio e Fai, che oltre a fissare un prezzo base all'origine per tutti i produttori italiani - non più di 4 euro al chilogrammo inclusi i costi di molitura delle olive - inserisce nella strategia di sviluppo dell'accordo il blend al 50% di olio italiano e altri oli di oltre confine, definito dai rappresentanti di Coldiretti e Federolio italico e strumento per la difesa dell'olio made in Italy.
"Una proposta che non aiuta il consumatore e che divide il settore oleario" trancia di netto il comunicato stampa diramato dall'Associazione italiana dell'industria olearia, che giudica così l'iniziativa del cosiddetto "olio italico".
 

La posizione di Assitol

"Siamo sostenitori del blending, che è un asset importante dell'industria olearia - spiega Anna Cane, presidente del Gruppo olio d'oliva dell'Associazione -, ma la proposta dell'italico, così com'è stata disegnata e proposta, suscita molte perplessità nella filiera e rischia di mandare ancora più in confusione il consumatore".

Per Assitol, la tutela del 100% italiano deve seguire altre strade. "La valorizzazione dell'extravergine nostrano - osserva Anna Cane - si gioca secondo i principi della qualità, della genuinità, della tracciabilità e della sicurezza alimentare. Inoltre, in piena crisi di consumi, è indispensabile una narrazione positiva sull'extravergine, spesso vittima di un'informazione di sapore scandalistico".

Per queste ragioni, sottolinea la presidente degli imprenditori di settore, "non si sentiva davvero il bisogno di un nuovo motivo di frammentazione del mondo oleario, già fortemente diviso. Una frammentazione che avvantaggerà, ancora una volta, i paesi nostri concorrenti, che al loro interno possono contare su un fronte olivicolo-oleario compatto e su una strategia comune". Non a caso proprio ieri AgroNotizie riportava i dati Ismea sul rafforzamento dell'export iberico verso l'Italia.

Assitol, inoltre, ribadisce al riguardo l'importanza di un percorso condiviso tra tutti i protagonisti del comparto. "Guardiamo con interesse a qualsiasi iniziativa di valorizzazione dell'extravergine - afferma la presidente del gruppo olio d'oliva di Assitol - a patto però che sia inclusiva e aperta. Per questa ragione, ribadiamo il ruolo della Fooi, la nuova interprofessione, rifondata per unire, non per dividere, le diverse anime dell'olio d'oliva".
 

Cno conferma il no all'accordo: "E' sciacallaggio commerciale"

Poco prima un'altra nota si era materializzata nelle redazioni. Il Cno precisa ulteriormente la posizione in merito al contratto di filiera promosso dalla Coldiretti. Il presidente del Consorzio nazionale degli olivicoltori, Gennaro Sicolo, non ci sta e torna così a picconare l'accordo di filiera siglato la scorsa settimana da Coldiretti e Federolio. "I profitti di alcuni commercianti sono più importanti degli interessi degli olivicoltori italiani: svendendo a 4 euro l'extravergine dei produttori, e sdoganando le miscele con oli comunitari ed extracomunitari, Coldiretti dà il via libera ai saldi dell'extravergine".

"Dietro il fumo dei comunicati stampa, c'è una sostanza diversa che abbiamo denunciato subito: non solo non è arrivato alcun passo indietro dai protagonisti di questo sciacallaggio commerciale, ma in queste ore sono arrivate addirittura solo parole di sostegno all'italico, la miscela sottocosto che punta a confondere i consumatori" ha aggiunto Gennaro Sicolo. "Speravamo fosse solo una boutade, invece è ormai chiaro l'intento di Coldiretti di distruggere l'olivicoltura italiana".

"L'italian sounding chiamato italico è il progetto da sempre auspicato dai rappresentanti di Coldiretti ma ha sempre trovato un ostacolo insormontabile nel Cno e da gran parte della filiera" ha infine ricordato Sicolo. "E' evidente come sia inconciliabile la nostra posizione a tutela del 100% italiano, dei monovarietali, delle Dop, Igp con quella di chi difende le miscele ed un approccio al mercato che calpesta gli olivicoltori italiani".