Il 28 giugno 2018 a Roma siglato un contratto di filiera per l’olio di oliva prodotto in Italia su 10mila tonnellate di extravergine ed un prezzo base di riferimento dell’olio all’origine di circa 4 euro al chilogrammo (4,30 all’ingrosso), con l’obiettivo, secondo quanto riporta un comunicato stampa di Coldiretti“Di assicurare la sicurezza e le diffusione dell’olio italiano al 100%, stabilizzando le condizioni economiche della vendita”. L’intesa è stata sottoscritta a Palazzo Rospigliosi da Coldiretti, Unaprol, Federolio e Filiera agricola italiana e coinvolge le principali aziende di confezionamento italiane. Ma su tanto insorge il Consorzio nazionale degli olivicoltori, che parla di prezzi all’origine che non coprono neppure i costi degli agricoltori e di “attentato al made in Italy”. E che lancia una petizione online contro il contratto di filiera.

L’annuncio della firma del contratto di filiera è stato dato nel corso del convegno "Filo d’olio, segmentare per crescere: nuove prospettive di consumo e di offerta", promosso da Federolio. Il contratto partirà con la campagna olivicola in corso e avrà durata pluriennale. Secondo Coldiretti la soglia minima di prezzo prevista nell’accordo - 4 euro al chilogrammo di olio riconosciute all’olivicoltore - sarà “Sufficiente a coprire i costi per la produzione e la tracciabilità di filiera con delle maggiorazioni anche in base a parametri qualitativi”. L’accordo prevede un prezzo medio di commercializzazione dell’olio all’ingrosso di 4,30 euro al kg e di 5 euro al litro in bottiglia al consumatore finale.

Il presidente del Consorzio nazionale degli olivicoltori, Gennaro Sicolo, per commentare il patto tra Coldiretti e Federolio usa invece parole pesanti: “L’accordo di filiera farlocco siglato tra Coldiretti Unaprol e Federolio è un attentato all’Italia, ad uno dei prodotti simbolo del made in Italy, l’olio extravergine d’oliva, ai produttori del nostro paese e alla salute dei consumatori”.
Secondo il presidente del Cno nel contratto di filiera “Il lavoro degli olivicoltori vale circa 4 euro al Kg, ben al di sotto dei costi di produzione: 4,80 euro/Kg al Sud, 7 euro/Kg al Centro, 9 euro/Kg al Nord. La Coldiretti svende la dignità dei pochi produttori olivicoli che gli sono rimasti”.
 
Ma c’è anche un’altra vicenda: il presidente di Federolio, Francesco Tabano, in varie occasioni ha sostenuto la necessità di promuovere l’olio extravergine frutto di miscele tra 50% di italiano e oli di altra provenienza. Opportunità benedetta pubblicamente durante il convegno dal segretario generale di Coldiretti, Enzo Gismundo, che ha definito tali miscele "olio italico".

Promozione non gradita a Sicolo, che ha affermato: “La gravità di questa iniziativa deriva dal fatto che alcune aziende, per logiche di profitto e di mercato anche legittime dal loro punto di vista, tentano di arrivare allo sdoganamento delle miscele di oli (italiano con comunitario ed extracomunitario), auspicata per anni e dal mondo della produzione sempre osteggiata, con la subdola connivenza di Coldiretti”.

La polemica è destinata ad avere un seguito: Cno ha lanciato un appello al governo ed una petizione contro questo contratto di filiera e starebbe valutando ulteriori azioni contro di esso.


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