La notizia di ieri sull’avvio della procedura d’infrazione della Commissione Ue contro l’Italia per assunti ritardi nell’applicazione del piano di contrasto alla Xylella fastidiosa trova la reazione durissima di Coldiretti Puglia che per bocca del presidente Gianni Cantile attacca frontalmente i ritardi della Commissione stessa.

Mentre il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano ha dichiarato ieri “La procedura d'infrazione Ue riguarda il governo, che ha voluto commissariare la lotta, e non la Regione Puglia e gli altri entri locali”.  Una frase che non ha mancato di scatenare la dura presa di posizione del presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, Luca Sani.

“La lettera di Bruxelles ci ricorda che dobbiamo procedere con le iniziative del Piano del Commissario Straordinario Silletti" ha detto il presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, Luca Sani (Pd). 
“Stupiscono le dichiarazioni del presidente Emiliano sulla gestione dell'emergenza, visto che stiamo pagando le spese di tutte le scelte mai compiute a livello locale e forse il presidente Emiliano dimentica – ha concluso Sani che il Governo, per la prima volta in Italia in un caso simile, è intervenuto con la Protezione civile su richiesta della Regione Puglia e che è stato proprio Emiliano, il 2 luglio, a chiedere la proroga dello stato di emergenza per altri 6 mesi. È tempo che anche gli enti locali si assumano in pieno le proprie responsabilità”.
 
La procedura di infrazione per le presunte inadempienze pugliesi era nell’aria da settimane - commenta Coldiretti Puglia attraverso il presidente Gianni Cantile - A questo punto domandiamo alla Commissione europea quale risarcimento dovrebbe chiedere la Puglia per il danno subito proprio a causa dell’immobilismo e dei gravissimi e inaccettabili ritardi della Commissione Europea nell’affrontare l’emergenza Xylella con delle frontiere colabrodo, tanto che ancora ad aprile 2015 è arrivata a Parigi una pianta di caffè con la xylella fastidiosa proveniente dal Sudamerica attraverso l'Olanda”.
 
“Per colpa dei ritardi accumulati negli ultimi due anni gli ettari olivetati danneggiati dalla malattia sono passati bruscamente dal 3% al 10% del patrimonio salentino – continua Cantele - e la distruzione di almeno 300mila piantine, come da prescrizione del Piano per l’emergenza, non può passare sotto silenzio. Per non parlare dei ritardi comunitari nell’individuare misure di sostegno a olivicoltori, cooperative, vivaisti, frantoi”.
 
L'origine e la traiettoria del batterio che sta distruggendo gli ulivi pugliesi sono scientificamente provati: è stato introdotto nel Salento dal Costa Rica attraverso le rotte commerciali di Rotterdam.
 
“Non sono state attuate efficaci misure di rafforzamento dei controlli alle frontiere e l’embargo avverso le aree da cui proviene il batterio che sta distruggendo gli ulivi salentini, come ad esempio il Sud America, e un doveroso periodo di quarantena delle piante provenienti da Paesi extra Ue, al fine di bloccare il commercio di materiale vegetale infetto. Pertanto, dall’Olanda possono entrare piante infette, come quelle di caffè che sono state ritrovate nei vivai lombardi" ricorda la nota di Coldiretti Puglia.
 
“La Puglia sta subendo un sistema di regole europee – conclude il direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - che facilita le importazioni di qualsiasi bene, spesso anche senza le giuste garanzie per i consumatori, mentre rende difficili, per assurdo, le esportazioni. L'aggravante è che i flussi commerciali continuano e l'Ue ha posto l'embargo ai nostri vivai, ma non ha risolto il problema alla fonte, ovvero realizzando i centri di quarantena fitosanitaria all'ingresso dell'Europa. E’ bene ricordare, infatti, che sui vivai salentini grava il divieto di movimentare le piante considerate possibili ospiti della malattia da un anno e mezzo”.