Fare sintesi dei reali costi di produzione è un’essenziale prerogativa per le imprese agricole, ma contestualmente occorre conoscere con esattezza anche i prezzi di vendita dei vari prodotti spuntati sul mercato, per conoscere l’esatta redditività e quindi determinare il reddito netto imputabile alle singole colture, nonché definire il bilancio finale dell’imprenditore agricolo relativo all’annata agraria analizzata.

Come abbiamo visto in questo lungo viaggio all’interno dei costi di produzione, sappiamo che non esiste in realtà un’azienda agricola uguale all’altra e pertanto i costi qui elaborati sono da tenere in considerazione come costi di produzione medi “standard”, che devono servire quale supporto per i vari imprenditori agricoli concreti e precisamente (coltivatore diretto e agricoltore in economia), al fine di rispecchiarsi e confrontare questi dati economici emersi con quelli realmente sostenuti nella propria azienda agricola.

Da questo confronto diretto è possibile ottenere un insieme di tendenze, consigli e utili riflessioni per meglio razionalizzare i vari fattori della produzione e quindi migliorare in definitiva la redditività colturale e di riflesso quella aziendale.
Partiamo quindi con un riepilogo sintetico sulle tendenze emerse nel 2014, specialmente per quanto riguarda i costi di produzione delle varie colture arboree da frutto e dei vigneti raccolti a mano e a macchina.

Fra le colture arboree prevalenti, partendo dalla frutticoltura estiva, troviamo l’albicocco, con un costo di produzione di 0,75 euro/kg per azienda in economia e 0,33 per il coltivatore diretto, mentre il susino presenta un costo di 0,55/kg per la prima e 0,32/kg per la seconda. Per quanto riguarda pesche e nettarine, le prime sono costate 0,67 euro/kg per l’azienda in economia e 0,24 per il coltivatore diretto, mentre le seconde rispettivamente 0,59 e 0,29. Il costo di produzione delle mele si è attestato a 0,43 euro/kg per l’imprenditore in economia e a 0,24 per il coltivatore diretto, mentre produrre un chilo di pere 0,49 per quello in economia e 0,28 per il coltivatore.

Tra le principali colture prevalenti c’è poi l’actinidia, costata 0,55 euro/kg all’azienda in economia e 0,32 euro/kg al coltivatore diretto. Fra le colture arboree italiane principali riveste un ruolo di primo piano l’olivo, con 0,59 euro/kg e 0,29 euro/kg rispettivamente per l’azienda in economia e il coltivatore diretto.

Discorso a parte merita la vite, con uve raccolte a mano e a macchina. Il Trebbiano, raccolta a mano, è costato 32,59 euro/q.le per l’azienda in economia e 18,38 euro/q.le per l’impresa condotta dal coltivatore diretto. Raccolta a macchina il costo scende a 28,08 euro/q.le per l’impresa in economia e aumenta a 21,78 euro/q.le per il coltivatore diretto. Spostandoci sui rossi, il costo per il Sangiovese raccolto a mano si attesta sui 42,86 euro/q.le per l’azienda in economia e a 25,79 per il coltivatore diretto. Chiude poi il Sangiovese raccolto a macchina, rispettivamente 37,30 e 28,55 euro/q.le.

Per quanto riguarda il 2015, abbiamo già le tendenze quasi definitive dei prezzi del 2015. Ci sono certamente differenze tra il 2014 e il 2015. In realtà, in quest’ultimo frangente, ha tenuto bene il comparto vitivinicolo; anzi, il 2015 passerà alla storia come un’annata eccezionale per l’uva e il vino, sia per le quantità, ma soprattutto per la qualità eccellente del vino.

Per quanto riguarda la frutta, le pesche e nettarine sono andate meglio del disastroso 2014, ma solo nella tarda stagione delle raccolte tardive. Lo dimostrano gli abbattimenti consistenti dei frutteti (pescheti, nettarine e altri obsoleti) già fortemente in atto nella nostra regione e anche a livello nazionale, che preoccupano il mondo agricolo e pure le strutture cooperative, specialmente per gli effetti negativi che si possono avere sugli investimenti futuri e nel mondo del lavoro. 

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Scarica la tabella di riepilogo dei costi dei vigneti in formato Pdf

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