I dati migliori del rapporto Agrosserva di ieri riguardano l’andamento dell’export e la ripresa della domanda interna, che insieme fanno sì che il contributo dell’agricoltura alla formazione del Pil abbia un saldo positivo. Positivo anche il sentiment delle imprese per il primo periodo dell'anno.
Nel primo trimestre del 2015 l’agricoltura ha contribuito a rilanciare il Pil del Paese, che in base alla stima preliminare dell’Istat ha registrato un aumento dello 0,3% su base congiunturale. Il valore aggiunto dell’agricoltura, in particolare, è cresciuto del 6%, segnando un incremento anche su base tendenziale dello 0,2%.
Sulla scorta di tale dato, poco fa, il ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina, ha dichiarato: “L’agricoltura si conferma un settore strategico per la ripresa economica del nostro Paese. Iniziamo a toccare con mano i risultati del lavoro che abbiamo portato avanti negli ultimi mesi, spingendo sulla crescita occupazionale, sulle semplificazioni burocratiche nel settore, sugli sgravi fiscali per le imprese e adottando misure specifiche per favorire il ricambio generazionale. Anche in Europa abbiamo fatto sentire la nostra voce e per la prima volta la Banca di investimenti europea ha aperto una linea di credito da 400 milioni di euro in collaborazione con gli istituti bancari del nostre Paese per dare liquidità alle nostre imprese agroalimentari. I dati ci danno fiducia e con grande ottimismo guardiamo ai prossimi mesi per rendere la crescita stabile”.
Sono due fondamentalmente i fattori che spiegano la ripresa del settore agricolo a breve termine, secondo AgrOsserva.
Intanto, c’è il dato positivo delle vendite all’estero di prodotti agricoli e di alimenti e bevande trasformati, con una crescita del 6,2% su base annua nel periodo gennaio-marzo 2015. La dinamica appare in forte accelerazione rispetto all’anno scorso - specie verso i mercati extra Ue - e nettamente più sostenuta se confrontata con l’andamento generale dell’export nazionale.
Confortanti segnali di ripresa emergono anche dal lato della domanda interna dopo la fase di prolungata contrazione dei consumi alimentari delle famiglie. Le rilevazioni Ismea-Nielsen indicano un incremento degli acquisti alimentari domestici dell’1,4% nel bimestre gennaio-febbraio 2015 sullo stesso periodo del 2014, dato che risulta in linea con le indicazioni Istat sulle vendite del commercio al dettaglio del settore. A influire sulla ripresa dei consumi, sottolinea l’Ismea, anche le scelte di politica fiscale finalizzate a restituire un maggiore potere d’acquisto alle famiglie italiane.
Quanto alle prospettive per il resto dell’anno, la debolezza dell’euro continuerà a giocare un ruolo determinante assieme alle ricadute positive sull’economia nazionale che ci si attende dall’Expo. Tuttavia, precisa il rapporto Agrosserva, fattori di incertezza nel quadro internazionale provengono dagli sviluppi non più scontati della politica monetaria in Usa, a seguito di una probabile revisione peggiorativa delle stime di crescita dell’economia statunitense e dalla forte decelerazione del Pil in Cina. L’evoluzione del quadro macroeconomico di breve termine potrebbe inoltre risentire degli sviluppi della vicenda greca in Europa, della forte instabilità nell’area mediorientale e nordafricana e del protrarsi dell’embargo russo.
Una conferma della positiva evoluzione del settore proviene anche dall’incremento degli indici di fiducia dell’agricoltura e dell’industria alimentare elaborati da Ismea, che riflettono un maggiore ottimismo tra le imprese, eccezione fatta per il comparto della zootecnia da latte su cui pesano le incognite del post quote.