Aumentano gli acquisti di prodotti alimentari low cost nei discount nel 2013 ma in parallelo salgono anche a 534 gli allarmi alimentari in Italia: + 3 per cento rispetto all’anno precedente e soprattutto del 14 per cento superiori a quelle prima della crisi nel 2008, quando erano appena 468, sulla base del  numero di notifiche nazionali al sistema di allerta comunitario per la prevenzione dei rischi alimentari.

Secondo i dati Istat relativi al commercio al dettaglio nel 2013, nell'intero anno 2013 le vendite hanno segnato una diminuzione del 2,1% rispetto all'anno precedente, sintesi di flessioni dell'1,1% per i prodotti alimentari e del 2,7% per i prodotti non alimentari. E' il dato peggiore dal 1990.

E in calo sono anche i dati riferiti alla spesa alimentare: -2,3 per cento nel confronto dicembre 2013 – 2012 e -1,1 per cento nel corso dell'intero 2013, il peggiore dato dal 2009. Nella grande distribuzione gli acquisti di prodotti alimentari diminuiscono dell'1,9 per cento, contrazione che arriva al 3% nei tradizionali negozi di generi alimentari. Perdite sostanziali si registrano negli ipermercati e nei supermercati. In controtendenza solo i discount: 0,7% rispetto a dicembre 2012 e 1,6% nel confronto tra gennaio – dicembre 2013 e lo stesso periodo dell'anno precedente.

La crisi porta a dire addio al negozio di fiducia: secondo un’indagine Coldiretti/Ixè presentata all'Assemblea dei giovani dell'organizzazione agricola, quasi la metà  degli italiani (47%) si reca in diversi esercizi commerciali per acquistare il prodotto che cerca dove costa meno, magari aiutati da internet e volantini. "Gli italiani - riporta la Coldiretti - sono costretti a trasformarsi in veri detective della spesa: il 62 per cento va a caccia delle offerte speciali 3 per 2 e degli sconti e il 42 per cento cerca sempre e comunque i prodotti che costano meno".

Se in tutti gli altri settori, dall'abbigliamento alle automobili, gli italiani hanno rinunciato agli acquisti, per l'alimentare non è possibile fare rinunce complete o rimandare gli acquisti "a tempi migliori"; ed ecco che sono sempre di più quelli che si rivolgono ai discount.

"Sei famiglie italiane su dieci hanno tagliato quantità e qualità degli alimenti, privilegiando nell’acquisto prodotti offerti spesso a prezzi troppo bassi per essere sinceri, che rischiano di avere un impatto sulla salute - nota Coldiretti - Dietro questi prodotti spesso si nascondono infatti ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi”.

"A dispetto della pressione promozionale altissima, la situazione economica è così critica che un italiano su due continua a comprare soltanto l’essenziale" sottolinea la Cia- Confederazione italiana agricoltori.
"Soltanto i discount continuano a resistere - aggiunge la Cia - D’altra parte, oggi sono 6,5 milioni di famiglie che dichiarano di fare regolarmente la spesa nei discount pur di risparmiare. Il 42 per cento privilegia le grandi confezioni o “formati convenienza” e il 32 per cento abbandona i grandi brand per marche meno conosciute e prodotti di primo prezzo".
 
"Il disagio economico riguarda il 25% delle famiglie italiane e, in forma grave, il 14,3% - rincara Copagri - Grave che gli italiani siano costretti a guardare sempre meno alla qualità e sempre più alla convenienza del prezzo, al massimo risparmio. Neanche offerte e sottocosto riescono a contribuire ad una tenuta della GDO, mentre i discount proseguono nella loro crescita".

"Non si può non pensare – conclude la Copagri – all'unica strategia possibile per invertire la tendenza, ovvero ad una sostanziale diminuzione della pressione fiscale".