C’è un nucleo vitale di imprenditori che sta proiettando in avanti l’agricoltura italiana e che costituisce una “minoranza trainante” portatrice di una moderna cultura del fare azienda. E’ quanto emerge da una ricerca del Censis commissionata da Confagricoltura in vista del Forum nazionale dell’Organizzazione agricola “Il futuro fertile”, in programma a Taormina dal 22 al 24 marzo.
“Siamo partiti dalla fotografia della situazione attuale – ha spiegato il presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni – per avviare il dibattito sull’agricoltura dei prossimi anni, alla luce dei cambiamenti che inevitabilmente interverranno. E lo faremo a Taormina, tra pochi giorni, con rappresentanti delle Istituzioni, economisti, imprenditori e con il mondo della ricerca, richiamando l’attenzione di tutti su questa “minoranza trainante”, che può essere di esempio e stimolo per il successo dell’imprenditoria agricola del nostro Paese.”

La “minoranza trainante” che emerge dalla ricerca Censis-Confagricoltura:
• scambia conoscenze: fitte reti di collaborazione e di scambio di esperienze con altre imprese sono attivate dall’80% delle aziende analizzate, che condividono nella maggior parte dei casi (75%) il proprio know-how;
• guarda oltre i confini nazionali: il 27% opera all’estero, prevalentemente attraverso attività d’esportazione dal quale ricava il 30% del fatturato;
• fa innovazione: il 90% ha apportato negli ultimi anni innovazioni di processo o di prodotto e il 64% lo ha fatto rafforzando il processo di fidelizzazione con la propria clientela;
• non teme il passaggio generazionale: il 42% degli imprenditori agricoli intervistati non ha un problema di continuità aziendale, per il 30% i figli o i parenti del titolare lavorano o lavoreranno in azienda;
• esprime una leadership plurale: gli imprenditori sono sempre più aperti alla condivisione delle decisioni con figure professionali specialistiche (in oltre il 30% dei casi);
• è capace di stabilire un processo empatico con il mercato: il 25% ha scelto di posizionarsi in nicchie alte di mercato, il 33% di innalzare la qualità dei prodotti, 21% di puntare sulla comunicazione e su nuove formule distributive;
• ha attivato una integrazione efficiente tra produzione-trasformazione-commercializzazione: il 50% delle imprese analizzate opera tramite marchio proprio o con marchio di origine, il 36% produce e trasforma i propri prodotti e il 31% vende direttamente al cliente finale.

Se queste sono le caratteristiche comuni, la ricerca individua in questa minoranza trainante anche quattro “profili” aziendali distinti: i trend setter (34,3%); i selettivi efficienti (26,2%); le imprese in via di consolidamento (27,2%), e infine un’area al di sotto della soglia di competitività (12,3%).
“La ricerca - ha detto Vecchioni - conferma l’esistenza di un’impresa agricola dinamica, che investe e che tenta di raggiungere il mercato in modo efficace, anziché subirlo. Ma c’è anche un’impresa agricola che chiede spazio e che non ha la dimensione e gli strumenti per affermarsi. Sono migliaia e migliaia di imprenditori. Che vanno aiutati a crescere, affrancandoli dalle illusioni. Che vanno accompagnati con politiche altrettanto innovative e coraggiose, salvaguardando le ragioni della competitività, per misurarsi con le nuove sfide di un’economia globalizzata. Il Forum di Taormina è un’occasione preziosa per richiamare l’attenzione di tutti su questi temi”.

Fonte: Indagine Censis-Confagricoltura 2007