Hanno versato ieri, 21 luglio 2022, decine di litri di latte di bufala sul selciato, davanti alla sede di Napoli della Presidenza e della Giunta della Regione Campania in segno di protesta per non essere stati ricevuti dal presidente campano, Vincenzo De Luca. Sono alcuni degli allevatori di bufale della provincia di Caserta, che da settimane protestano contro il Piano di Eradicazione delle Malattie Infettive - segnatamente brucellosi e tubercolosi - e che ha un capitolo specifico per l'area cluster d'infezione, localizzata in quattro comuni del Casertano.

 

Il Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino lamenta che il Piano non prevede l'abbattimento di sole bufale infette, ma anche di animali solo sospettati di infezione, che puntualmente risultano sani all'esito delle analisi post mortem di isolamento dei batteri. Una tesi controversa sul piano scientifico, che ha però trovato già udienza presso Tar Campania e Consiglio di Stato che hanno sospeso numerosi abbattimenti.


I manifestanti - che erano partiti dal Casertano di buon mattino a bordo di una pattuglia di 14 trattori - hanno chiuso il momento di protesta dando appuntamento a Roma il 28 luglio per un corteo che chiederà un incontro con i dirigenti dei partiti politici nazionali vista la chiusura del dialogo con la Regione Campania.

 

Gianni Fabbris, leader di Altragricoltura e portavoce del Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino, aveva scritto una lettera al presidente De Luca, per richiedere l'incontro. "Le chiediamo l'incontro per consegnarle e illustrare direttamente i documenti che le abbiamo già inviato più volte in questi mesi su cui chiediamo di poter avere delle risposte sia nella sua veste di presidente della Regione Campania, sia in quella di responsabile della Sanità Regionale" scrive Fabbris nella missiva, nella quale si sottolinea la necessità di un confronto sui risultati del Piano che, come noto, è stato impugnato dagli allevatori innanzi al Tar chiedendone la sospensione.


Nei giorni scorsi era poi circolato un atto non ufficiale dell'avvocatura della Regione Campania, prontamente smentito dal vicepresidente della Regione, Fulvio Bonavitacola, che avrebbe messo seriamente in dubbio la legittimità del Piano stesso, che per le caratteristiche che ha, avrebbe dovuto avere un passaggio nel Consiglio Regionale, che invece non si è mai celebrato.

 

Il tutto mentre il presidente De Luca ha nominato il generale dei Carabinieri Luigi Cortellessa, commissario all'esecuzione del Piano di Eradicazione, paventando un possibile ruolo della criminalità organizzata nella diffusione delle malattie infettive.

 

"Vorremmo, in particolare, discutere con lei della circostanza per cui oggi la brucellosi è tornata praticamente ai valori del 2007 aumentando di venti volte - afferma Fabbris - dopo che la Regione ha rilevato nel 2015 la gestione del Piano per l'Eradicazione della Brucella e della Tbc bufalina". In precedenza, l'incidenza della brucellosi era scesa a meno dell'1%, grazie all'azione dell'allora commissario nominato dal presidente del Consiglio dei Ministri nel 2007.

 

"Ci chiediamo da tempo come sia possibile che in questi anni per azione del Piano della Regione la brucella sia aumentata di venti volte e, da mesi, proponiamo soluzioni alternative e avanziamo proposte essendo gli allevatori i primi interessati ad avere un Piano che risolva i problemi della brucella e della Tbc" scrive ancora Fabbris.

 

Obiettivo degli allevatori: evitare gli effetti dannosi di una azione che, mentre aumenta l'incidenza d'infezione da brucella e Tbc senza domarle, ha già condannato trecento aziende su mille a chiudere in Provincia di Caserta ed ha fatto perdere migliaia di posti di lavoro.


Il Piano prevede norme stringenti per poter aderire ai programmi di risanamento della mandria, ma soprattutto gli allevatori continuano a subìre abbattimenti di animali che considerano ingiustificati e di dubbia legittimità. E chiedono l'estensione delle vaccinazioni, obbligatorie sui capi in età prepubere ma solo in zona focolaio, in modo da poter proteggere realmente gli animali. Il prossimo passo è quindi la manifestazione a Roma il 28 luglio 2022, che troverà la capitale in pieno clima elettorale.