E' stato siglato nei giorni scorsi a Perugia un protocollo d'intesa per la gestione in situazioni di emergenza di esemplari di fauna selvatica.

Un protocollo che vede coinvolti: Regione Umbria, provincia di Perugia, questura di Perugia, i comandi provinciali dei carabinieri, della guardia di finanza, dei vigili del fuoco, la polizia stradale, i carabinieri forestali di Perugia, l'Anas e i dipartimenti di prevenzione della Usl Umbria 1 e Usl Umbria 2.

Un atto importante per l'assessore all'Agricoltura Fernanda Cecchini, che mette nero su bianco le rispettive competenze dei vari enti coinvolti, fissando le linee guida condivise da seguire, e che rafforza la capacità di intervenire a tutela delle specie animali e dell'incolumità pubblica.

Il protocollo introduce un metodo innovativo di coordinamento e collaborazione tra tutti i soggetti preposti, mettendo a sistema i diversi ruoli, competenze e funzioni secondo una logica di maggiore efficienza.

Il documento, elaborato nell'ambito di incontri convocati e coordinati dalla prefettura di Perugia, prende in considerazione la presenza sempre più diffusa nel territorio provinciale di Perugia di fauna selvatica vagante che, soprattutto in caso di attraversamenti di strade, come può avvenire per ungulati selvatici sfuggiti da allevamenti autorizzati, può costituire pericolo per sé stessa, per gli animali domestici e per l'uomo.

Si definisce così ufficialmente il percorso da seguire in caso di presenza di fauna selvatica vagante, per la fauna selvatica in situazione di difficoltà o ferita, anche con l'ausilio dell'ospedale universitario didattico presso la facoltà di medicina veterinaria di Perugia, per interventi di particolare complessità come la presenza di un elevato numero di esemplari di fauna selvatica vagante e per i quali potrà essere riunito presso la prefettura un tavolo di coordinamento per organizzare l'intervento più adeguato.

Il protocollo prevede che il monitoraggio della presenza e diffusione di ungulati selvatici compete alla Regione che elabora, inoltre, le mappature delle zone maggiormente interessate dal fenomeno e si impegna a collaborare per la messa a punto di misure e azioni volte alla gestione programmata delle popolazioni libere di ungulati selvatici, nei territori competenti.
Un aspetto questo che potrà essere importante anche per la gestione della fauna selvatica nelle aree agricole.