Prosegue il trend di crescita della produzione di latte in Italia al ritmo di oltre il 3%. Lo confermano, come anticipato da Agronotizie, i dati del Sian che a novembre del 2014 segnalano una produzione di 7,22 milioni di tonnellate a iniziare da aprile, mese di avvio della attuale campagna produttiva. Se non ci sarà un rallentamento, comunque improbabile, c'è il rischio concreto che a fine campagna l'Italia si trovi a superare il limite di 10,923 milioni di tonnellate, a tanto ammonta la quota nazionale impostaci dalla Ue per le consegne dirette. E si riaprirà il doloroso capitolo delle multe, che nei quattro anni precedenti sono state evitate contenendo la produzione entro i vincoli europei. Quasi una beffa, visto che questa sarà l'ultima campagna lattiera costretta a rispettare i limiti delle quote.

Sorpresa, ok alle rate
Così, per prepararsi al peggio, già dai primi segnali di un eccesso produttivo l'Italia ha proposto alla Commissione europea la riapertura delle rateizzazioni per pagare le multe. Possibilmente senza dover sborsare interessi. Richiesta che si temeva cadesse nel vuoto dati i nostri precedenti, con rinvii e ritardi che ci sono costati procedure di infrazione. Invece, quasi a sorpresa, dal commissario Ue all'Agricoltura, Phil Hogan, è arrivato l'ok alla rateizzazione delle multe per la campagna in corso.

Bene e male
Soddisfazione del nostro ministro alle Politiche agricole, Maurizio Martina, che a più riprese aveva sollecitato questa soluzione. L'altra faccia della medaglia è che si dà ormai per certo il superamento della quota, a riprova della inadeguatezza del lungo e complesso lavoro che si è svolto a Bruxelles nel tentativo di arrivare con un “atterraggio morbido” alla fine del regime delle quote. Questa, in sintesi, l'opinione espressa da Gianni Fava, assessore all'Agricoltura della Lombardia, Regione che da sola produce quasi la metà di tutto il latte italiano.

Piove sul bagnato
Le multe, ormai date per certe, arrivano per giunta in un momento di particolare difficoltà per il mondo del latte, alle prese con una forte volatilità e prezzi in caduta libera. Basta guardare le quotazioni del latte spot nazionale (quello venduto fuori contratto). A febbraio 2014 un quintale di latte veniva pagato 44,75 euro. Oggi lo stesso latte viene pagato appena 36 euro, nonostante la leggera ripresa dei prezzi di questi ultimi giorni. I bilanci delle stalle sono in rosso e poco potrà fare il Fondo latte qualità con i suoi 108 milioni di euro, solo 8 però destinati ad essere utilizzati quest'anno e i rimanenti nei prossimi due, sino al 2017. Ma le risorse che il ministro Martina intende mettere al servizio degli allevamenti non finiscono qui. C'è un vero e proprio “pacchetto latte” pronto a partire, come già riferito da “Agronotizie”. Punti chiave sono le maggiori garanzie contrattuali per i produttori, il rafforzamento dell'interprofessione, l'introduzione di un'etichetta che dia indicazione della provenienza del latte. Tutte iniziative lodevoli e si spera utili. Purché si faccia in fretta.