Un nuovo corso per i mercati all'ingrosso, quelli che ora si chiamano - più propriamente - centri agroalimentari (Caa).

La scorsa settimana i centri agroalimentari sono stati ospiti presso il Parlamento Europeo a Bruxelles dopo che, lo scorso giugno, era stato riconosciuto, ad opera del Commissario Europeo all'Agricoltura Janusz Wojciechowski, il ruolo strategico all'interno della strategia Farm to Fork (che sottende peraltro alla nuova Pac).

 

I Caa in Europa stanno gradualmente perdendo il ruolo di intermediazione commerciale per assumere sempre di più un ruolo di servizio, in particolare per quanto riguarda la logistica. Nella logistica dell'ultimo miglio come nei movimenti redistributivi nazionali, i Caa svolgono una funzione molto importante sia per i produttori agricoli (che spesso vi sono insediati singolarmente o in associazione) sia per il dettaglio locale e i consumatori.

 

Nell'Europa del nuovo sviluppo urbano sostenibile il sostegno del dettaglio di vicinato rappresenta una pratica irrinunciabile ed è, con altre pratiche ambientali virtuose, contenuta nella strategia Farm to Fork.

Per quanto riguarda la sostenibilità appare infatti ovvio come sia totalmente inutile chiedere grandi sforzi a favore dell'ambiente agli agricoltori per poi fare arrivare in maniera insostenibile il prodotto al consumatore. Inutile produrre un frutto biologico se poi si usa un packaging plastico monoporzione e si fa entrare un tir all'interno di un centro storico per l'ultimo miglio di distribuzione.

 

Negli Usa, dove in passato i Mercati sono stati lasciati al proprio destino, ci si è accorti dell'errore e oggi si ricostruisce, in chiave magari più logistica, grandi strutture a servizio delle città come del sistema distributivo federale. I Caa possono inoltre rappresentare l'antidoto allo strapotere della grande distribuzione organizzata; un'opportunità in più per il settore produttivo, che deve però meglio utilizzarli per quanto possono dare.