Si placa la sostenuta ventilazione che ha caratterizzato gran parte del mese. Un netto incremento dei valori barici porterà una parentesi più mite (ma con temperature sempre attorno alle medie o poco oltre) ed ampi spazi soleggiati anche laddove le nubi hanno insistito in maniera pesante. Bel tempo quindi nel medio termine, ma non prima di un rapido passaggio perturbato che influenzerà maggiormente le regioni nord occidentali. 

Il punto della situazione 
Gli ultimi giorni sono stati caratterizzati da una sostenuta ventilazione nord orientale, correnti che hanno segnato questo gennaio rendendolo molto freddo e secco al Nord e molto nevoso (ma anche localmente piuttosto piovoso) al Centro-Sud.
Una preoccupante siccità sta attanagliando quindi le regioni settentrionali, compresa la Toscana, mentre il resto della Penisola ha avuto abbondanti precipitazioni ben al di sopra della media.

Gran parte dell'Europa è bianca, coperta da uno strato uniforme di neve decisamente esteso, ma è bianca anche per la fitta coltre di nebbia che si forma proprio quando la neve tende a sublimare in presenza di aria umida, magari grazie al sole ed in assenza di vento.
Il manto di neve raffredda lo strato d'aria vicino al suolo e la nebbia ha modo di salire via via più in alto fino a formare un tappeto di nuvole basse esteso e compatto, come si vede dall'immagine del satellite.

Lì sotto la temperatura è bassa, molto, tant’è che i valori faticano a salire sopra lo zero anche nelle ore centrali. Anzi, spesso si rimangono sotto.
E' quindi un contesto molto freddo, un vero pozzo gelido. E' aria che poi, all'arrivo delle perturbazioni oceaniche verso le coste europee, viene richiamata contro la bassa pressione che le comanda in aperto Atlantico, andando ad invadere Francia e Isole Britanniche, portando anche qui temperature piuttosto basse nonostante non sia presente una copertura nevosa al suolo.

E' mix che stabilizza anche l'aria umida e instabile in arrivo dall'oceano, respingendo le perturbazioni in arrivo e costringendole a sfiorare soltanto le coste del nord Europa per poi salire verso l'Artico.
E' il respiro di un'alta pressione continentale fredda (soprannominato generalmente “anticiclone termico”), su un cuscino di neve, nel periodo più freddo dell'anno. 

Analisi
Va ad assorbirsi quasi completamente la depressione mediterranea che ha condizionato il quadro meteorologico su gran parte della Penisola in questi ultimi 15 giorni, portando maltempo anche intenso al Centro Sud. 
Nel contempo continuano a prevalere condizioni climatiche molto rigide sul Centro Europa: un vasto campo di alta pressione ha garantito l’accumulo dell'aria fredda giunta con le irruzioni precedenti. 

Un nuovo impulso d'aria gelida si appresta a scivolare sul bordo orientale dell'anticiclone con massimi in Germania, andando così a colpire le nazioni orientali del continente europeo per poi raggiungere anche il Mar Nero, i Balcani e la penisola ellenica. 

L'Italia verrà solo sfiorata dal nucleo freddo a ridosso del weekend, quando da una parte (estremo sud Adriatico) giungeranno ulteriori infiltrazioni fredde, e dall’altro (regioni nord occidentali) arriverà aria più instabile ed umida, che contrasterà il freddo orientale.

A livello emisferico appaiono evidenti due dinamiche contrapposte: la prima riguarda il Vortice Polare (Vp) che, appena ne ha la possibilità, tende a creare le condizioni per uno split in area atlantica, con costanti risalite altopressorie in Europa occidentale e parte del Mediterraneo. La seconda riguarda invece il vasto e robusto anticiclone euroasiatico, che sta facendo il suo dovere creando un ostacolo al consolidamento del Vp, che risulta pertanto nella morsa tra la spinta dell’alta pressione dalle Montagne Rocciose e dall’anticiclone russo-siberiano.

Il Mediterraneo è quindi costretto ad una situazione invernale in stallo, nel limbo meteorologico con pressione livellata, temperature sostanzialmente entro le medie del periodo e solo sfiorato dalle perturbazioni atlantiche. 

Tendenza
Cosa può sbloccare la situazione quindi? C’è una terza dinamica che potrebbe movimentare il contesto, rappresentata dal surriscaldamento della stratosfera a livello polare, che di norma andrebbe a favorire un netto indebolimento del Vp, ma fino a questo momento è un parametro non particolarmente influente sull’andamento del quadro meteorologico invernale sull’Europa.

Ma più realisticamente l’elemento di sblocco arriverà da un addolcimento delle temperature già entro fine mese sul territorio europeo centrale, poiché l'alta pressione verrà spinta verso est dall'ingresso di correnti più umide ed insistenti atlantiche sulle nazioni occidentali e in parte quelle centrali. 

In sostanza, negli ultimi giorni di gennaio le temperature sottomedia si misureranno soltanto tra Russia, Ucraina e zona del Mar Nero, mentre il clima diverrà più consono alla stagione sul resto d'Europa. 
Non bisogna però sottovalutare l'ipotesi che il gelo ora presente su queste aree possa rallentare o frenare l'avanzata dell'aria più mite ed instabile oceanica. 

Evoluzione
La migrazion nei primi giorni di febbraio dell’anticiclone verso l'Europa nord-orientale aprirà quindi una finestra per perturbazioni atlantiche, latitanti ormai da tanto tempo. 

Anche l’Italia verrà condizionata dall'arrivo dei sistemi perturbati dai quadranti occidentali, che avranno l’onere di movimentare il quadro meteo al nord Italia, ove quindi potrebbero giungere le precipitazioni che sono finora mancate in quest’inverno, ma anche in autunno. 

L’analisi dei modelli previsionali propone quindi uno scenario più mite, ma propizio per nevicate di un certo livello anche sull'area alpina, senza escludere locali coinvolgimenti anche delle aree limitrofe ed in Val Padana. 
Infiltrazioni molto fredde dai settori nord orientali potrebbero ancora fluire di tanto in tanto sulla Penisola.

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