La quantità va bene, ma se è di qualità è meglio. I trend di mercato del grano mostrano infatti un delta di prezzo interessante fra prodotti conferiti, influendo soprattutto la qualità in termini di proteine. Due le mosse per innalzare tale parametro: una buona difesa da infestanti e patologie, nonché una concimazione azotata razionale nel momento in cui le piante devono sostenere il proprio sviluppo vegeto-produttivo.


La lotta alle malattie fungine, però, è tema primaverile, mentre il binomio diserbi-concimi è di estrema attualità. Ciò soprattutto perché le condizioni climatiche di febbraio 2023 lasciano pensare a una ripresa ormai imminente dello sviluppo della coltura. Di seguito, un approfondimento sugli specifici temi nutrizionali azotati.

 

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L'apparato fogliare al centro

Tutto ruota intorno alla fotosintesi, ma questa può trovare dei limiti se le piante non hanno sufficienti disponibilità di nutrienti, uno su tutti l'azoto. Molto di ciò che si raccoglierà a inizio estate dipenderà infatti dalle cure prestate al grano durante le fasi in cui sarà massima la sua richiesta di nutrimento. Tale periodo inizia con la levata, solitamente in aprile, fino alla maturazione della spiga, momento che cade solitamente verso inizio giugno. 


Meglio quindi prevedere fin da ora i più opportuni interventi nutrizionali al fine di somministrare alla coltura tutto quello che le serve nel momento giusto. Anche perché sulla nutrizione del frumento si colloca circa un quarto e a volte più degli investimenti in campo sostenuti dalle aziende agricole. Spesso è infatti la prima voce di spesa nel bilancio economico. Bene quindi estrarre il meglio dai propri investimenti, applicando i fertilizzanti nella finestra temporale più opportuna.


La fase in cui deve essere massima la superficie verde attiva è per lo più compresa tra la fine accestimento/inizio levata e la fioritura. Non tutti i tipi di frumento necessitano però del medesimo apporto azotato, variando questo in funzione della destinazione d'uso dei raccolti. 


A ogni frumento la propria dose

Per frumenti biscottieri e panificabili si sta rispettivamente poco al di sotto e poco al di sopra dei 2,5 chilogrammi di azoto per quintale di grano raccolto, tale esigenza sale sui 3 chilogrammi/quintale per i grani di forza e per il grano duro. Circa quest'ultimo, ipotizzando una resa finale fra i 40 e i 50 quintali/ettaro, si dovranno quindi somministrare 120-150 chilogrammi/ettaro di azoto. Le rese finali salgono però per i panificabili, potendosi raggiungere facilmente i 70-80 q/ettaro. In tal caso, l'azoto necessario salirà a 210-240 chilogrammi/ettaro. Poco al di sotto i biscottieri, i quali richiedono meno di 200 chilogrammi/ettaro di azoto. 


L'importanza della concimazione frazionata

Oltre alla dose complessiva, anche i tempi di somministrazione sono diversi in funzione della tipologia di grano seminato. Per esempio, parlando di grani duri e di forza, i chili di azoto totali è suggeribile erogarli in momenti diversi, frazionando la dose fino a tre differenti interventi, con il 65-70% somministrato all'accestimento tramite formulati a lenta cessione, seguendo poi con almeno il 25-30% del totale in corrispondenza della foglia bandiera. Questa è infatti in grado di produrre da sola fino al 40% delle proteine e dei carboidrati finali alla raccolta. Indispensabile quindi tenersi da parte la quantità di azoto necessaria a sostenerne l'attività fotosintetica


In tal senso è possibile impiegare urea o nitrato ammonico: la prima utilizzabile dalla coltura solo in seguito alla sua trasformazione nel terreno in forme assimilabili. Il secondo meglio si presta quando si desideri un effetto più pronto, come a fronte di colture stressate da piogge dilavanti e da basse temperature. Infine, una minima dose residua di azoto potrebbe essere applicata durante la spigatura in ragione del 2-3% dell'ammontare totale. In tal caso, vanno individuati i formulati idonei alle applicazioni fogliari


Circa i biscottieri e i panificabili, invece, la dose complessiva potrà essere ripartita in sole due applicazioni, scendendo anche a una sola con il 100% dell'azoto somministrato durante l'accestimento. Ciò implica un vantaggio in termini operativi, permettendo di risparmiare costi di tempo e carburanti. Per chi opti per tale approccio nutrizionale, però, sarà indispensabile individuare i più idonei fertilizzanti granulari a lenta cessione, con inibitori dell'ureasi o della nitrificazione, al fine di minimizzare le perdite per lisciviazione a tutto danno di ambiente e portafoglio. 

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