I cerealicoltori che quest'anno hanno seminato grano duro hanno dovuto fare i conti con una pressione fungina particolarmente intensa. La primavera umida, con piogge frequenti nel mese di maggio, ha creato non pochi problemi soprattutto agli agricoltori del Nord Italia e soprattutto per quanto riguarda il Fusarium, un fungo che oltre a causare cali di produzione è anche responsabile della formazione di micotossine.

Ma le cose potrebbero cambiare grazie ad una ricerca condotta dal dipartimento di Scienze agro-ambientali e territoriali (Disaat) dell'Università degli studi di Bari Aldo Moro, che ha selezionato delle varietà di frumento duro resistenti alla fusariosi, individuando uno dei geni chiave coinvolti nella resistenza. La ricerca, disponibile qui, è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista del Gruppo Nature Scientific Report.

Presente in Italia dal 1995, la fusariosi della spiga colpisce la produzione di grano duro, materia prima della pasta, sia determinando una diminuzione della produttività dei campi, sia mettendo a rischio la sanità della granella. Se infatti il fungo non viene controllato efficacemente, attraverso l'utilizzo di agrofarmaci e pratiche colturali, esso sviluppa la tossina Don (Deossinivalenolo) che ha effetti cancerogeni sull'organismo umano e per questo motivo la sua presenza nella granella e negli sfarinati è tenuta sotto controllo.

Il gruppo di ricerca Disaat, coordinato da Agata Gadaleta, è impegnato già da molti anni nella lotta alla fusariosi del frumento e ha sviluppato delle varietà resistenti al Fusarium trasferendo la resistenza dal frumento tenero a quello duro, partendo da un progetto ministeriale Prin e con l'aiuto di finanziamenti privati da parte della ditta sementiera Agroservice-Isea.

Il grano duro, rispetto al grano tenero, è infatti più sensibile alla malattia fungina. "Produrre varietà di grano duro resistenti alla fusariosi è la migliore strategia economica ed ecologica per combattere questa affezione invasiva e distruttiva", spiega ad AgroNotizie la coordinatrice della ricerca Agata Gadaleta. "Sfortunatamente, l'ottenimento di varietà di frumento duro resistenti mediante incroci genetici è complicato dalla mancanza di fonti di resistenza, presenti invece nel grano tenero".

I ricercatori Disaat hanno confrontato una varietà di grano tenero resistente alla malattia con una di grano duro suscettibile alla fusariosi, identificando i geni responsabili della resistenza, provocata dalla variazione della struttura chimica della parete cellulare. Già in passato diversi gruppi di ricerca si erano cimentati nella sfida di trasferire tratti di resistenza da frumenti teneri a duri, senza tuttavia ottenere il risultato sperato.

Il team di ricerca del Disaat, grazie alla lunga esperienza nel miglioramento genetico del frumento, è stato in grado di trasferire mediante un programma di incrocio e selezione la resistenza in moderne cultivar di frumento duro che potranno essere disponibili per gli agricoltori molto presto.

La coltivazione di varietà resistenti in filiere controllate sul territorio italiano potrebbe dunque aumentare la produttività dei nostri areali e ridurre la contaminazione da tossine fungine in prodotti come la pasta. Un aiuto importante per gli agricoltori e il made In Italy.


A livello specialistico la ricerca è spiegata nell'articolo, a firma di Gadaleta A., Colasuonno, Giove S. L., Blanco A. Giancaspro A. 2019. Map-based cloning of QFhb.mgb-2A identifies a WAK2 gene responsible for Fusarium Head Blight resistance in wheat è stato pubblicato sulla rivista "Scientific Reports" volume 9, Article number: 6929 (2019)