Conoscete l'okra? Il daikon e le patate dolci? E lo yacón invece?

 

Per capire di cosa si tratta siamo andati alla scoperta del Tropico di Cuneo, "un progetto di coltivazione", come ama definirlo Matteo Chesta, uno dei due protagonisti, formato da due realtà, l'Azienda agricola Speranza di Chesta Matteo, appunto, e l'Azienda agricola di Lucio Alciati. Due aziende agricole a pochi chilometri di distanza che si trovano nell'areale pedemontano di Cuneo, rispettivamente a Vignolo e a Caraglio, dove da qualche anno si coltivano alcuni ortaggi tropicali.

 

Dalla passione per l'orticoltura tropicale, circa tre anni fa, ne è nato un lavoro fatto principalmente di prove e sperimentazioni, ma anche di tante soddisfazioni.

 

In questi due anni di coltivazione di yacón Matteo Chesta ha riscontrato che la coltura sta presentando un adattamento molto rapido al clima dell'area in cui si trova l'azienda

In questi due anni di coltivazione di yacón Matteo Chesta ha riscontrato che la coltura sta presentando un adattamento molto rapido al clima dell'area in cui si trova l'azienda

(Fonte foto: Tropico di Cuneo - Azienda agricola Speranza di Chesta Matteo)

 

Quegli ortaggi che arrivano da lontano

Okra, daikon, yacón e patate dolci, dicevamo, non sono altro che ortaggi tropicali che hanno trovato le giuste condizioni di sviluppo in queste aree piemontesi e che per Matteo e Lucio rappresentano la possibilità di diversificarsi sul mercato.

 

L'okra, detto anche gombo, è un ortaggio di origine africana dalla consistenza gommosa che ha un gusto non paragonabile ai nostri ortaggi, "si adatta straordinariamente bene al nostro clima ed è molto richiesto; il daikon è una coltura di origine asiatica molto facile da produrre e molto simile alla rapa"; mentre lo yacón, una coltura di origine peruviana, "è un tubero particolare che si consuma crudo" ed è ricco di oligosaccaridi che lo rendono dolce e dal gusto simile a quello di una pera acerba. "In questi due anni di coltivazione sta presentando un adattamento molto rapido al clima dell'area, si seleziona velocemente. La differenza con i nostri tuberi classici è che presenta un tubero commestibile e un tubero da seme". Ancora però i due agricoltori devono capire se potrebbe essere una coltura interessante, oppure se sono più i costi e i sacrifici rispetto alla resa.

 

Le patate dolci, infine, sono tipiche della cucina orientale e possiedono un gusto dolciastro, che si diversifica a seconda della varietà della pianta. Al palato possono ricordare il sapore della mela, della zucca o del vino. Tra l'altro recentemente è nato anche il progetto Batata Buona per la promozione e la valorizzazione della batata in quel territorio.

 

Le patate dolci possiedono, come dice il nome, un gusto dolciastro

Le patate dolci possiedono, come dice il nome, un gusto dolciastro

(Fonte foto: Tropico di Cuneo - Azienda agricola Speranza di Chesta Matteo)

 

Le coltivazioni sono biologiche e in pieno campo, in modo tale che si capisca subito se la coltura riesce a svilupparsi alle condizioni ambientali che caratterizzano la zona.

 

L'ostacolo più grande nella coltivazione di questi ortaggi tropicali, nonché il motivo principale che porta Matteo e Lucio a decidere se continuare con la coltivazione o se passare a sperimentarne un'altra, è che "hanno un ciclo di vita troppo lungo. Hanno cioè - precisa l'agricoltore Chesta - bisogno di un tempo lungo, dai sei fino ai dieci mesi, di un clima mite e umido per andare a fioritura e produrre".

"Un karkadè che inizia a fiorire a ottobre, quando a novembre gela, non farà mai produzione. Alla fine - continua Matteo - non è questione di temperature, ma di fasi fenologiche completamente diverse dalle nostre colture classiche".

Leggi anche Kiwano, yacón e crosne, e la Sardegna diventa tropicale

Resa e interesse dei consumatori i fattori trainanti

Oggi in Italia, soprattutto al Sud, si coltivano colture che un tempo erano impensabili: mango, papaya, banana e annona, rigorosamente made in Italy, sono entrati ormai a pieno diritto nelle nostre tavole. Ma non è così semplice come sembra, perché dietro le quinte si prova e riprova per capire se effettivamente conviene coltivare quella determinata coltura o se invece è meglio abbandonarla e passare alla prossima.

 

E proprio sperimentazione è la parola che più identifica il Tropico di Cuneo. Karkadè (un ortaggio africano della famiglia delle Malvaceae da cui si ottengono tisane e sciroppi partendo dalla sua infiorescenza), jicama (una patata messicana), curcuma (un tubero di origine asiatica da cui si ricava la famosissima spezia arancione), zenzero (una pianta erbacea delle Zingiberaceae originaria dell'Estremo Oriente), pak-choi (un cavolo cinese), olluco (un tubero coltivato soprattutto in Centro America) e maca (una pianta appartenente alla famiglia delle Brassicaceae) sono infatti alcune delle colture che i due agricoltori hanno provato a coltivare in questi anni con risultati a volte soddisfacenti e altre volte meno.

 

Partendo dall'infiorescenza del karkadè si ottengono tisane e sciroppi

Partendo dall'infiorescenza del karkadè si ottengono tisane e sciroppi

(Fonte foto: Tropico di Cuneo - Azienda agricola Speranza di Chesta Matteo)

 

"Anno per anno diamo una valutazione oggettiva a ciò che può essere interessante coltivare oppure no tramite due parametri: la produzione e la resa della coltura nel nostro areale, e l'interesse nella popolazione che acquista. Ad esempio il karkadè e lo zenzero sono stati bocciati perché, anche se molto richiesti, sono quasi impossibili da produrre. Invece l'okra ha una buona produzione ed è molto richiesto, quindi è una coltura interessante".

 

Colture redditizie sì, ma…

La scelta di Matteo e Lucio al momento è quella di vendere direttamente agli stranieri che ben conoscono e che quindi apprezzano questi ortaggi e a qualche curioso del luogo; per cui per ora la produzione non è molto alta, si parla di qualche chilogrammo all'anno, ad eccezione delle patate dolci che raggiungono i 30 quintali annui.

 

L'altra faccia della medaglia invece riguarda i prezzi, che sono sì superiori rispetto alle colture classiche per il fatto che c'è molta meno concorrenza (se non addirittura assente del tutto), ma "bisogna però impegnarsi di più a cercare i canali di vendita" e per il futuro bisognerebbe aumentare la produzione.

Leggi anche L'angolo degli ortaggi giapponesi

Tropico di Cuneo - Azienda agricola Speranza di Chesta Matteo

Via Narbona, 3 Vignolo (CN)
Cellulare: 333 746 2667

Email: chesta.matteo@gmail.com e agrsperanza@gmail.com


Racconti, esperienze e realtà di chi, nella propria azienda agricola, ha riscoperto la tradizione unendola all'innovazione.
Se anche tu hai una storia da raccontare, scrivi a redazione@agronotizie.it.
Leggi tutte le altre testimonianze nella rubrica AgroInnovatori: le loro storie

Questo articolo fa parte delle collezioni: