Con una stagione decisamente meno sfidante di quella 2022, Combi Mais 10.0 ha portato a casa un risultato definito "di tutto rispetto": la produzione media di campo infatti si è attestata sui 162,52 quintali/ettaro.

Tutti i dati 2023 sono stati resi noti durante il classico appuntamento di fine stagione che si è tenuto lo scorso 27 settembre a Robbiano di Mediglia (Mi), alla Società Agricola Folli. Il protocollo che è arrivato a spegnere dieci candeline, nato per "dare un futuro al mais", parole di Mario Vigo, ideatore del progetto, continua a dare soddisfazione. Anno dopo anno, con successive innovazioni introdotte, Combi Mais è riuscito centrare gli obiettivi che si era dato: produzione, qualità e sostenibilità.

 

S come stabilità, sanità e sostenibilità

 

Il protocollo ha ottimizzato i fattori produttivi e raccolto sotto un unico cappello tutto il meglio dell'innovazione nella filiera del mais, grazie ai numerosi partner che fanno parte della squadra. Gli ettari di sperimentazione sono 28, divisi in tre macro aree di circa 9 ettari ciascuna. Combi Mais dalla sua nascita però è stato applicato in maniera più "lasca" rispetto all'area sperimentale, su 25mila ettari. Se il dato medio a pieno campo nel 2023 è stato come detto 162,52 quintali/ettaro, quando la media dell'area in Lombardia è di 145 quintali/ettaro, in una delle parcelle destinate alla mangimistica e gestite con subirrigazione, dove è stato seminato un ibrido sperimentale di Dekalb, si sono toccati i 190,44. Per la produzione destinata all'alimentazione umana invece, con l'ibrido DKC6715, sono stati raggiunti i 175,93 quintali/ettaro.

 

In Italia gli ettari coltivati a mais sono in picchiata ormai da anni, mentre le importazioni ovviamente sono in crescita. "Il mais è strategico, con il mais alimentiamo gli esseri umani e teniamo in piedi la zootecnia, oltre alle bioenergie", ha tenuto a puntualizzare Mario Vigo in apertura dell'incontro. Eppure nel 2010 gli ettari a mais in Italia erano 996mila, nel 2022 erano 563.704, di cui l'89% in Pianura Padana. Fra le motivazioni che hanno portato al crollo delle superfici ci sono la volatilità dei prezzi di mercato, i problemi di sanità della granella, conseguenti anche al cambiamento climatico che sempre più incide sulle rese.

 

"Siamo partiti dall'idea di produrre per dare reddito alle aziende agricole - ha continuato Mario Vigo - in questi dieci anni ci sono stati sbilanciamenti tragici: il covid-19, la guerra in Ucraina e nel 2022 abbiamo avuto una annata molto siccitosa. Nonostante le condizioni meteo, in dieci anni, grazie al protocollo, non abbiamo mai avuto problemi di micotossine, il protocollo garantisce la sanità della granella e valorizza il prodotto italiano. Le analisi lo provano". Guardando infatti alla storia di Combi Mais, il risultato è stabile. Anche negli anni peggiori sono state ottenute rese interessanti e la sanità della granella è stata garantita.

 

La stagione 2023 per il mais è stata migliore rispetto a quella disastrosa del 2022. "La subirrigazione è partita un mese dopo, il 13 giugno, grazie alle abbondanti piogge primaverili - ha detto Leonardo Bertolani, che fin dall'inizio ha coordinato la parte agronomica di Combi Mais - abbiamo avuto in luglio temperature diurne e notturne estremamente elevate. In fase post fioritura ci sono stati lunghi periodi sopra i 35 gradi, e si sa che sopra ai 32 il polline abortisce. Dall'8 agosto al 28 le temperature sono state elevatissime". Osservando i dati presentati si nota come nel 2022-2023 si siano avute dieci giornate con più di 35 gradi e 74 con più di 30 gradi, mentre i giorni di pioggia intensa, superiore a 40 millimetri, sono stati in media due contro un solo giorno degli anni 1980-2000. Le condizioni meteo, anche quando non estreme come durante la stagione scorsa, sono comunque sfidanti per chi sceglie di coltivare il mais.

 

La produzione media di campo si è attestata sui 162,52 quintali/ettaro

 

Mario Vigo e Leonardo Bertolani hanno voluto dare risalto anche all'importanza dei risultati dal punto di vista della sostenibilità ambientale. Secondo i dati mostrati, l'efficienza d'uso dell'acqua (dati Combi Mais 8.0 e 9.0) è stata di poco meno di 3,5 chilogrammi di granella per metro cubo irriguo contro i 2,5 chilogrammi del mais convenzionale. "Risparmiare il 30-35% di acqua è importante", ha detto ancora Mario Vigo. Per quanto riguarda l'uso dell'azoto, l'efficienza è sempre superiore rispetto al convenzionale, l'assorbimento sfiora il 90% contro il 65%. "Abbiamo lavorato molto sulla nutrizione - ha raccontato Leonardo Bertolani - c'è molta differenza fra utilizzare prodotti a base ureica o, come fatto all'interno del protocollo Combi Mais, prodotti a lenta cessione che hanno organominerali, con microelementi e un sistema di acidi umici. Cambia completamente il modo di apportare nutrizione alla pianta".

 

Vale la pena ricordare che il protocollo Combi Mais 10.0 ha ottenuto risultati soddisfacenti grazie alla collaborazione, anche quest'anno come i precedenti, con aziende che hanno messo a disposizione le ultime innovazioni e i risultati delle ricerche più recenti. Da Cifo a Netafim, da Unimer a Maschio Gaspardo, da Bayer con il marchio Dekalb per genetica e selezione Ibridi, Crop Science per la difesa e FieldView per il supporto digitale e AgriServ, fino ad arrivare a xFarm e ad Agrisafe (settore assicurazioni).

 

Alla presentazione dei dati 2023 di Combi Mais 10.0 erano presenti moltissimi attori della filiera maidicola italiana, un'occasione per confrontarsi anche sulle difficoltà che da anni chi sceglie di fare mais sta affrontando. "La nuova Pac non ci aiuta, ci penalizza", ha detto Mario Vigo. Il effetti il mais non è fra le colture che beneficiano del sostegno accoppiato, in più i maidicoltori sono in attesa di chiarimenti da Roma per poter decidere il Piano colturale di quest'anno. "Nel 2023 è attiva la deroga sulle rotazioni obbligatorie che fanno parte della condizionalità rafforzata" ha spiegato Cesare Soldi, presidente dell'Associazione Maiscoltori Italiani. "L'anno zero è il 2024 in vista del 2025, ma ancora non sappiamo, per esempio, se le colture intercalari debbano essere o meno raccolte. C'è poi la questione dell'obbligo di inerbimento spontaneo (Bcaa 6) che prevede la copertura per sessanta giorni consecutivi fra il 15 settembre e il 15 maggio. Dipende da come deve essere interpretato quest'obbligo, siamo in attesa di capirlo. Non va poi dimenticato che, se a inizio anno il prezzo del mais era molto alto, dopo marzo c'è stato il crollo".

 

Calcolando un prezzo a quintale di 22,4 euro, con una produzione media di area di 145 quintali/ettaro, la redditività di 1 ettaro di mais è di 120 euro, basta così una minima discesa del prezzo per erodere il margine del produttore. Con la produzione media di Combi Mais si sale a 271 euro a ettaro. Se si guardano poi i dati del mais a fini alimentari (175,9 quintali/ettaro) la redditività tocca una punta di 1.216 euro a ettaro, dal momento che il prezzo a ettaro è di 28,5. Con 190,4 quintali/ettaro nelle parcelle con genetica sperimentale per uso mangimistico, il margine torna a scendere a causa dei maggiori costi e ci si attesta su 376 euro/ettaro.