Fantasia, creatività, economia circolare e silenzio della campagna tutto intorno sono i giusti ingredienti per realizzare un nuovo prodotto da un rifiuto organico: fogli di carta dallo scarto, appunto, dell'aglio.

 

È questa la storia di Rosa Ferro, una giovane laureata in Scienze Ambientali dallo spiccato spirito ecologista che, dopo aver conosciuto Alfonso Esposito, divenuto poi suo marito, ha deciso di dedicarsi totalmente a questo suo amore per la natura.

 

Così nel 2017 è nata la Società agricola Il Dono dell'Erba, una giovane e moderna realtà aperta alla sperimentazione, ma con uno sguardo sempre attento alla tradizione. Situata nel comune di Ottati, in provincia di Salerno (Campania), nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, nel corso degli anni l'azienda è cambiata, prendendo piano piano la sua forma attuale, con la costante però della coltivazione dell'aglio.

 

L'intuizione, che si è rivelata vincente, di Rosa Ferro è stata quella di trasformare lo scarto della pianta dell'aglio in fogli di carta

L'intuizione, che si è rivelata vincente, di Rosa Ferro è stata quella di trasformare lo scarto della pianta dell'aglio in fogli di carta

(Fonte foto: Il Dono dell'Erba)

 

Aglio, quando produttività fa rima con redditività

La scelta di questa pianta è stata una necessità in quanto nel luogo in cui si trovano non hanno a disposizione grandi quantità di acqua e l'aglio ha, appunto, "poche esigenze idriche; solo nei mesi di aprile, maggio e giugno, quando il bulbo inizia ad ingrossarsi, è preferibile che nel terreno ci sia una buona riserva idrica", spiega Rosa.

 

"Per quanto concerne il terreno, non è troppo esigente: predilige comunque suoli ben drenati, permeabili e non asfittici, con pH neutro (6-7), un buon contenuto di sostanza organica e bassa salinità. Avendo un apparato radice superficiale - continua - non richiede una lavorazione molto profonda del terreno, ma un'accurata preparazione per il letto di semina, dove andranno posizionati i bulbi. L'aglio si caratterizza per il suo lungo ciclo colturale, per questo è necessario che le erbe infestanti siano tenute sotto controllo. Le avversità tipiche sono malattie causate da peronospora, ruggine e muffa bianca, mosaico giallo nano, nematodi, ma anche da fattori abiotici come temperatura, umidità e salinità".

 

La coltivazione, seppure di nicchia, è una coltivazione redditizia, essendo una coltura molto produttiva; "sicuramente con le pratiche biologiche la resa diminuisce, ma la qualità è superiore e per questo motivo la redditività è pressoché bilanciata" precisa Rosa Ferro.

 

Hai uno scarto? Trasformalo in risorsa!

Ma il vero fiore all'occhiello di questa giovane realtà campana immersa nella natura più selvaggia e incontaminata è la trasformazione di uno scarto in una risorsa, ovvero la realizzazione di carta di tunica d'aglio, rigorosamente fatta a mano, dagli scarti della semina della pianta.

 

Un'idea nata dalla "volontà di creare un esempio di economia circolare" e che ha fatto vincere qualche anno fa a Rosa l'Oscar Green della Coldiretti nella Categoria impresa 5.terra.

 

Andiamo però con ordine, "la tunica è una membrana molto sottile che riveste l'aglio e che svolge diverse funzioni, come proteggerlo da fattori abiotici e biotici. Può essere bianca, incolore, oppure bruno-rossiccio, sono caratteristiche che variano con la varietà". Ed è proprio per mantenere questa diversità che sono diverse le varietà di aglio coltivate da Rosa e da suo marito.

 

Quando si pianta si parte dal bulbo, il primo passo da fare è quello di aprire l'aglio, "di conseguenza restano la radice e la tunica che diventano immediatamente scarto". Dopo varie prove e sperimentazioni, oggi "per fare la carta utilizzo la tunica, dell'acqua e l'amido, ma sperimentando sto cercando di eliminare anche l'amido per fare la carta soltanto dalla tunica" racconta la titolare de Il Dono dell'Erba. "Viene fatta macerare e poi frullata, si ottiene così la polpa che sarà utilizzata per la carta. Stendo la polpa su dei telai e lascio asciugare per avere una carta grezza, oppure stendo la polpa e poi la metto sotto pressa così da avere una carta molto più liscia, molto vicina alla carta tradizionale. Miglioro continuamente" afferma soddisfatta.

 

Per fare la carta si utilizzano la tunica, l'acqua e l'amido

Per fare la carta si utilizzano la tunica, l'acqua e l'amido

(Fonte foto: Il Dono dell'Erba)

 

La superficie della carta può essere più o meno ruvida e lo spessore può variare da foglio a foglio; la polpa può contenere delle impurità che nel complesso diventano un pregio in quanto impreziosiscono il foglio che ne deriva. Le tinture sono naturali, per cui eventuali variazioni di tonalità sono considerate una caratteristica. È una carta che "si presta bene all'uso della mina, dell'acquerello e della pittura, ma rimane versatile ad ogni tipo di utilizzo come bigliettini, segnalibri e partecipazioni, segnaposti, eccetera". Una carta molto adatta per scrivere per esempio una bella lettera d'amore vecchio stampo!

 

La produzione va a gonfie vele, tanto che Rosa ci informa che oggi ritirano la tunica di aglio anche da altre aziende.

 

Ogni foglio di carta è diverso dall'altro, ed è questa la caratteristica che li rende unici

Ogni foglio di carta è diverso dall'altro, ed è questa la caratteristica che li rende unici

(Fonte foto: Il Dono dell'Erba)

 

Uno sguardo al futuro

La passione per il territorio di Rosa e di suo marito è strettamente legata all'amore per gli animali. In azienda infatti allevano anche galline ovaiole, di varie razze, che sono libere di razzolare all'aperto e che producono "uova di qualità", come ama definirle la titolare. Punto di forza è infatti il benessere animale.

 

E l'obiettivo futuro è proprio quello di "ingrandire l'allevamento di galline e incrementare la produzione di carta"; insomma, "continuare a migliorare per rendere la nostra azienda completamente autosufficiente" conclude Rosa Ferro.

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Il Dono dell'Erba

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