Nell'Area Metropolitana di Bari e nella provincia Barletta-Andria-Trani la stagione della vendemmia è finalmente iniziata, se pure con un certo ritardo rispetto agli ultimi anni. "Secondo le nostre stime, nel barese e nella Bat avremo un calo di circa il 50-60% a causa dei danni da peronospora, con una resa alla vinificazione che si attesterà intorno al 55-60% rispetto alle medie del 70-75% delle annate normali", spiega Gennaro Sicolo, presidente di Cia Puglia e vicepresidente nazionale di Cia - Agricoltori Italiani. "Pioggia e freddo primaverili hanno lasciato il segno, tanto che il 2023 purtroppo sarà un Annus horribilis per la vitivinicoltura pugliese e per quella barese in particolare", dichiara Giuseppe De Noia, presidente di Cia Levante (Bari-Bat).

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Uva bio, perdite al 70%

Sofferenze produttive ancor più rilevanti per la produzione ottenuta seguendo il metodo biologico, che ha patito maggiormente le condizioni avverse di questa annata, con perdite medie anche oltre il 70% al Sud. Basti pensare che, in soli sette giorni, nel periodo di massima piovosità, sull'intera area del barese e della Bat si sono abbattuti due tornado e otto bombe d'acqua, oltre ai nubifragi che hanno investito città e campagne con allagamenti, frane e danni.

 

Da un'analisi effettuata attraverso i bollettini pluviometrici forniti dalla Regione Puglia, si rileva che nell'area Metropolitana di Bari e nella Provincia Bat nel mese di maggio 2023 si è toccato il picco di 16 giorni di pioggia, con una piovosità massima mensile di 198,2 millimetri, come nel caso dell'agro di Santeramo, mentre solo nella prima metà di giugno 2023 si sono verificati dieci giorni piovosi con una piovosità massima di 186,0 millimetri, come nel Comune di Minervino Murge. Confrontando i dati del 2022 afferenti allo stesso periodo, si riscontra un massimo di cinque giorni piovosi e 60 millimetri di pioggia per il mese di maggio e 4 giorni piovosi e all'incirca 35 millimetri di pioggia in tutto il mese di giungo 2022.

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Settore vitivinicolo in ginocchio

Il settore vitivinicolo è stato messo in ginocchio dagli effetti della peronospora, causati dai cambiamenti climatici e da una eccezionale piovosità, con precipitazioni intense, violente e continue. Le persistenti e incessanti piogge alluvionali se, da un lato, hanno favorito lo sviluppo delle spore fungine aprendo la strada alla diffusione della peronospora grazie all'altissimo tasso di umidità, dall'altro lato hanno reso impraticabili le aree rurali impedendo l'accesso alle aziende agricole con mezzi adeguati al fine di poter eseguire gli interventi fitosanitari a difesa dei vigneti.

 

I soli territori dei comuni dell'area della Città Metropolitana di Bari e della provincia Bat, investiti da tali eventi climatici, rappresentano una superficie di uva da vino pari a 22.800 ettari, pari al circa il 25% della superficie vitivinicola pugliese.

 

Anche laddove è stato possibile intervenire, i trattamenti sono stati resi vani dalla incessante ricorrenza delle precipitazioni che, come già evidenziato, si sono verificate con una cadenza quasi quotidiana, con altrettante infezioni giornaliere durate quasi due mesi.

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Scarsa quantità e buona qualità

Nei prossimi giorni si inizierà dapprima con la vendemmia delle uve delle varietà Sangiovese, Primitivo, Moscato, poi via via con le cultivar più tardive. La vendemmia sarà caratterizzata da un mercato sostenuto e da un prodotto di buona qualità, nonostante dai primi campionamenti si rilevi una gradazione zuccherina abbastanza bassa. A tal proposito, molto dipenderà dall'evoluzione delle temperature e delle precipitazioni nelle prossime settimane, che di fatto potranno incidere positivamente o meno nel definire la qualità delle produzioni vitivinicole.

 

I dati relativi alla vendemmia 2023 sono in continua evoluzione e, per delineare una base certa, bisognerà attendere le prossime settimane, che di fatto vedranno la maggior parte delle cantine in lavorazione e l'avvio della campagna vitivinicola vera e propria. Le prime stime sembrano delineare una delle vendemmie più difficili degli ultimi 40 anni, a causa del maltempo e delle difficoltà a trovare personale.

 

Disagi a cui si aggiungono l'inasprimento dei costi di produzione, con l'insostenibile aumento del prezzo del carburante, che incide particolarmente sui costi di trasporto delle uve verso le cantine, criticità produttive che poi non vengono compensate dal riconoscimento ai produttori un prezzo giusto e adeguato. Pertanto, la campagna vitivinicola 2023 pare irrimediabilmente compromessa, sotto molteplici e differenti aspetti.