Era gremita la sala a Bari, con olivicoltori provenienti da tutta la Puglia arrabbiati e pronti a dare battaglia: "sulla Pac non molleremo, va cambiata, siamo pronti ad arrivare fino alla Corte di Giustizia Europea se necessario". È quanto hanno ribadito il 19 giugno scorso le sei maggiori organizzazioni olivicole pugliesi: Assoproli Bari, Società Cooperativa Agricola Aproli Bari, Apo Associazione Provinciale Olivicoltori di Foggia, Apol Associazione Produttori Olivicoli di Lecce, Terre di Ulivi e Otb Oliveti Terre di Bari. Ad ascoltare la loro piattaforma rivendicativa, in collegamento, l'assessore regionale all'Agricoltura Donato Pentassuglia.

 

"Ci aspettiamo che la Regione Puglia si faccia portavoce delle istanze dei suoi olivicoltori presso il Governo nazionale e l'Unione Europea. Con la nuova Politica Agricola Comunitaria, e in virtù di un peggioramento progressivo e costante nelle ultime due decadi, gli olivicoltori pugliesi hanno perso il 66% delle risorse un tempo destinate a sostenere e rafforzare una filiera fondamentale del comparto primario italiano e mondiale. In questo modo, uccidono la nostra olivicoltura".

 

Gli olivicoltori pugliesi esprimono totale disappunto su efficacia, equità e applicabilità degli interventi contenuti nel Piano Strategico della Pac per il quinquennio 2023-2027 e rivolgono al Ministero dell'Agricoltura e alla Regione Puglia un accorato appello, chiedendo l'introduzione di modifiche e di deroghe, tali da applicare e rendere realmente fruibili le politiche di sostegno a favore del settore.

 

Secono le associazioni di produttori, tre sono gli elementi che generano criticità dal punto di vista operativo e comportano conseguenze negative dal punto di vista agronomico e qualitativo delle produzioni, ma anche per l'ambiente e l'occupazione:

  • Ecoschemi, quello più importante per il comparto è il premio per l'inerbimento; è percepito come una beffa lì dove è necessario il diserbo per scongiurare il rischio Xylella fastidiosa.
  • Sostegno accoppiato al reddito: è ora riservato solo alle produzioni olivicole che esitano in oli Dop, Igp e Bio certificati il che penalizza tutte le produzioni olivicole vocate a Dop e Igp, ma che non possono certificare tali esiti produttivi.
  • Fondo AgriCat, che preleva il 3% a tutti, ma per la tipologia di eventi che copre difficilmente proteggerà l'olivicoltura pugliese.

 

In definitiva, la Pac, così com'è stata concepita, rende difficile per gli olivicoltori pugliesi fruire di molte delle misure previste, questo significa che senza modifiche si perderanno risorse importanti.

 

C'è il rischio di rendere ancora più fragile un settore produttivo di primaria importanza a livello territoriale, già fortemente colpito da eventi avversi di natura fitosanitaria (la Xylella nel Salento), mercantile (la cronica carenza di potere contrattuale con l'industria e la distribuzione) e climatica (la siccità del 2022 e le intense piogge del 2023, con effetti negativi sul potenziale produttivo).

 

L'esperienza di queste settimane per la presentazione della domanda unica annuale della Pac per il 2023, con i continui confronti con le imprese, ha evidenziato l'esistenza di palesi assurdità che è necessario superare rapidamente, per evitare un impatto devastante per la sostenibilità economica delle imprese olivicole e del territorio.

 

"Si ritiene pertanto necessario sollecitare tempestivi rimedi da parte del Ministero dell'Agricoltura e della Regione Puglia" chiedono le organizzazioni di produttori.

 

Al Masaf si chiede la modifica di alcuni interventi contenuti nel Piano Strategico che, così come approvato dal precedente Governo, non garantisce un'adeguata applicabilità, in quanto incompatibile con le condizioni strutturali e di funzionamento del sistema olivicolo pugliese.

 

Alla Regione si chiede di intervenire, utilizzando gli ambiti discrezionali previsti dalle disposizioni vigenti e dai documenti di programmazione, per integrare e adattare gli interventi della Pac 2023-2027 sulla base delle specifiche esigenze dell'olivicoltura del territorio pugliese. In particolare, si evidenzia la necessità di introdurre le deroghe consentite, sfruttando così gli ambiti discrezionali che sono lasciati alla libera decisione delle regioni e delle province autonome.

 

In prospettiva, in aggiunta alla correzione degli elementi della nuova Pac che risultano palesemente privi di qualunque base scientifica, si esorta la Regione Puglia a convocare subito un tavolo tecnico urgente al fine di evitare che si possano ripresentare simili aberrazioni.

 

Tutto questo perché "occorre garantire e salvaguardare il giusto peso e una concreta attenzione alle istanze del sistema agricolo pugliese che, come è ben noto, occupa una posizione di rilievo a livello nazionale, per valore della produzione, occupazione creata, capacità di esportazione, qualità e distintività delle produzioni".