Garantire la sicurezza del cibo in tutte le fasi della produzione, grazie alla tracciabilità dell'agroalimentare italiano. Questo il cuore del pensiero di Assosementi espresso dal suo presidente Eugenio Tassinari nel corso dell'evento "La tracciabilità dei prodotti alimentari: una strada per la valorizzazione del made in Italy", organizzato a Roma lo scorso 18 aprile e a cui hanno preso parte esponenti politici e associazioni di filiera come Assitol, Assalzoo, Assobirra, Agrinsieme, Compag e Italmopa.

Oltre a questa garanzia Tassinari chiede qualcosa in più, e cioè fare un passo in avanti verso la creazione di valore.

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"Grazie al seme possiamo dare continuità per valorizzare la tracciabilità dell'intera filiera agroalimentare - osserva il sottosegretario al Ministero dell'Agricoltura e della Sovranità Alimentare e delle Foreste Patrizio Giacomo La Pietra - il mio invito è di lavorare insieme per aumentare la necessità dell'impiego del seme certificato ed eliminare le illegalità, anche attraverso il sostegno all'innovazione e alla ricerca in agricoltura". Sul punto dice La Pietra "siamo pronti a dare il via a un Tavolo tecnico ministeriale di confronto, per favorire un'idea di progettualità complessiva".

 

La tracciabilità diventa quindi una necessità: per Giuseppe Carli di Assosementi bisogna garantirla a valle della produzione sementiera; da questo - afferma - "non si può prescindere se si vogliono valorizzare le produzioni agroalimentari nazionali e fornire al consumatore un prodotto di qualità garantita".

 

"La qualità delle produzioni e la garanzia di tracciabilità del made in Italy - rileva il presidente della Commissione Agricoltura al Senato Luca De Carlo - iniziano dal seme e sul seme deve concentrarsi la ricerca. Abbiamo l'obiettivo di garantire la salubrità degli alimenti e al tempo stesso assicurare la produttività, senza i vincoli delle ideologie che fino ad ora hanno bloccato la scienza. Per questo bisogna sostenere il seme certificato, per produrre di più e meglio".

 

Secondo il deputato di Azione Italia Viva Giuseppe Castiglione "la tracciabilità è una condizione fondamentale per garantire la qualità delle produzioni e ribadire il valore della sovranità alimentare e del made in Italy. L'agricoltura italiana non può prescindere dal seme certificato, così come dalla ricerca. Partiamo dal seme per valorizzare la filiera agroalimentare, affermandone la qualità anche a tutela dei consumatori".

 

Se la tracciabilità funziona ne guadagna tutto il sistema, spiega Ivano Vacondio di Italmopa: "Gli industriali mugnai hanno compreso che un sistema di tracciabilità efficace ed efficiente è un valore aggiunto sia in termini di competitività, sia per ridurre i costi. Per rispondere alle crescenti esigenze di tracciabilità, anche l'industria molitoria si è quindi mossa verso un'importante evoluzione tecnologica e organizzativa".

 

In evidenza anche il biglietto da visita in cui si traduce la tracciabilità: "Il made in Italy agroalimentare tracciato e certificato - ricorda il presidente di Cia Cristiano Fini - è sempre più giustamente percepito dai consumatori su scala nazionale ed internazionale, come elemento di qualità e dal forte valore aggiunto. Resta però il problema di sempre, il valore aggiunto non sempre viene equamente redistribuito su tutta la filiera e spesso la parte agricola resta la più sacrificata. Per questo bisogna creare valore per tutti".

 

L'aver scelto di "legare alcuni degli aiuti accoppiati della Pac all'utilizzo di seme certificato è valutato positivamente" da Edoardo Musarò di Compag; mentre per Michele Cason di Assobirra "per la produzione di una birra di qualità e sostenibile è necessario partire da un seme certificato. Un seme che certifichi la varietà, in modo che tutti gli attori della filiera produttiva possano beneficiare e valorizzare il continuo miglioramento genetico dell'orzo; un seme che certifichi la salubrità e la protezione della nascitura pianta, ma anche la provenienza e rintracciabilità".