Le previsioni agricole Ue migliorano rispetto all'autunno, ma i prezzi sono ancora troppo alti. Alti e bassi per i cereali, con un record di produttività per i semi oleosi ma cali drastici per il mais. Male anche la produzione di olio e arance, che risentono degli effetti della siccità, mentre aumenta a dismisura la produzione di mele. Stabile il settore lattiero caseario.

L'inflazione pesa anche sul carrello della spesa degli europei, che nel 2023 sceglieranno carni più economiche, come il pollo al posto della carne suina e bovina.

 

Previsioni agricole Ue più positive rispetto all'autunno

Grazie alla riduzione del costo del gas naturale e dei fertilizzanti azotati rispetto al 2021 e alla creazione di riserve energetiche, che hanno evitato dei razionamenti, le previsioni agricole dell'Ue sono relativamente positive rispetto all'autunno 2022. Ma non è tutto oro quel che luccica: infatti, i prezzi dei fertilizzanti e dell'energia sono ancora due volte maggiori rispetto a inizio 2020, il costo delle materie prime è maggiore del 55% rispetto al 2020, mentre quello degli alimenti è più alto del 19,5% rispetto a febbraio 2022.

 

Alti e bassi nel mercato cerealicolo

Nell'ipotesi di condizioni climatiche "normali", senza nuove ondate di caldo e siccità, la produzione cerealicola dell'Ue potrebbe raggiungere 288,4 milioni di tonnellate nel 2023 (+8,6% su base annua), con un record previsto sia nella produzione che nell'importazione di semi oleosi, che dovrebbero salire rispettivamente del 7% e del 4,5%, arrivando a 33,6 e 22,4 milioni di tonnellate nel 2023.

 

Anche le esportazioni di grano dovrebbero aumentare del 9,4% nel 2023, fino a 32 milioni di tonnellate, anche se le esportazioni totali di cereali saranno più basse del 7% rispetto al 2022. Male il mais: a causa della siccità la produzione è diminuita del 25% tra il 2022 e il 2023, ma l'aumento delle importazioni dall'Ucraina dovrebbe colmare la carenza nei Paesi Ue.

 

Siccità: minimo storico sulla produzione di olio d'oliva

La forte siccità degli ultimi mesi si è fatta sentire anche sulla produzione di olio d'oliva, che tra il 2022 e il 2023 è diminuita in Ue di quasi il 40% rispetto all'anno precedente, un minimo storico per il settore. Di conseguenza, il prezzo dell'olio è aumentato dell'85% a febbraio 2023 rispetto alla media degli ultimi cinque anni, fattore che potrebbe portare a un calo sia dei consumi che delle esportazioni nell'Ue, le quali dovrebbero scendere del 27% nel 2023 rispetto alla scorsa stagione.

 

Al contrario, la produzione di vino in Ue è in aumento e quest'anno si prevede di 158 milioni di ettolitri, mentre le esportazioni dovrebbero aumentare del 3% rispetto alla media quinquennale.

 

Eccesso nella produzione di mele, in calo quella di arance

Nel 2023 la produzione di mele sarà di gran lunga superiore alla media e sfiorerà 12,32 milioni di tonnellate grazie a raccolti record in Polonia e in Italia, dove la produzione è aumentata rispettivamente del 5% e del 7% rispetto al 2022. Tuttavia, a causa degli alti costi di stoccaggio, soprattutto energetici, e di trasporto, metà del raccolto dovrebbe essere destinato alla trasformazione, con conseguente diminuzione del 6% sul consumo di mele fresche e un aumento del 4,5% per i prodotti trasformati come succhi e concentrati.

 

Al contrario, a causa del clima sempre più caldo e secco, la produzione di arance calerà del 13% quest'anno, soprattutto in Spagna e in Italia (i principali produttori in Ue), raggiungendo i livelli più bassi dal 2012 ad oggi.

 

Gli europei prediligono il pollame a carni suine e bovine

L'inflazione si fa sentire anche sul carrello della spesa degli europei, che stanno optando per l'acquisto di prodotti più economici come il pollo al posto della carne bovina o suina. Infatti, se da un lato il consumo e le importazioni di pollame in Ue potrebbero aumentare rispettivamente del 2,5% e del 7% nel 2023, dall'altro la produzione di carne bovina e suina in Ue è diminuita rispettivamente del 2,4% e del 5,6% nel 2022. Ulteriori cali sono previsti per il 2023: il consumo di carne bovina dovrebbe scendere dell'1,7%, mentre quello di carne suina del 5,5%.

 

La produzione di latte rimane stabile

Nonostante la quantità di grassi e proteine nel latte sia stata inferiore nel 2022, riducendo la disponibilità di prodotti trasformati, la produzione di latte è rimasta stabile durante lo scorso anno. I prezzi del latte crudo sono aumentati nel 2022 portando i consumatori a scelte più economiche, ma sono scesi a gennaio di quest'anno raggiungendo i 55 euro/100 chilogrammi; un calo che potrebbe portare a un aumento delle macellazioni in Ue nel 2023, dato che il costo di mangimi e di altri fattori produttivi potrebbe rimanere elevato.

 

In generale, la produzione di latte in Ue dovrebbe scendere dello 0,2% nel 2023, ma è prevista una crescita del 2% sulle esportazioni di formaggio grazie alla ripresa della domanda in Cina e alla stabilità della domanda nel Regno Unito e negli Stati Uniti.