Il rilancio dell'ortofrutta d'Italia partirà dal Mezzogiorno - dove c'è il cuore del comparto - a patto che le Organizzazioni di produttori sappiano diventare più grandi e rappresentative (oggi da sole non riescono ancora ad avere ragione della frammentazione fondiaria e produttiva del Sud) e tale precondizione è necessaria per poter cogliere l'opportunità che verrà con la revisione della Politica agricola comune: la possibilità per le Op di fissare i prezzi, garantendo così il reddito delle imprese agricole. Ma la politica nazionale deve svolgere fino in fondo il suo ruolo, per accompagnare tale processo.
E' quanto emerso sabato 4 novembre 2017 a Corigliano Calabro (Cosenza), durante il convegno di Agrocepi "Il sistema ortofrutticolo tra politiche nazionali ed europee. Confronto a tutto campo".

All'evento sono intervenuti il parlamentare europeo Paolo De Castro, il presidente nazionale di Cepi Rolando Marciano, il vicepresidente di Agrocepi Cristian Vocaturi, il presidente nazionale di Unaproa Antonio Schiavelli, il presidente di Italia Ortofrutta Gennaro Velardo, il consigliere delegato all'Agricoltura della Regione Calabria Mauro D'Acri ed esponenti delle altre organizzazioni di rappresentanza.

"Ci siamo cullati con l'idea della qualità, convinti che questa bastasse da sola per rendere competitivi i nostri prodotti. Sono necessari invece anche sistemi reali di aggregazione che rendano più forte la nostra agricoltura. Dobbiamo liberarci una volta per sempre dalla frammentazione, che essa sia il prodotto di individualismi o di burocrazie" ha affermato il presidente nazionale di Agrocepi Corrado Martinangelo.
Ma non basta, per Martinangelo l'unione di più soggetti imprenditoriali va anche incoraggiata dal Governo. "Chiediamo che per le aggregazioni per filiere ci siano misure fiscali incentivanti".

E se il presidente di Agrocepi è convinto che l'aggregazione per filiere può essere un modo per produrre ricchezza per il paese, sottolinea anche come "Agrocepi propone a tutto il mondo sindacale e istituzionale di lavorare a un grande ammodernamento istituzionale. Semplifichiamo: non è possibile avere ventuno politiche agricole regionali, una nazionale ed una europea. Per dare maggiore competitività alle nostre imprese agricole nei mercati mondiali, abbiamo proposto a Unaproa e a Italia Ortofrutta e a tutte le altre organizzazioni di lavorare a una grande lobby agroalimentare italiana, la cui chiave dovrebbe essere la seguente: includiamoci insieme".

Il presidente di Cepi Rolando Marciano, nel ribadire la necessità di liberare l'economia del paese da lacci e lacciuoli che ne frenano la crescita, ha sottolineato l'esigenza di promuovere il mondo dell'agroalimentare, forza fondamentale per l'economia del paese. "Dobbiamo passare dalla politica degli annunci a quella della concretezza. D'altro canto le organizzazioni e i sindacati si devono impegnare per l'aggregazione anche al loro livello. Dobbiamo produrre proposte univoche in grado di favorire i nostri associati".

Il presidente di Unaproa Antonio Schiavelli ha sottolineato l'unità di intenti tra Unaproa e Italia Ortofrutta e un'attenzione particolare alle produzioni del Sud che ormai rappresentano parte maggioritaria per qualità e quantità. "Insieme abbiamo presentato una nostra proposta per la strategia nazionale dell'ortofrutta al ministero per le Politiche agricole. A De Castro, a livello europeo, chiediamo di rafforzare il quadro convenienza, cooperazione e associazionismo ai fini dell'ottenimento dell'aiuto finanziario nazionale".
Dal canto suo Gennaro Velardo, presidente di Italia Ortofrutta, ha ringraziato Agrocepi per il protocollo di intesa sulle politiche ortofrutticole e ha condiviso quanto detto dal collega di Unaproa sull'unità di intenti delle due organizzazioni e il valore delle produzioni del Mezzogiorno.

Paolo De Castro ha illustrato invece il pacchetto Omnibus per quel che attiene la Pac e in particolare per quel che riguarda l'ortofrutta. Sul secondo pilastro, da dove è strategico incentivare il rinnovamento generazionale "ci sarà la possibilità di un raddoppio del premio di primo insediamento se si associano due giovani".

Per le crisi di mercato e le avversità atmosferiche cambia il parametro per accedere al sostegno. "Il Parlamento - ha ricordato De Castro - punta a portare al 20% la perdita di prodotto necessaria per l'attivazione, ha innalzato dal 65 al 70% l'intensità del contributo pubblico, e introdotto la possibilità di utilizzare indici economici per la misurazione delle perdite".

Per quel che riguarda la concorrenza, "i prezzi possono essere stabiliti da organizzazioni agricole, Op o consorzi senza tener conto delle autorità di vigilanza, questo però impone che ci sia sempre più aggregazione nel mondo agricolo. E' indispensabile impegnarsi per accrescere le aggregazioni perché anche le piccole Op cominciano a non essere sufficienti".