Quarant'anni di Cia. La storia della Confederazione al centro dell'iniziativa svoltasi ieri a Roma, all'Auditorium Giuseppe Avolio, dove è stato raccontato il percorso politico e sociale dell’unificazione tra Alleanza Contadini, Federmezzadri e Uci, da cui nacque nel 1977 la Confederazione italiana coltivatori che poi, nel 1992, evolse nell’attuale Confederazione italiana agricoltori. Inoltre, focus sull'evoluzione della rappresentanza sindacale e dell’impresa agricola in Italia.

Il presidente nazionale Dino Scanavino ha disegnato l’identikit della nuova organizzazione agricola professionale. “La Cia di oggi guarda alle sue radici, ma vive nel presente ed è proiettata nel futuro - ha sottolineato - per definire una nuova rappresentanza: concreta, connessa con il reale, vicina ai bisogni degli imprenditori associati, specifica, competente, non generalista, non autoreferenziale”. Una rappresentanza moderna che è frutto di tante battaglie: per difendere il reddito dei produttori, per uno stato sociale più equo, per una Pac semplice e senza ritardi nei pagamenti, per un’amministrazione più veloce ed efficiente, per affermare l’immagine di un’agricoltura seria e coraggiosa.

La rappresentanza nell'epoca digitale

E' stata presentata l'indagine Cia-Censis su "La rappresentanza nell’epoca digitale" da cui è emersa l'importanza che le aziende agricole attribuiscono alla semplificazione degli adempimenti burocratici in capo alle aziende (49%); l’abbattimento del carico fiscale (22,8%); la tutela del made in Italy (12,1%); il sostegno economico all’avvio dell’attività di impresa da parte dei giovani (8,3%); la promozione di accordi quadro e di filiera (4,5%) e il supporto all’innovazione e all’internazionalizzazione del settore (3,2%).

Insomma, fatti reali. Il 54,2% degli italiani afferma che, per dare un contributo alla ripresa dell’Italia, le strutture di rappresentanza devono impegnarsi in progetti concreti che coinvolgano i cittadini. Un dato che cresce se la platea di riferimento sono gli agricoltori. Per i quali - secondo lo studio di Cia e Censis - la spinta all’iscrizione a un’associazione di rappresentanza dipende oggi da due fattori essenziali: l’idea che ci sia qualcuno in grado di rappresentare in sede politica interessi ed esigenze degli imprenditori agricoli (76,6%) e la possibilità di avvalersi di servizi ad hoc che l’associazione mette a disposizione dei propri iscritti (93,6%).

Non solo saper fare ma saper ascoltare, non aspettare negli uffici ma andare nelle aziende - ha commentato Scanavino - non essere soltanto i migliori in un singolo servizio, ma offrire una gamma di servizi che sia completa e integrata. Alla persona e all’impresa. Questo è l’obiettivo della Cia, da qui ai prossimi 40 anni”.
 
All’iniziativa confederale sono intervenuti Maurizio Martina, ministro delle Politiche agricole; Stefano Bonaccini, presidente Conferenza Stato-Regioni; Anna Cinzia Bonfrisco, senatrice; Patrizia De Luise, presidente Confesercenti; Massimiliano Giansanti, presidente Confagricoltura; Maurizio Gardini, presidente Alleanza Cooperative italiane; Ivan Lo Bello, presidente Unioncamere; Alessio Rossi, presidente Giovani imprenditori di Confindustria; Daniele Vaccarino, presidente Cna; Giovanni Cannata, rettore Universitas Mercatorum; Andrea Toma, Censis.