La Regione Basilicata ha una posizione sulle politiche europee per l'ortofrutta molto articolata e con un obiettivo semplice: accrescere la competitività delle imprese frutticole lucane.
Conferma delle risorse e Pac almeno a due pilastri, unico organismo di certificazione del biologico o regole uguali per tutti, più risorse per l'Ocm ortofrutta ma anche e, soprattutto, più rigore perché la spesa sia non solo efficace ma efficiente per lo sviluppo del comparto. Istituzione fondo mutualistico e riduzione dal 30 al 20% del parametro di perdita del reddito aziendale oltre il quale si attiveranno le polizze assicurative a causa del mercato e delle calamità.
 
Sono questi alcuni dei temi da sostenere nelle politiche agricole europee secondo quanto dichiarato dall'assessore alle Politiche agricole e forestali della Basilicata, Luca Braia, intervenendo a Bologna nel corso dei due giorni di lavori dell'Assemblea generale delle regioni frutticole, orticole e floricole di Areflh, che raggruppa regioni e produttori rappresentando quasi il 40% della produzione europea.
 
"Condivido i punti chiave del Decreto Omnibus - ha sottolineato Braia - e le posizioni italiane rappresentate da Paolo De Castro. Va data assoluta priorità alla semplificazione ed alla sburocratizzazione, ma anche alla gestione del rischio legata al climate change ed agli strumenti di mercato".
 
Nel discorso Braia ha sottolineato come la Regione Basilicata sarà sempre più parte attiva nei vari tavoli di lavoro costituiti in Areflh.
 
"Gli obiettivi come l'incrementare sia la percentuale di aggregazione dei produttori alle Op che l'aiuto comunitario verso le Op, e favorire la costituzione delle Aop e delle filiere, sono condivisi e con Areflh, a cui la Regione Basilicata è associata dal 2006, vogliamo e dobbiamo costruire insieme un'azione incisiva a sostegno di questi temi che ci consenta di portare a casa ulteriori positivi risultati e recuperare competitività in Europa" ha sottolineato l'assessore lucano.
 
Nell'intervento Braia ha anche sottolineato la necessità di semplificare e accelerare l'iter organizzativo e le procedure fitosanitarie per rendere possibili le attività di import ed export dei prodotti ortofrutticoli "al fine di evitare tempistiche lunghe come, ad esempio, quattro anni per uva da tavola in Canada e cinque anni per kiwi in Cina".
 
Per Braia sono necessarie politiche europee che stimolino ed educhino al consumo della frutta e programmi a sostegno dell'educazione alimentare. E bisogna puntare su ricerca, innovazione, sostegno ai processi di tipicizzazione dei prodotti che sfruttano la biodiversità, caratteristica delle regioni europee e dell'Italia in particolare modo.
"Obiettivo del futuro è vincere la sfida di tenere insieme la difesa delle identità territoriali dei prodotti (certificazioni Igp e Dop) e il mercato globale ed in questo l'agricoltura di precisione può essere il punto di svolta su cui investire" ha continuato Braia.
 
Infine l'assessore lucano ha chiesto un tavolo di lavoro sulla logistica per favorire la penetrazione dei mercati del Medio Oriente e del Sud del mondo, utilizzando il Sud Italia come porta del Mediterraneo lungo "una strategia che renda più rapido e più economico il transito delle merci agroalimentari attraverso la Piattaforma logistica dell'agroalimentare in Val Basento collegata al Porto di Taranto, nel corridoio Ten-t Helsinky - La Valletta, crocevia delle tre regioni Calabria, Basilicata e Puglia che insieme producono 6,8 milioni di tonnellate di frutta e ortaggi".

Il progetto esecutivo del polo logistico della Val Basento, che prevede la realizzazione di un investimento di oltre 70 milioni di euro, è stato già cofinanziato da Ue e Regione Basilicata per circa 1,5 milioni di euro, e prevede la movimentazione di oltre 1,7 milioni di tonnellate di ortofrutta prodotte nell'areale, facendo recuperare a queste produzioni il 30% di competitività sul prezzo.