Alle porte della piccola città di Aarhus, nel centro della Danimarca, esiste un polo di ricerca dedicato all'agricoltura e all'alimentazione. Si chiama Agro food park e ha uno scopo ben preciso: rivoluzionare il modo in cui coltiviamo la terra e consumiamo il cibo per rendere il pianeta in grado accogliere una popolazione di 9 miliardi di persone entro il 2050.

La sfida è di quelle da far tremare i polsi e già ad Expo2015 l'Italia si è messa alla prova. Il Governo danese punta tutto sull'innovazione tecnologica per produrre di più, con meno, nel rispetto dell'ambiente. Già oggi la Danimarca produce sei volte il cibo che consuma e Aarhus si trova al centro di quella che viene definita la 'dispensa' del paese. Ma l'obiettivo è fare ancora di più.

Nell'Agro food park ci sono attualmente 80 soggetti tra aziende private e pubbliche, startup, associazioni e spin-off universitari. La Aarla food, il principale produttore di prodotti lattiero-caseari della Scandinavia, ha costruito qui il suo centro per l'innovazione. E anche l'Università di Aarhus sposterà qui il suo dipartimento di Scienze alimentari entro l'anno prossimo.

I campi in cui i ricercatori, più di mille, si mettono alla prova sono molteplici. L'integrazione nella dieta umana di proteine derivanti dagli insetti è sicuramente uno dei più avveniristici, come anche la coltura di alghe e di ortaggi all'interno delle vertical farms costruite in città. Nel 2050 sei miliardi di persone vivranno in megalopoli ed è naturale pensare che parte del cibo che consumeranno sarà prodotto in loco.


Ma si studiano anche servizi per l'agricoltura di precisione. L'uso di droni e robot in campo non sarà solo un sogno relegato ai libri di fantascienza. Porte aperte anche al miglioramento genetico e all'uso di microrganismi per aumentare le produzioni agricole.
Altro settore in fermento riguarda l'analisi dei Big data e lo sviluppo di software per la gestione delle aziende agricole (in questo campo Image Line ha messo a punto QdC® - Quaderno di Campagna, software per una agricoltura 2.0).
I ricercatori lavorano anche a nuovi cibi, mentre programmatori e geek inventano nuovi modi di consumare il cibo.

Ovviamente l'Agro food park danese è costruito e sarà ampliato in modo eco-friendly, integrando le strutture con il tessuto rurale e fornendo servizi ad impatto ambientale zero. Per il direttore della struttura, Søren Madsen, questa cittadella della ricerca dovrà favorire l'incontro e lo scambio di idee sia tra i ricercatori sia tra i cittadini che potranno usufruire delle strutture del parco.

Raccogliere realtà diverse in un unico luogo ha come obiettivo quello di creare un ecosistema fertile per la nascita di nuove aziende e idee. Il 90% delle imprese ritiene che la presenza nel cluster abbia avuto effetti positivi sul lavoro. Il 70% coopera con altre compagnie presenti nell'Agro food park e più dell'80% ha partecipato agli eventi organizzati dal parco, come conferenze e seminari.  


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