Uno dei grandi problemi di chi fa orticoltura in serra è la stanchezza del suolo. Cicli continui di coltivazioni impoveriscono il terreno di sostanze nutritive e di microrganismi, richiedendo input esterni sempre maggiori per rendere possibile la crescita delle piante.
Una risposta a questo problema può arrivare da uno studio del Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria) che ha sviluppato, nell'ambito del progetto CarbOnFarm (programma europeo Life), impianti di compostaggio facili da utilizzare all'interno delle aziende agricole.

L'obiettivo è duplice, da un lato rendere disponibile materiale ammendante per rigenerare il terreno con microrganismi e microelementi. Dall'altro risolvere il problema dello smaltimento dei residui colturali che in serra, a differenza che in pieno campo, non possono semplicemente essere interrati.

"Abbiamo realizzato un impianto con sei tunnel di compostaggio nel quale abbiamo unito a residui colturali e provenienti dalla lavorazione dei prodotti di quarta gamma del cippato di legno", spiega ad AgroNotizie Massimo Zaccardelli, ricercatore del Crea, che durante Macfrut 2016 ha esposto i vantaggi del compostaggio.
"Nel primo mese si ha un aumento della temperatura dei cumuli a causa dell'attività dei microrganismi. La temperatura, che raggiunge i 60 gradi, va poi scemando nella fase di maturazione al termine della quale il compost può essere utilizzato".

Il compost maturo può essere impiegato in pieno campo e in serra, oppure può essere adoperato per ottenere il 'tea di compost'.
Non si tratta di una bevanda energetica, ma di un formulato organico liquido ricco di microrganismi e sostanze biostimolanti che può essere spruzzato sulle piante o sul terreno.

Il tea di compost si ottiene lasciando in infusione del compost in acqua all'interno di sacchetti retati, come quelli per il tea. Il liquido viene ossigenato attraverso l'insufflazione di aria per favorire lo sviluppo dei microrganismi.
Dopo alcuni giorni il liquido, di colore scuro, può essere utilizzato in serra e in campo opportunamente diluito.

L'impiego del tea di compost determina effetti positivi sullo stato fitosanitario delle colture trattate. Si ha una riduzione significativa dell'incidenza e della intensità di malattie causate da funghi e batteri fitopatogeni.
Attenzione però, non si tratta di un fungicida o battericida. L'attitudine 'soppressiva' del compost è nota, ma nel tea è particolarmente efficace perché permette l'irrorazione delle piante. I microrganismi contenuti nel liquido entrano in competizione con gli agenti patogeni e creano condizioni sfavorevoli per il loro sviluppo.

"Ma il tea di compost ha effetti positivi anche sulla produttività della pianta perché i microrganismi che contiene producono ormoni vegetali come le auxine", spiega Zaccardelli.
"Nel pomodoro da industria, in pieno campo, abbiamo constatato un aumento della produttività del 46%. Mentre sotto serra nella rucola c'è stato un aumento del 39%, nel cavolo rapa del 32% e nel peperone del 22%".

La ricerca è stata condotta dal Crea insieme al professor Giuseppe Celano dell'Università della Basilicata, e Riccardo Spaccini del Centro di ricerca interdipartimentale sulla risonanza magnetica nucleare (Nmr) per l'Ambiente, l'agro-alimentare ed i nuovi materiali (Cermanu) dell'Università di Napoli Federico II.
 

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