Lo scorso 5 febbraio 2016, ad Assisi (Pg), si è svolto l’VIII convegno nazionale sulla gestione del rischio in agricoltura; nello specifico si è discusso sugli strumenti più adatti da utilizzare di qui al 2020. L’incontro è stato organizzato dal Cesar, istituto guidato dal professor Angelo Frascarelli, EuropeDirect Umbria, dipartimento di scienze agrarie dell’università degli studi di Perugia e Asnacodi (Associazione nazionale dei consorzi di difesa), ed ha visto la partecipazione di oltre novecento persone provenienti da tutta la penisola italiana.

Il punto di partenza è rappresentato dalla certezza finanziaria in quanto, fino al 2020, le imprese agricole italiane avranno a disposizione circa 1,6 miliardi di euro, ovvero 293 milioni di euro all’anno per la protezione delle produzioni agricole e zootecniche e/o per la partecipazione a fondi di mutualità per la protezione del reddito. A queste risorse devono essere aggiunte le opportunità offerte dai Psr regionali, attraverso le misure per il trasferimento dell’innovazione e quelle per il ripristino del capitale agrario. Proprio in questi giorni, nelle varie regioni italiane, si stanno pubblicando i primi bandi.

Frascarelli, nel corso del convegno, ha ricordato quanto sia importante la relazione tra sistema produttivo ed università, centri di ricerca come dipartimenti universitari, Cnr ed istituzioni pubbliche come l’Ispra, il cui presidente, tra l’altro, è intervenuto ai lavori. Il professore ha poi rimarcato: “Questo rapporto può essere fondamentale per lo sviluppo del settore agricolo e la salvaguardia del reddito delle imprese mediante la realizzazione di strumenti di gestione del rischio sempre più all’avanguardia”.

“La possibilità di prevedere e verificare, attraverso tecnologie mirate, fenomeni atmosferici importanti e poter valutare la loro incidenza sulla resa delle colture è infatti un elemento determinante in campo assicurativo. Quella tecnologia è la seconda grande rivoluzione dell’ultimo secolo” ha sottolineato il presidente di Asnacodi, Albano Agabiti, paragonando gli effetti che droni e satelliti hanno sulla vita delle aziende agricole a quella che ha avuto la meccanizzazione a partire dagli anni Cinquanta dello scorso secolo.

E’ fondamentale, ma soprattutto conveniente per gli agricoltori, assicurarsi, anche nei momenti di crisi e nonostante le difficoltà derivanti dal periodo di rodaggio che il nuovo sistema di interventi, attraverso il secondo pilastro della Pac, deve affrontare.

Agabiti ha assicurato che Asnacodi è impegnata a semplificare le procedure affinché vi sia certezza di riuscire ad impegnare tutte le cospicue risorse a disposizione, mediante i confronti giornalieri con il ministero delle Politiche agricole.

Il presidente dell’Associazione nazionale dei consorzi di difesa ha, inoltre, avvertito gli agricoltori di tenersi alla larga dalla tentazione di trovare facili scorciatoie rinunciando alle agevolazioni per più veloci, ma incerte polizze che le compagnie offrono loro e che non tutelano le produzioni dall’insieme degli eventi che i cambiamenti climatici rendono sempre più imprevedibili. Ha ricordato, infatti, che Asnacodi ha gestito quarantacinque campagne assicurative con successo e gestirà anche la successiva.

Una delle problematiche da affrontare riguarda l’allineamento di una serie di dati senza il quale non è possibile avviare la campagna assicurativa 2016.

“I tempi sono scaduti perché entro il 15 febbraio bisogna aprire la nuova campagna” ha precisato Agabiti. “Ma gli ostacoli devono essere eliminati entro quella data”.

Mauro Serra Bellini, in nome del ministero delle Politiche agricole, ha ribadito la disponibilità alla collaborazione unitamente agli enti tecnici di supporto nell’avvio della complessa macchina amministrativa. Il problema delle assicurazioni agevolate è il gap che ancora esiste tra il nord e il sud Italia, ma Serra Bellini ha assicurato che con l’attuale normativa è possibile lavorare sul piano delle informazioni e della comunicazione, oltre ad utilizzare la leva della riassicurazione Ismea.

Giovanni Razeto di Ismea, ha infatti affermato che: “Le nostre linee di lavoro fino al 2020 saranno incentrate sulla riassicurazione e sull’assistenza tecnica al Mipaaf”. Secondo Razeto è anche importante mettere a sistema tutte le informazioni e gli strumenti tecnologici a disposizione per sperimentare nuove polizze parametriche, basate sulla rilevazione di indici che sottolineano gli eventi suscettibili di arrecare danno alle produzioni in una certa area.

“Gli obiettivi dell'Asnacodi fino al 2020 si incentrano sulla gestione del rischio in funzione della tutela del reddito per risarcire quei danni suscettibili di escludere le imprese dal mercato, utilizzando le risorse pubbliche come avviene nella maggior parte dei Paesi, anche fuori dall’Unione, come ad esempio negli Usa, dove sono stati drasticamente ridotti i pagamenti diretti, addirittura sostituiti da contributi sui costi assicurativi” ha sottolineato Francesco Martella del  Cesar. “In particolare come le coperture assicurative e i fondi mutualistici costituiscono un supporto alle imprese anche sotto il profilo del rating creditizio e, in generale, degli investimenti finanziati dai Psr”.