Questo pomeriggio a Bari, nella sede del Comando regionale del Corpo forestale dello Stato, si terrà un incontro tecnico operativo a porte chiuse sulla questione Xylella fastidiosa.

Vi parteciperanno il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, l'assessore regionale alle Risorse agroalimentari, Fabrizio Nardoni, il Commissario delegato per l'emergenza Xylella, Giuseppe Silletti, il delegato della Protezione civile nazionale, Silvano Meroi, e la coordinatrice del Comitato tecnico scientifico nazionale, Marina Barba.

A darne notizia alle 10: 51 di questa mattina è l’ufficio di presidenza della Giunta regionale della Puglia. Sul tavolo dell’incontro sicuramente vi sarà la condotta da adottare nel caso domani il Tar di Lecce decidesse di confermare la sospensione del piano di eradicazione degli olivi infetti, ma anche quali decisioni comuni adottare dopo la presa di posizione della Francia, avallata ieri sera dalla Commissione europea, di bloccare l’importazione dalla Puglia di ben 102 specie vegetali considerate potenziali ospiti del batterio.

Cosa si diranno verosimilmente Martina e Vendola? I due si sono già confrontati indirettamente su Xylella Fastidiosa per via epistolare, due le lettere recentemente indirizzate da Vendola al presidente del Consiglio Matteo Renzi ed al ministro per le Politiche agricole, e a mezzo intervista. Martina ha risposto stamattina dalle colonne pugliesi del Corriere del Mezzogiorno sulla questione Xylella proprio alle invettive contenute nella lettera del presidente pugliese. In ballo non c’è solo la posizione da tenere in Europa, ma anche la greve questione finanziaria: come indennizzare gli agricoltori e come fare fronte alle innumerevoli spese che il piano del Commissario Silletti prevede.

Ecco che cosa si sono detti Vendola e Martina, soprattutto con riferimento al decreto del ministro alle risorse agroalimentari di Francia Stephane Le Foll che ha di fatto chiuso le frontiere con la Puglia.
Nella lettera di Vendola a Renzi e Martina, vergata verosimilmente nella serata del 3 aprile, quando le agenzie di stampa avevano già dato notizia del decreto del ministro Le Foll, si legge: ”Apprendiamo che la Francia da lunedì 6 aprile vieterà l'importazione dalla Puglia dei materiali vegetali a rischio Xylella. Potremmo dire che c'era d'aspettarselo, infatti con una nostra precedente nota, inviatavi il 16 marzo scorso, e ad oggi senza riscontro, avevamo già evidenziato la necessità di un rafforzamento politico del ruolo dell'Italia in sede europea. Ora ci aspettiamo un immediato intervento del Governo contro un provvedimento da parte di un altro Stato membro dell'Unione, che, attivando una misura di salvaguardia, viola la decisone comunitaria e si pone in procedura di infrazione creando un grave danno all'economia della Puglia”.

Dalle colonne del Corriere del Mezzogiorno, Martina oggi risponde: “Ho già scritto al ministro francese contestando il metodo e il merito della decisione presa che in quanto unilaterale è inopportuna e rischia di aggravare ulteriormente la situazione. L’emergenza Xylella va gestita a livello comunitario e ogni misura va presa in sede europea, in modo collegiale». Non a caso Vendola, nella lettera del 3 aprile aveva evidenziato: “Non ci stupiremmo che l’esempio francese, se non adeguatamente contrastato, fosse seguito da altri Stati membri, magari vietando l'importazione da tutta l'Italia di materiale vegetale”.

Vendola poi mette in luce l’eccesso della risposta francese all’emergenza Xylella: “Non è superfluo evidenziare che l'area infetta delimitata riguarda la sola provincia di Lecce e non tutta la Puglia e che la decisione in atto limita già il trasferimento dei materiali vegetali dalle aree delimitate, in osservanza della direttiva comunitaria 2000/29 e del decreto legislativo 214/2005.” La misura francese appare al presidente pugliese esagerata anche “Rispetto alla proposta di modifica della decisione comunitaria in discussione il 27e 28 aprile a Bruxelles, pertanto risulta essere fortemente sbilanciata verso l’interesse economico e commerciale di un altro Paese membro”.

E se Martina nell’intervista sottolinea l’urgenza di dare corso al Piano Silletti definito come “Insieme di misure non più rinviabili” Vendola sull’aspetto tecnico mette in risalto il primo parere dell’Ente europeo per la sicurezza alimentare: ”Si Consideri poi che l’Efsa ha giudicato la legislazione fitosanitaria in vigore (direttiva 2000/29/CE) inefficace a prevenire l’introduzione in Europa di Xylella, poiché è stata chiusa la porta (divieto di importazione da paesi terzi) a due portatori, vite ed agrumi, ma ha lasciato altre 298 porte aperte, consentendo così l’importazione di altrettante specie ospiti a rischio. Pertanto, l’Efsa, indirettamente, considera il Salento vittima dell’inefficacia della legislazione europea.

Ma per affrontare l’emergenza ci vogliono i soldi, e Vendola nella lettera del 3 aprile batte cassa con delicatezza: “Paradossalmente la Ue applica alla vittima la pena che si dà al colpevole, ossia pretende misure pesantissime, quali il controllo dei vettori e l’abbattimento di piante infette, previste con senso di responsabilità dal piano operativo del Commissario straordinario, e senza il riconoscimento di alcun contributo. In questo fosco scenario è necessario e improcrastinabile che il Governo faccia sentire la sua voce opponendosi, con tutti i mezzi possibili ed in ogni sede, all'azione della Francia”.

Martina però rispedisce almeno in parte al mittente la richiesta, chiedendo alla Puglia di utilizzare i fondi del Psr, anche se promette: “L’Europa, secondo il piano del Commissario straordinario, prevede il finanziamento del 50% dei costi per interventi anche attuati direttamente da agricoltori e privati. Sul fronte della calamità naturale serve una misura normativa urgente già proposta dal governo, perché il Fondo di solidarietà non prevede interventi per fitopatologie, ma solo per danni causati da avversità atmosferiche. E’ la prima volta in Italia che questa misura si applica alla diffusione di un batterio e stiamo lavorando per una soluzione legislativa”.