Le stime del Consiglio oleicolo internazionale, per la campagna 2014/2015, indicano una produzione mondiale pari a circa 2,4 milioni di tonnellate, con una contrazione del 27% rispetto alla campagna precedente. Il risultato è da attribuire alla forte flessione produttiva della Spagna e dell’Italia. Il 64% della produzione mondiale, pari a 1,5 milioni di tonnellate,  si concentra nell’Unione europea e mostra una flessione del 38% rispetto alla campagna 2013/2014. In questo contesto l’Italia detiene una percentuale del 20% della produzione comunitaria. Gli altri Paesi produttori del Mediterraneo, sono: Tunisia, Turchia, Siria, Marocco e Algeria. Sono i dati elaborati dall’Osservatorio economico di Unaprol che in occasione di Sol vengono diramati alla stampa italiana e internazionale durante il press coffee break del mattino organizzato nella sala Agorà nell’ambito di Sol&Agrifood.

In Italia le aziende agricole sono circa 900.000, mentre la superficie investita è di circa 1.000.000 di ettari. La fase industriale della filiera genera un volume d’affari di quasi 3 miliardi di euro che rappresenta circa il 3% del fatturato totale dell’industria agroalimentare. 200 circa le aziende che hanno come core business l’attività di imbottigliamento. Secondo le previsioni del Coi, i consumi mondiali si attesteranno intorno ai 2,8 milioni di tonnellate con una contrazione del 7% rispetto alla campagna precedente. Le aree di consumo più importanti si confermano l’Unione europea e gli Stati Uniti, rispettivamente con una quota del 56% e del 10% del totale. Gli italiani consumano mediamente 11 chili di olio di oliva all’anno di cui 7,5 sono extra vergine.

I dati Istat relativi al periodo gennaio-novembre 2014 evidenziano un saldo negativo in volume pari a 204 mila tonnellate e in valore pari a 22 milioni di euro. Sul fronte delle importazioni circa il 74% è rappresentato da oli extravergini e vergini, con un incremento del 28% rispetto alla campagna precedente, arrivando alle 435 mila tonnellate.

Per quanto concerne le produzioni a denominazione di origine protetta, l’Italia conferma la propria posizione di leader per il numero complessivo di registrazioni degli oli di qualità riconosciuti il 34% è rappresentato da 43 marchi italiani, mentre più distanziati figurano altri Paesi come la Spagna (30) e la Grecia (29).  Il 13% delle superfici olivicole in Italia, con 175.946 ettari, è coltivato a biologico, cui si aggiungono 46.372 in conversione. La superficie olivicola biologica risulta concentrata per oltre il 70% nelle aree meridionali; in particolare in Puglia (32%), in Calabria (29%) e in Sicilia (14%).